Libri > Recensioni > L’innocenza ha il colore del sangue, di Raffaele Dori, edito da Giraldi Editore nel 2009 al prezzo di 13 euro. Leggi la trama.
Luoghi sperduti e gente strana, inbred e deformità assortite, liquami fetidi e poteri psichici.
Sono elementi che siamo ormai abituati ad associare a film e narrativa made in USA e che invece scordiamo possiamo trovare anche in Italia, magari dove meno ce lo aspettiamo, per esempio a poche decine di chilometri da Milano, a un soffio da Varese e da Como.
A Raffaele Dori invece questo fatto non è sfuggito.
L'innocenza ha il colore del sangue tratta di tutto questo, di quello che succede quando due adulti provenienti dal "mondo normale" s'imbattono in un incubo reale nato al termine di una serata alcolica. Un incubo assurdo e del tutto casuale, un gioco maligno di coincidenze che trascinerà i due protagonisti nel dolore e nella disperazione senza via d'uscita.
La scrittrice e veejay Angela Buccella scrive nella prefazione del volume che la scrittura di Dori le ricorda la potenza di Irvine Welsh, associazione sicuramente dovuta ai dialoghi iperrealistici e sboccati di cui è pregno il romanzo, al ritmo frenetico di alcune lunghe sequenze, all'alone di squallidume da perdente da cui sembrano essere circandati i suoi "eroi".
Ma c'è ovviamente di più.
Dori ha giocato con la struttura del romanzo, mischiando mezzi e stravolgendo tempi.
Gli eventi principali si mischiano e sono "sporcati" da frammenti di cronaca, stralci di diario, flashback, un poetico racconto di fantascienza, monologhi malati in un affascinante e caleidoscopico trip di storia nella storia nella storia che non mancherà di emozionare il lettore.
Bram Stoker si mischia a Ed Gein, Tarantino sotto acido incontra il Corinzio gaimaniano.
L'innocenza ha il colore del sangue è un vaggio (malato) al termine della notte, là dove nessuno si può dire veramente normale, dove tutti hanno colpe e il cuore schiacciato da un'esistenza fatta di errori senza alcuna possibilità di rimedio.
Preparate la croce e i chiodi.
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