Libri > Recensioni > Soltanto Silenzio, di Massimo Cassani, edito da TEA nel 2014 al prezzo di 15,00 euro. Leggi la trama.
E bisogna dire che Sandro Micuzzi resiste a ogni intemperia della metropoli milanese, dalla Pioggia Battente a Sottotraccia, per proseguire nella Zona Franca e poi in Soltanto Silenzio.
L'ambientazione è sempre la città meneghina, tra zona Città Studi, Viale Padova e Corso Buenos Aires, dove il commissario ha portato avanti le sue indagini e le sue battaglie.
Quarant'anni, capelli rossicci scombinati, curva della pancia troppo rotonda, occhi bovini e baffoni, con la passione per la grappa e per il toscanello, l'errore che i suoi superiori gli fanno scontare ogni giorno è l'aver ucciso un tossicodipendente durante una sparatoria al ponte dell'Ortica, all'apparenza armato solo di una scacciacani, scatenando l'opinione pubblica inorridita dalla incontenibile violenza della polizia.
Ma la realtà è che aveva pestato troppe "merde" - come diceva il questore Nardò detto Kapò - e la decisione di trasferirlo al commissariato di Via Padova era stata irrevocabile.
Ai tempi era commissario alla Squadra mobile della Questura di Milano e poteva essere fiero della sua squadra di fidati collaboratori.
Via Padova, lunga come la quaresima, un elastico tirato dalla rotonda di Piazzale Loreto che si aggancia alla periferia con vista alla tangenziale est.
Il passaggio di zona sarà molto meno traumatico a seguito della compagnia dei suoi compagni di squadra Rosaria della Vedova - ligia poliziotta con una leggera peluria sopra il labbro superiore - e l'ispettore Teneriello, fedele al suo superiore e al lavoro.
Divorziato da Margherita, la stessa che a distanza di qualche anno gli chiede di incontrare il suo nuovo fidanzato, Gaetano, con il quale convolerà a nozze e pregandolo di essere il suo testimone.
Richiesta agghiacciante alla quale Micuzzi non vuole aderire ma, spinto da non so quale curiosità, incontra la coppia durante una cena organizzata dalla ex moglie, durante la quale avviene una sparatoria che aveva come obiettivo proprio il suo fidanzato. E, nonostante le sue reticenze, il questore affida a lui l'indagine in modo trasversale.
Il tutto attraverso la descrizione di una Milano ostile, fredda, piovosa, triste e malinconica. Una città poco generosa con chiunque non si adatti al suo tran tran fatto di disattenzione e disincanto.
Milano vista come un'agglomerato di etnie che convivono come possono, relegate in periferia ma radicate su tutto il territorio.
Originale il titolo di ogni capitolo che è poi il principio dello stesso.
Originale è l'ironia che accompagna il personaggio dal primo romanzo a questo, un commissario all'apparenza inadeguato alle relazioni, che siano colleghi o donne, goffo e non addomesticato all'autorità, sveglio e furbo come un cane da tartufo che annusa l'odore di "marcio" a distanza, ma che regolarmente viene manovrato come un burattino.
Originale è lo stile che lo scrittore persegue sin dall'origine delle sue storie, nel quale descrive un passato che ancora oggi pesa sulla nostra Italia, fatto di Servizi Segreti, di casi irrisolti, di misteri sopiti.
I romanzi di Massimo Cassani sono i gialli all'italiana, senza scene truculente ed eccessivo sangue versato. È un tuffo nel genere tradizionale, in cui dare spazio e caratterizzazione ai personaggi (Lara Sandri alias Sandra Lari fa davvero sbellicare) nonché alle indagini con il giusto equilibrio.
Lo stile di Cassani si è perfezionato e accresciuto nel corso degli anni, così come il suo personaggio. Di commissari "seriali" ne abbiamo visti parecchi - da Montalbano di Andrea Camilleri, a Soneri di Valerio Varesi, nonché al commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni - ognuno con le sue caratteristiche, con le proprie debolezze.
Il bello è che loro storie non stancano mai.
Benvenuto, commissario Micuzzi. Attendiamo la tua prossima storia.
|