Libri > Recensioni > Butterfly, di Laurell K. Hamilton, edito da Nord nel 2009 al prezzo di 18.60 euro. Leggi la trama.
Butterfly è il nono capitolo del ciclo di Anita Blake, la cacciatrice di vampiri creata da Laurell K. Hamilton, qui forse per la prima volta estrapolata dal suo normale contesto e dalla città di Saint Louis e inviata in trasferta a indagare su omicidi che potrebbero essere stati compiuti da qualcosa di peggio del solito succhiasangue.
Convocata ad Albuquerque da Edward, il suo unico vero amico (se si sorvola sul fatto che non esiterebbe a ucciderla in caso di necessità), Anita si ritrova ad affiancare quest'ultimo in un'indagine che la porta a contatto con numerosi personaggi interessanti.
Caso strano, il vero protagonista qui è proprio Edward, anche se la voce narrante resta quella di Anita. È di lui infatti che si vengono a scoprire lati insospettabili. Da freddo assassino, l'uomo si rivela premuroso genitore putativo, una delle sue tante maschere che in realtà potrebbe essere qualcosa di più.
Ad affiancare i due nella storia ci sono Bernardo, un cacciatore di taglie nativo americano dal notevole ego (e dal notevole qualcos'altro), e Otto, un serial killer psicopatico che sfoga i suoi istinti uccidendo vampiri.
A completare l'affresco c'è Izpapalotl, ovvero "Obsidian Butterfly" (che è anche il titolo originale del romanzo), la potente master vampira di Albuquerque che si crede una dea.
Il libro rappresenta per molti versi uno stacco nelle vicende della risvegliante, sia per il cambio di ambientazione e, in parte, di personaggio centrale, sia perché l'autrice si allontana dall'erotismo a tutti i costi che riempiva alcuni dei capitoli precedenti, e che nei successivi degenererà nella pornografia di quart'ordine.
La trama è molto più solida, e più lineare, di quelle che la precedono, tornando quasi ai fasti di Resti Mortali, il secondo romanzo del ciclo.
Due motivi per i quali vale sicuramente la pena leggere Butterfly sono il tratteggio dei lati nascosti (perfino a lui!) di Edward e la possibilità, più unica che rara, di vedere Anita fare a qualcuno il tipo di discorso che in genere deve essere fatto a lei ("Non uccidiamo nessuno", "Nessuno?", "Nessuno", "E se provano loro a ucciderci?", "In quel caso va bene").
Non mancano comunque di affiorare i tipici lati deboli della Hamilton, tra cui elementi e personaggi che vengono inseriti, sottolineandone l'importanza, e poi dimenticati, e avversari il cui quoziente intellettivo sembra perdere qualche cifra lungo la strada.
Nel complesso, il romanzo Butterfly merita un giudizio positivo, specie se si è appassionati della serie e si ha modo di metterlo a confronto con quelli che seguono, nonché quelli immediatamente precedenti.
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