Libri > Recensioni > Blood, di Anne Rice, edito da Longanesi nel 2010 al prezzo di 18,60 euro. Leggi la trama.
Può un vampiro diventare un santo? È questo l’ultimo capriccio del “Principe viziato, Lestat il Magnifico”, domanda cui però ognuno di noi saprebbe rispondere, conoscendone le vicende. E Blood, l’ultimo libro di Anne Rice, si apre con un agrodolce passo tratto dall’Ecclesiaste, del resto molto appropriato in quanto ben si accorda alla visione della religione che ha il Vampiro, una fede basata sull’amore e, perché no, condita da quel pizzico di egoismo che rende Lestat tanto irresistibile.
Se il tormentato principe delle tenebre ora ambisce alla canonizzazione, è anche vero che Lestat rimarrà sempre un Esteta, e in quanto tale la sua visione della Religione è fatta sì di amore spassionato, ma al contempo di enormi statue che lo raffigurano, di poesie e inni sacri a lui dedicati, e le prime pagine del libro ci mostrano questa sua dorata visione di immense folle a lui devote, dipinta con colori delicati e vaghi che sfumano nel sogno.
Figura ormai entrata nell’immaginario collettivo, affascinante e dalla psicologia complessa ma al contempo magistralmente tratteggiata, inesauribile fonte di contraddizioni, Lestat è Il Vampiro per eccellenza, perfetto nella sua immortalità ma tutt’altro che statico: e qualcosa dentro di lui è mutato dopo le esperienze narrate in Memnoch il Diavolo.
La storia prende vita in uno scenario familiare, la pittoresca tenuta di Blackwood Farm, ( ambientazione de Il vampiro di Blackwood) e vi si muovono alcuni personaggi a noi noti, tra cui Quinn, il “fratellino” di Lestat, vampiro ancora giovane nel Sangue ma con una storia difficile alle spalle, che cerca di condurre un’esistenza quasi umana, continuando a stare vicino ai suoi parenti e ad occuparsi degli affari, anche se sicuramente questi non si possono paragonare alle normali mansioni da svolgere in una tenuta del genere.
In questo nuovo capitolo delle Cronache la Rice introduce nuove interessanti figure, tra cui un misterioso, ( e a volte inquietante) popolo fino ad allora sconosciuto persino al “boss”, e misteriosamente connesso alla facoltosa famiglia Mayfair. A condire il tutto una sfilza di fantasmi, spiriti legati sia alla misteriosa famiglia di Mona che a quella di Quinn, e che lasciano nel lettore una sensazione di ironica incompiutezza circa il loro ruolo nel libro: sembra quasi logico che alcuni di loro torneranno a farci visita, ma non si può dire con sicurezza.
La voce familiare di Lestat come sempre rapisce il lettore, sa di avere l’attenzione di milioni di ammiratori, ed è conscio di meritarli. Innamorato dell’Amore, passionale e caparbio, si aggira per le strade della Sua città (Los Angeles) come una visione angelica in redingote nera, accompagnato da Quinn e dalla novizia Mona Mayfair, cui non è riuscito a rifiutare il Dono del Sangue. Personaggio dalle tinte forti e a dai repentini cambi di umore, la ragazza è governata da contrasti: o l’amerete o, più probabilmente, la detesterete.
E proprio la famiglia Mayfair è covo di terribili segreti e taciti accordi, cui Lestat si troverà legato tramite Mona e Rowan, cugina della prima, che sembra esercitare su di lui un magnetismo incredibile e quasi inspiegabile fin dal loro primo, casuale incontro, e che in un certo senso farà sì che l’aspirante Santo si innalzi di un gradino verso il suo sogno.
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