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Libri > Recensioni > La Bionda dagli Occhi Neri, di John Banville, edito da Guanda nel 2014 al prezzo di 17,50 euro. Leggi la trama.
Quando uno dei più famosi scrittori noir come Raymond Chandler ideò il detective privato Philip Marlowe nel lontano 1939 ne Il Grande Sonno, forse non avrebbe mai immaginato che, a distanza di oltre cinquant'anni, qualcun altro avrebbe cercato di riportarlo in auge. E, tra l'altro, riuscendoci egregiamente.
Stiamo parlando dello scrittore John Banville, irlandese di origine e vincitore nel 2005 del Booker Prize il quale, firmandosi con lo pseudonimo di Benjamin Black, "resuscita" Marlowe in La Bionda dagli Occhi Neri, un hard boiled che ha tra i suoi estimatori perfino Stephen King:
Raymond Chandler, da qualche parte, sta sorridendo per questa bellissima interpretazione del romanzo hardboiled, che ne rende alla perfezione i toni malinconici. È una grande storia, ma la cosa più incredibile è la capacità di John Banville di cogliere l’effetto complessivo della prosa di Chandler sui lettori.
John Banville, romanziere e giornalista, è al suo quinto romanzo con lo pseudonimo di Benjamin Black (Dove è sempre notte 2007, Un favore personale 2008, Il buon informatore 2013, Congetture su April 2010 e Un giorno d'estate 2012. Tutti Guanda Editore) ed è conosciuto per l'umorismo nero e dall'inventiva nabokoviana.
Per chi ha avuto la fortuna di leggere il grande Chandler questo romanzo sembra farci fare un tuffo nel passato, a una pellicola in bianco e nero e una storia dai toni cupi e malinconici. E nonostante l'ardua impresa, sembra proprio che Banville ci sia riuscito.
Philip Marlowe ha, in La Bionda dagli Occhi Neri, gli stessi toni cinici e ironici del suo precursore e ci regala una trama ricca di particolari, dall'ambientazione in una città come Los Angeles, nella quale ci si immerge tra ville hollywoodiane e locali fetidi, tra l'opulenza ostentata e la criminalità dilagante. Sullo sfondo, il Messico e le sue fetide cittadine oltre il confine.
Marlowe rispecchia il classico detective dall'ufficio buio e polveroso in attesa di un buon caso da seguire, che ama stordirsi dal bere e che vive in un appartamento squallido e sciatto – uno spazio angusto da lupo solitario – del quale poi vergognarsi alla visita di una donna. Soprattutto se questa è abituata a vivere in una casa imponente costruita da uno dei magnati del cinema immersa in un parco e direttamente sul mare.
Claire Cavendish rappresenta la femme fatale alla Marylin Monroe, che ti ammalia con i suoi occhi da cerbiatta e fa perdere la ragione a chiunque le si avvicini.
C'è spazio per sparatorie, torture, inseguimenti, sesso, amore. Il tutto condito con una buona dose di odore di sigari e di buon brandy. E una strana valigia che fa da sfondo.
John Banville ha stile, capacità e metodo. Ii personaggio non è suo ma lo ha reso proprio, lo ha fatto vivere nuovamente, plasmato e ricostruito. Lo ha sballottato anche un po', ma il risultato è vincente, la prosa di Chandler ha rivissuto appieno.
La Bionda dagli Occhi Neri: promosso a pieni voti.
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