Libri > Recensioni > Notte buia, niente stelle, di Stephen King, edito da Sperling & Kupfer nel 2010 al prezzo di 20,90 euro. Leggi la trama.
Con Notte buia, niente stelle (Full Dark, No Stars), Stephen King torna a scrivere racconti brevi, per quanto almeno tre delle quattro storie presenti nel corposo volume di breve abbiano ben poco.
Il libro, stando ai commenti che lo accompagnano, parla di donne “rimesse al loro posto”. Nella realtà dei fatti è piuttosto vero il contrario. Tre dei quattro racconti riguardano donne che si vendicano per dei poco riusciti tentativi di liberarsi di loro, eliminarle, ingannarle, laddove la presenza femminile nel quarto è pressoché inesistente e del tutto priva di rilievo.
Per lo più, il libro soffre del tipico punto debole di King, la caduta sul finale.
Questo si evidenzia particolarmente nel secondo racconto, Maxicamionista, che costruisce con cura una storia cupa ma pacata solo per arrivare a una conclusione piatta e priva di mordente.
Non va comunque molto meglio nel racconto di apertura, 1922, che resta in bilico fino alla fine tra reale e soprannaturale e termina con un finale (in)degno del peggior racconto d’appendice.
A non risentire di questo effetto, per motivi diversi, sono, in ordine di apparizione nel libro, La giusta estensione e Un bel matrimonio, il secondo perché riesce a mantenere il giusto ritmo fino alla fine e termina in maniera forse un po’ scontata ma del tutto apprezzabile, il primo perché il finale è il minore dei suoi problemi. Piatto, banale, scontato, il racconto non solo non decolla mai, ma neanche sembra avere alcuna ragione di esistere, somigliando più a una lunga enumerazione di disgrazie che non conduce in nessun luogo.
Purtroppo, se già in un romanzo un finale poco adeguato può rivelarsi sgradevole, in un racconto breve è spesso sufficiente a rovinare l’intera esperienza della lettura, e Notte buia, niente stelle non fa eccezione da questo punto di vista.
Sembrano molto lontani i fasti di raccolte come Scheletri o Incubi e Deliri, e l’impressione è che il Re sia ormai troppo abituato ai romanzi fiume per riuscire a dare il meglio di sé in poche pagine. Lo dimostra bene soprattutto 1922, che si dilunga per pagine e pagine senza avere poi così tanto da dire, altra cosa che può andare bene per un romanzo ma serve solo ad affossare un racconto.
Nel complesso, Notte buia, niente stelle non si può definire uno dei migliori lavori di King, né nel complesso né a livello dei singoli racconti che lo compongono, con la sola eccezione di Un bel matrimonio, che comunque non raggiunge apici di qualità, restando al livello della sceneggiatura di un film thriller estivo: godibile e buono per passare un po’ di tempo, ma nulla di più.
|