Recensione Romanzo Horror
La Progenie

Libri > Recensioni > La Progenie, di Guillermo Del Toro, Chuck Hogan, edito da Mondadori nel 2011 al prezzo di 5,00 euro. Leggi la trama.

Clicca per leggere la scheda editoriale di La Progenie di Guillermo Del Toro, Chuck Hogan La Progenie è il primo romanzo della trilogia firmata a quattro mani da Guillermo Del Toro e Chuck Hogan.

Regista e sceneggiatore tra i più visionari dei nostri tempi, Del Toro ha scritto e diretto storie appassionanti e immaginifiche, tra cui la più bella resta, senza dubbio, Il Labirinto del Fauno che venne candidato all’Oscar come miglior film straniero, ma che vinse gli Academy per la miglior fotografia, la scenografia e il trucco. Tra i suoi lavori più importanti vi sono anche due film dedicati a Hellboy, personaggio fumettistico creato da Mike Mignola, e il più recente Pacific Rim, di cui il regista è già all’opera per girare il prequel.

Hogan, invece, è autore di numerosi romanzi, tra cui Lo stallo e Il principe dei ladri, con cui ha vinto numerosi premi ed è stato adattato per il cinema da Ben Affleck col titolo The Town.

Con tale background, viene da sé che le aspettative su questo romanzo erano davvero molte e che, purtroppo, sono state ripagate solo in parte.

Sicuramente di positivo vi è la nascita di una nuova specie di vampiri, diversi anni luce dalla nuova stirpe romantico - letteraria degli ultimi anni, ma anche da quelli più sanguinari della versione classica a cui i puristi sono più maggiormente legati. Del Toro e Hogan hanno ricreato queste creature attraverso una nuova fisiologia e fisionomia (che qui non riveliamo in toto per non rovinarvi il colpo di scena) che mescola addirittura diverse tipologie di mostri e che indubbiamente è molto accattivante e porta una ventata d’aria fresca in questo sottogenere horror.

Altra nota positiva è l’aspetto scientifico con cui viene affrontato il vampirismo: virus e piaga che porterebbe, se non fermata in tempo, alla pandemia. È molto evidente, da questo punto di vista, che i due autori abbiano studiato accuratamente come lavora il CDC e quali siano le corrette procedure in caso di minaccia biochimica. Davvero apprezzabile e, sicuramente, i fan della serie TV Fringe non potranno non cogliere molte analogie tra l’iter di Olivia Dunham e di Goodweather.

Su queste note, si sviluppa la storia di base che, nonostante le ottime premesse da thriller moderno, alla fine segue molto la struttura classica di tutti gli horror, non solo letterari ma anche cinematografici.

Infatti, il romanzo segue la struttura dei tre atti americani, con uno stile immediato e semplice che porta il lettore a immergersi nella lettura e trovarsi a guardare un grande schermo e non più a leggere le pagine di un libro.

Il primo atto di La Progenie, vale a dire la presentazione di ciò che sta per accadere e il settaggio dei personaggi, sono ben costruiti e gli indizi, le suggestioni e le atmosfere sono descritte perfettamente. Il tutto con un ritmo molto incalzante che ricorda l’ottimo lavoro fatto con la prima parte del film 30 Giorni di Buio.

Questa tensione e questo ritmo calano man mano che si va avanti, con le aggressioni che troppo spesso non vengono descritte fino in fondo e con cambi di scena repentini, che non lasciano il gusto di assaporare la giusta dose di horror e inquietudine. Esattamente come se stessimo guardando un film: si cambia scena sul momento in cui il vampiro attacca un uomo in casa sua e, poi, venisse inquadrata la casa dall’esterno con urla del povero malcapitato. Tutto diventa prevedibile e la storia, purtroppo, persino noiosa.

Lo stesso andamento accade anche con i personaggi e relativo sviluppo.

Nella prima parte sono tutti settati bene, ma poi, nel corso del romanzo, diventano degli stereotipi. Questo accade soprattutto a Eph, che diventa la brutta copia di se stesso, un cliché in balia degli eventi, la cui accettazione dell’esistenza dei vampiri è fin troppo semplice per un uomo di scienza come lui. Non c’è conflitto, tutto accade nell’animo del protagonista troppo repentinamente e i suoi primi attacchi contro i vampiri sono fin troppo semplici.

Nora, il vice di Eph, diventa praticamente la sua ombra, le cui azioni si riducono a un mero copiare quelle degli altri personaggi. Setrakian,poi, è già uno stereotipo di per sé fin dall’inizio del libro: quello che sa tutto e che grida al disastro ma nessuno gli crede, con l’aggiunta di una punta del cacciatore nel film Lo Squalo e di Van Helsing di Anthony Hopkins.

Gli unici personaggi a essere sempre coerenti e interessanti sono la ex moglie di Eph, Kelly, il loro figlio Zach e il disinfestatore Vasily Fet.

La Progenie, nonostante queste pecche, si lascia comunque leggere e vedremo come i due autori faranno proseguire la storia e se riusciranno a portare cambiamenti positivi. Chissà, infine, come sarà la trasposizione per la TV di questo romanzo e se verrà modificato qualcosa in corso d’opera.

Recensione del libro La Progenie
Recensione scritta da: Elena Mandolini
Pubblicata il 02/09/2014

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