Libri > Recensioni > Wunderkind, una lucida moneta d'argento, di G. L. D'Andrea, edito da Mondadori nel 2009 al prezzo di 17 euro. Leggi la trama.
Già dalle pagine iniziali di Wunderkind, una lucida moneta d'argento, il romanzo - primo di una trilogia - scritto da G. L. D'Andrea, il lettore viene trasportato in un mondo a parte dentro il nostro, un luogo che si incarna principalmente nel quartiere fittizio del Dent de Nuit. Qui vivono, a un passo dalla nostra realtà quotidiana, maghi e creature straordinarie impegnati in battaglie di cui l'umanità resta all'oscuro.
Il concetto, di per sé non proprio innovativo, viene arricchito dall'indiscutibile originalità degli strani esseri che si aggirano per il romanzo, nonché dalla necessità dei Cambiavalute, questo il nome dei maghi, di sacrificare i propri ricordi per fare uso dei loro poteri.
Per questa e altre ragioni, il romanzo richiama alla mente le opere visionarie di Clive Barker, sempre in equilibrio sulla sottile linea che separa il fantasy dall'horror puro.
Il fascino dell'ambientazione viene ulteriormente amplificato dallo stile lirico e barocco, che a tratti diventa però soffocante, rendendo difficile proseguire la lettura.
Tutto ciò che c'è di positivo nell'ambientazione non si riflette, purtroppo, nel resto degli elementi costituenti del libro. L'autore spesso sembra avere ben chiaro in mente ciò di cui sta scrivendo ma non volere o potere trasmetterlo al lettore, a volte sforzandosi in maniera visibile di non fornirgli informazioni che pure gli sarebbero necessarie per poter vivere la storia, anziché limitarsi a osservarne la curata scenografia. Non di rado ci si ritrova persi a chiedersi il significato di una scena che il testo sembra dare per scontato, o ad affrontare una ricca ma astratta descrizione senza avere, alla fine, compreso di cosa si stia parlando di preciso.
E al termine della storia ci si ritrova a saperne meno che all'inizio su quanto sia accaduto: gli interrogativi iniziali restano tali, e lungo la strada se ne aggiungono molti altri.
Trama e personaggi sono lacunosi.
Caius, che dovrebbe essere il protagonista, ha un ruolo quasi da comparsa. Altri personaggi sono più concreti e affascinanti, ma anche incoerenti e dalle motivazioni talmente oscure da far sembrare che siano ignote perfino a loro stessi. Alcune delle loro azioni appaiono prive di qualsivoglia logica e volte a ottenere l'effetto opposto di quello che dichiarano.
Altro punto debole del romanzo sono alcuni elementi che, nell'assoluta serietà in cui sono calati, appaiono ridicoli, a partire dai nomi di alcune creature, come gli stessi cambiavalute, i fobici – che non hanno alcuna relazione con qualche genere di fobia – o i tarlati, per arrivare all'esercito di mani mozzate del finale che riporta alla mente la Famiglia Addams più che far venire i brividi.
Wunderkind, una lucida moneta d'argento ha un ottimo lavoro di costruzione scenica, insufficiente però a supportare una struttura debole, spesso già appesantita da un eccesso di lirismo.
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