Libri > Recensioni > Mozart: delitti in re maggiore, di Tito Giliberto, edito da Todaro Editore nel 2006 al prezzo di 14.00 euro. Leggi la trama.
Tito Giliberto, giornalista del Tg5 – alcuni lo ricorderanno forse per le dirette dal teatro della Scala di Milano – dopo aver scritto il saggio storico intitolato Giornali e giornalisti dopo il Quarantotto, si presenta qui con il suo primo romanzo.
A oltre due secoli dalla morte del grande compositore austriaco, ancora non si è riusciti a capire quali siano state le vere cause della sua morte. Partendo dalla perdita del manoscritto italiano del Don Giovanni, e dal ritrovamento di una lettera che semina forti dubbi su come sia morto Mozart, Giliberto elabora, sotto forma di indagine storica un romanzo che lascia trapelare tutta la sua passione per la musica e per il giornalismo, disegnando, per mezzo della narrazione in prima persona di Alessio Rossato, con fare delizioso la Vienna di fine ‘700, e utilizzando un linguaggio adatto a quell’epoca, ma nello stesso tempo scorrevole. La trama di scioglie capitolo dopo capitolo, portando alla luce tutti i tasselli di quello che sembra essere un vero e proprio intrigo aristocratico. I protagonisti sono ben delineati, soprattutto Alessio, un po’ meno Charlotte nelle fasi iniziali del libro, dove mi ha dato l’impressione di essere contraddittoria in alcuni atteggiamenti e discorsi, ma si tratta comunque di una cosa che non va a disturbare più di tanto il lettore. Il meglio di sé Giliberto lo ha dato certamente nella seconda parte del romanzo, dove il ritmo diviene più incalzante e i fatti si svolgono con tale rapidità da sembrare l’uno cacciatore dell’altro, elargiti, anche se di fatti oscuri si tratta, con una certa ironia, sino a giungere velocissimamente al finale. Un finale che non avrei mai immaginato, da lasciarmi di stucco. Roba da prendere il libro letteralmente a pugni.
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