Libri > Recensioni > Il male, di Ravi Shankar Etteth, edito da Barbera Editore nel 2006 al prezzo di 16.50 euro. Leggi la trama.
Perché i tuoi occhi sono così rossi? Perché Dio li ha sfiorati passando. Perché le tue unghie sono così lunghe? Per strapparti le viscere.
C’è senz’altro da imparare qualcosa da questo trailer, tanto azzeccato e ammaliante da far venire davvero voglia di leggere “Il male”, thriller scritto dal caporedattore di India Today e, come il suo personaggio Samorin, vignettista.
Un thriller che non lesina elementi esotici, anzi (uno dei luoghi dove il libro è ambientato è il villaggio dove è nato il dio Krishna, con leggende e miti connessi), ma soprattutto riesce a creare un’atmosfera equilibrata ma allo stesso tempo malvagia e adulante.
Dalla quarta di copertina, questo potrebbe sembrare un giallo classico, ma a pagina 73 il delitto ha già una soluzione e restano da risolvere solo i conflitti dei personaggi che occupano la scena. Scelta questa strada, al narratore non resta che amplificare le personalità e i conflitti di Samorin e Anna, indagati con occhio attento e mostrati in tutte le loro sottigliezze al lettore. Il male del titolo è insinuato nelle vite dei protagonisti sotto le sembianze di un antagonista tanto crudele quanto affascinante, ed è proprio la presenza di questa conturbante figura a reggere il peso della narrazione.
Etteth è molto abile nel dosare la prosa e la poesia, nell’insinuarsi nelle fessure dell’attenzione, nel concedere scorci ma solo scorci al suo lettore. Un libro, questo, scorrevole ma che allo stesso tempo è frutto di scelte stilistiche molto attente, che perciò piacerà sicuramente a chi ama soffermarsi sui dettagli, sulle descrizioni e sulle immagini, più che sull’azione a ogni riga.
Tirate d’orecchi? Una all’autore per la soluzione del delitto iniziale, che risulta un po’ tirata.
L’altra senz’altro a Barbera Editore, per aver chiamato Il male un libro che nella lingua originale ha il conturbante titolo The village of widows, Il villaggio delle vedove.
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