Tenochtitlán 1520 - Mexico City 2277. Due porte di accesso verso il Mictlan, l'Inferno sotterraneo della mitologia azeca.
Una delle porte si apre a Tenochtitlán, ai tempi di Cortés. È la Noche Triste, 1º luglio 1520, gli spagnoli fuggono di notte dalla città carichi di oro attraverso un ponte mobile sul lago Texcoco. Scatta l’allarme, le locuste, l’esercito azteco, prendono d’assalto la retroguardia di Cortés, facendola a pezzi. I prigionieri vengono trascinati dentro Tenochtitlán, per essere sacrificati sul Templo Major e nel Mictlan.
È la storia di Cornelio, Toli, Pepe, Zacarías, Iker e degli altri sfortunati sopravvissuti spagnoli, che vivranno un vero e proprio incubo di carne e di sangue: I riti blasfemi, deliranti e antropofagici della cultura azteca.
La seconda porta sul Mictlan è nascosta nella post-apocalittica megalopoli di Mexico City, l’antica Tenochtitlán.
Anno 2257, la pandemia di Cloud 7, architettata dalla potente New Moon Comporation, sta dilagando nella Repubblica Mesoamericana. Orde di zombie, imbottiti della superdroga che scatena gli istinti antropofagici umani, sta divorando la città, in tutti i sensi.
Questa è la storia di Artemisia, Roslyn e Paloma, tre delle celebri "tigres de hierro", un corpo speciale femminile della Repubblica, che tentano di raggiungere le altre “amazzoni” sopravvissute al centro della megalopoli, seguendo un segnale che le guida nei sotterranei della Casa Azúl.
Ma sulla loro strada troveranno legioni di infetti affamati che controllano tutti gli accessi. Le tigri di ferro, addestrate a ogni tipo di combattimento, dovranno farsi strada contando sul loro speciale addestramento e sulle bocche di fuoco del loro armamento.
Ma non sono solo gli infetti a divorare Mexico City. Ci sono altri denti, affilati, nascosti nella pancia della megalopoli...
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