Sanela Beara è una vigilessa diligente e ambiziosa e non vuole lavorare facendo divieti di sosta per tutta la vita. Chi era costretto a lavorare con lei acquistava il nomignolo di “lo sfigato della settimana”. Aveva chiesto un avanzamento di grado e attendeva solo l'occasione giusta per riscattarsi.
Ed ecco che nello zoo di Berlino vengono ritrovati i resti di un cadavere, letteralmente fatto a pezzi, alcuni di questi divorati dai pécari, una specie simile al cinghiale.
La macabra scoperta è stata fatta da una scolaresca in gita, in particolare da alcune bambine che raccontano in modo giocoso e innocente ciò che hanno visto tra gli alberi.
Sanela non si lascia sfuggire un secondo e interroga le piccole, in attesa che la zona venga delimitata dalle forze dell'ordine e che cominci la raccolta degli indizi che possano far risalire al colpevole dell'omicidio.
All'interno del parco vive Charlotte Rubin, allevatrice di "cibo per animali", vale a dire topolini bianchi che servono a nutrire alcune specie, i quali hanno però una degna morte da parte della donna, sensibile a quel lavoro non proprio entusiasmante. Schiva e taciturna, quando Sanela per caso si imbatte nel suo angolo nascosto dello zoo, si rinchiude in se stessa.
Diventa la prima indiziata dell'omicidio e viene sottoposta a perizia psichiatrica, ma né Sanela né Jeremy Saaler, assistente del professor Brock, incaricato di redigere la perizia sulla capacità d’intendere e di volere della presunta assassina, credono che Charlie abbia potuto fare a pezzi un uomo.
E quando cominciano a prendere informazioni sulle origini della donna, sembra che tutto faccia condurre al paese di origine: Wendisch Bruch, un paesino del Brandeburgo.
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