In un castello della Bassa padana è conservata la Damaz, un'arma del XVII secolo, notoriamente e potenzialmente distruttiva, appartenente a una civiltà non terrestre (che vive nelle profonde viscere della terra: Regno di Danizia, Terra dell'Est) e messa in salvo dalle ferocie del popolo nemico (anch'esso nel sottosuolo: Regno dei Tarnon, Terra del Nord) al comando del perfido re Admoz. In realtà, la Damaz è un'arma fulminea destinata al futuro erede del Bene e atta a eliminare l'intera massa maligna in un amen.
Quasi quattrocento anni dopo, ai nostri giorni, un emissario del Bene, su incarico di re Sarnis, "riappare" in superficie per recuperare l'arma in quanto l'erede-salvatore è già nato: egli è il principe Shan. La profezia daniziana esige la presenza di un terrestre perché portasse l'arma con sé e che questa potesse giungere al palazzo ingioiellato del re buono. Viene scelto Michele, un giovane teologo che, poi, accetta dopo vari suoi tentennamenti e proteste per la scelta caduta su di lui.
L'avventura del teologo, in un fantastico mondo sotterraneo, è colma di infiniti pericoli, attentati alla sua persona, imboscate e incontri con volatili mostruosi e macabri velivoli inimmaginabili.
Malauguratamente, Michele cade in una imboscata nella quale la Damaz viene sequestrata dai brutali nemici. Ma egli non si dà per vinto. Studia strategie e si butta in azioni belligeranti, a volte intromettendosi in incognito tra i torvi esseri di Tarnon. Nell'impari lotta, il teologo ha compagni validi
alleati...
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