L’antologia Tutto inizia da 0 e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni - curata da Alberto Panicucci, Edoardo Cicchinelli e Francesco Ruffino dell'associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare - custodisce quindici racconti, premiati nei concorsi letterari di sei paesi.
Si tratta di quindici portali verso altrettanti mondi fantastici: fantasy, horror, di fantascienza e "oltre il reale". Allora, come consiglia Douglas Adams nella sua Guida galattica per Autostoppisti, armiamoci di un asciugamano e prepariamoci al viaggio.
Il primo racconto, che apre l’antologia e che le conferisce il titolo é Tutto inizia da 0 di Maurizio Ferrero: Cosa hanno in comune un videogioco ambientato nello spazio, un gioco di ruolo che mischia cultura pop giapponese, mutanti, una sala giochi anni ’80, la nostra banale realtà e un androide alieno in missione segreta? Sono gli universi incastrati abilmente in un gioco di scatole cinesi in questo racconto, vincitore dell’edizione 2016, dove nulla è quello che sembra e in cui continui colpi di scena ci rendono schiavi della lettura trascinandoci fino all’ultima pagina e qui, con un colpo di coda da maestro, il finale si ricollega alle prime righe in una travolgente composizione ad anello.
A conquistare il secondo posto è Gartu di Davide Jaccod: Disadorni uffici amministrativi non esistono solo nel mondo degli esseri umani; la burocrazia con i suoi tentacoli fatti di cavilli e scartoffie raggiunge anche il mondo fantastico nelle sembianze dell’Ufficio Maledizioni Permanenti dove lavora il nostro protagonista, Gartu, uno gnomo fedele e instancabile che da settecentoquattro anni svolge un lavoro impeccabile. Per lui ogni maledizione non é un semplice atto amministrativo ma diventa un gesto artistico; quelle che nel mondo umano sono credute semplici superstizioni, per Gartu e per gli altri dipendenti dell’ufficio corrispondono a codici e protocolli codificati: una maledizione per chi passa sotto una scala, una per chi si siede in tredici a tavola, una per chi posa il cappello sul letto. E così via. Ma gli uomini ormai non fanno più caso ai loro gesti e non danno peso alle conseguenze e le scartoffie, le maledizioni da scagliare si accumulano, diventano ingestibili. A Gartu è affidato il cruciale compito di evitare il collasso.
Il racconto che guadagna il terzo posto é Prova di recupero di Luigi Rinaldi: Tony è un ragazzo come tanti, sognatore, svogliato a scuola, innamorato. Ma Tony vive in un mondo in cui il fallimento non è contemplato, in cui il nucleo famigliare perfetto è composto da tre componenti e lui ha una sorella, con un quoziente intellettivo di molto superiore al suo. Vive in un mondo che non accetta i difetti e le mancanze e che costringe tutti i ragazzi che non rispettano i criteri sanciti dal governo a sottoporsi a una prova per testare la loro intelligenza. Ma del test scolastico questa prova ha solo l’apparenza: un’ora di tempo, domande a crocette, asettiche, fredde. Se Tony non dovesse rispondere correttamente verrà posto in eccedenza. Sparirà, semplicemente. Contro questo gelido, inumano test una ragazza, quella di cui è innamorato, saprà compiere un gesto di rivolta, piccolo, inutile ma grande, pieno di dignità. Tony saprà seguirla o sceglierà di abbassare lo sguardo?
Al quarto posto troviamo il racconto La transazione del secolo di Francesca Cappelli: In una Firenze impregnata di mistero e magia seguiamo i passi di Samuele, un ragazzo che lavora come commesso in una bottega di oggetti bizzarri che viene, suo malgrado, coinvolto in uno scambio commerciale magico e pericoloso dal suo datore di lavoro, Damiano Lunari, un uomo indecifrabile e imprevedibile. I passanti non lo sanno ma a Ponte Vecchio esiste il Mercato, non semplici bancarelle di carabattole per turisti ma un mercato in cui si scambiano oggetti stregati, dotati di poteri magici benevoli o maligni per i quali i più grandi stregoni d’Italia sono disposti a uccidere. E il nostro Samuele si ritroverà in quel luogo pericoloso proprio nella notte in cui avverrà uno scambio che tutti gli esperti di magia attendono: la vendita del Ricciolo di Laura, una ciocca di capelli imbevuta di poteri inimmaginabili. Nella notte più assurda dell’anno Samuele scoprirà che nulla è come sembra e che il futuro può riservare sorprese inaspettate.
Il racconto che si piazza al quinto posto è La commedia dell’Arte di Francesco Nucera: che volto avrebbero le maschere della commedia dell’arte se si incarnassero in esseri umani, stanchi e disillusi di un mondo che non vuole più ridere e che sembra averli dimenticati? Un Arlecchino dalla parlata in rima nel corpo di un allegro vagabondo di nome Florean e Ciro, un uomo posseduto dallo spirito di Pulcinella rispondono a questa domanda trasportandoci in una storia tinta di mistero: dove sono le altre maschere? Perché nemmeno Arlecchino e Pulcinella sembrano ricordarsene? Qualcuno le sta uccidendo e ne sta facendo sparire le tracce? Pulcinella decide di rivolgersi a Zanni, il padre di tutte le maschere per dipanare i fili di quel mistero. Ma il volto di Zanni si adombra a quelle domande; sarà forse lui il responsabile delle misteriose sparizioni?
Nella seconda sezione troviamo i racconti vincitori di Premi letterari sparsi per il mondo, tradotti appositamente per questa antologia.
Lustbader dell’australiano Ron Schoer, secondo classificato all’Aeon Awards Contest, ci trasporta nel deserto rosso dei monti Flinders, una catena montuosa dell’Australia meridionale, nella sua atmosfera polverosa che racchiude misteri antichi, mucchi di pietre e simboli di cui nessuno ricorda il significato e a cui nessuno sembra dare importanza; tranne Lustbader, un vecchio vagabondo dagli occhi acquosi, un veterano di guerra un po’ pazzo incontrato per caso che affascina il protagonista, voce narrante del racconto, con le sue storie e la sua ossessione per leggende antiche legate a quelle pietre misteriose sparse per il deserto. Forse sono indicazioni per un rituale, tracciato direttamente nella terra; un rito per aprire un portale che possa risvegliare influssi antichi, dormienti da tempo immemore. Ma quanto può costare tentare di risvegliare ciò che giace nel profondo?
L’arca di Pandora della spagnola Chus Alvarez, vincitrice del Premio Visiones, ci chiude all’interno di una stazione orbitale dotata di un’intelligenza artificiale che la governa e ne regola ogni funzionamento, chiamata Pandora. Maria vive da sei anni in quella nave che vaga nello spazio, il suo compito é inviare sonde verso una Terra morta, distrutta dopo l’ultima catastrofe per cercare superstiti. Svolge meccanicamente il suo incarico ma ha ormai dimenticato cosa significhi la speranza; unica sopravvissuta del genere umano, la sola compagnia che le rimane sono gli androidi con fattezze umane dai nomi classicheggianti che ha creato lei stessa, un corpo robotico che contiene il download della mente di un suo compagno di viaggio morto in seguito a un esplosione e la voce della IA. Maria dipinge per cercare di riprodurre le opere che dopo la tragedia sono andate distrutte, un accorato tentativo di riportare in vita almeno un frammento di quello che era la Terra ma, giorno per giorno, il miraggio di poter trovare un qualche superstite da quella sfera devastata che era stata un pianeta vivo, si fa sempre più lontano.
Carta, sasso, incisivi dell’inglese David Cleden, vincitore del James White Award, ci precipita in un selvaggio universo alternativo in cui due tribù rivali si sfidano per il possesso delle aree di caccia in duelli all’ultimo sangue tra due rispettivi campioni. Sfruttando abilmente la classica dinamica di Carta, sasso e forbici secondo cui la carta batte il sasso che vincerebbe sulle forbici ma viene battuta dalle forbici che a loro volta verrebbero battute dal sasso, nel racconto si ipotizza che questi due campioni, seguendo uno specifico e dolorosissimo rituale possano mutare il loro stesso corpo, pelle, ossa, articolazioni, per diventare un’arma letale per battere il nemico, sperando di azzeccare la mutazione giusta che permetta di sfruttare le debolezze dell’avversario e vincerlo. Ma cosa accade quando i due opposti campioni sono due fratelli?
Fratello di Rue Karney, vincitrice dell’AHWA Short Story Competition, è una storia horror ambientata in un museo. Ma non si tratta di un museo comune; è il Museo Della Morte e della Vita e tra le sue opere la più particolare è una rastrelliera che contiene le “Bambole della preoccupazione”. Non sono esattamente vive. Sono semi-vive: un ammasso di materia biologica che fluttua in provette piene di liquido nutritivo. Fratello è un visitatore che deve il suo inconsueto nome all’esistenza di una gemella chiamata Sorella, morta pochi giorni dopo la nascita. È una sua impressione o una di quelle bambole gli ha appena sorriso? E perché si sente così morbosamente attratto da loro?
10, di Michael Hardaker, vincitore del Nova Short Story Competition, sembra quasi precipitare dal Mondo Nuovo di Huxley; un universo perfettamente organizzato, gelido, asettico, in cui perfino le parole si possono misurare con una semplice formula matematica, un sistema binario 1-0, come quello dei computer, e non solo le parole pronunciate, ascoltate, scritte. Ma anche le parole che non ci sono, quelle che rimangono nascoste, quelle che non diciamo, quelle che servono per celare le menzogne, gli inganni. Se bastasse un algoritmo per scovare in qualsiasi discorso le, anche minime, intenzioni di mentire, tutte le sfumature di non detti, i segreti… allora l’uomo che possedesse quell’algoritmo avrebbe un potere incommensurabile.
L’ultima sezione della raccolta racchiude i cinque racconti del concorso SFIDA, parallelo al Trofeo RiLL, che prevede un tema da rispettare: quest’anno, in onore del cinquantesimo anniversario del Lucca Comics & Games il soggetto proposto è stato: Re Mida, ossia qualcuno/qualcosa che trasformi in oro quello che tocca in senso letterale o metaforico.
Il primo racconto della sezione: Tocco magico di Alain Voudí tratteggia una Sardegna magica e indecifrabile; tra i suoi misteri si aggira un investigatore dotato del dono dell’Empatia: toccando una persona o un oggetto egli può percepirne i sentimenti nascosti o le emozioni che vi sono state impresse. Dovrà sfruttare la sua abilità per scoprire i segreti celati dietro l’apparente suicidio del ricchissimo Antonio Midas, trovato impiccato nella sua casa con una corda d’oro zecchino. Ma sulla penna del biglietto d’addio non è impressa la disperazione, tipica dei suicidi ma un terrore puro, assoluto. Toccherà al nostro investigatore scoprire la causa di quell’inconsueta emozione.
Nero, di Rosalba Risaliti, racconta la vita di un ragazzo scacciato dalla famiglia perché frutto di un amore proibito, nato durante una pioggia di pietre. Ma quel cielo ostile non ha dato una maledizione a questo bambino dalla pelle scura; gli ha dato un dono. Quando verrà mandato a Firenze, a lavorare nella bottega di un artista, questo dono gli si rivelerà: nessuno come il Nero riesce a lavorare l’oro con tanta abilità; le sue dita lunghe e delicate creano strisce sottilissime, quasi impalpabili. Un giorno si taglia con un coltello e una goccia di sangue bagna l’oro che sta lavorando. Trascinati dalla superstizione, convinti che sia un mago capace di trasmutare l’oro e di moltiplicarlo, il beccaio e sua figlia decidono di rapirlo; vogliono tenerlo rinchiuso, un loro possesso, come fosse una gallina dalle uova d’oro. Gli tagliuzzano le dita, gli spremono il sangue nel desiderio di diventare ricchi. Ma l’abilità del Nero era nelle sue dita. Non nel suo sangue.
L’oro della città di Alberto Tarroni si basa sul classico racconto di Re Mida: un uomo che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Ma il protagonista di questa storia non è un re; è un vagabondo. Ha condannato se stesso a quella vita di escluso, di reietto perché quel tocco magico che molti potrebbero credere un dono inestimabile non è altro che una maledizione che l’ha privato del piacere del cibo e della gioia del contatto umano. Se dovesse sfiorare qualcuno il malcapitato si trasformerebbe in una fredda statua di oro massiccio. Per questo ha scelto la vita del senzatetto, del vagabondo: perché è colui che chiunque per strada farebbe di tutto per evitare. Ma la vita che gli ha strappato ogni cosa con la crudeltà di una maledizione saprà dargli un’altra possibilità: riuscirà a salvare, grazie a quella maledizione usata come arma una donna, vagabonda e ignorata come lui che gli ha sorriso?
Il tocco di Roscia di Michele Piccolino è una storia di Húbris punita, di arroganza piegata; la storia di un uomo, il piu’ grande critico enogastronomico del mondo che, per il desiderio di assaggiare il vino migliore, l’autentico nettare degli dei. Dopo averlo provato nulla sarebbe stato più lo stesso, gli dice un uomo misterioso. E così fu, ma non come Roscia si sarebbe potuto aspettare; quel vino prodigioso, incredibile, divino, aveva bruciato ogni percezione della sua lingua e del suo palato. E così, a causa di troppa curiosità, il tocco di Roscia era scomparso. Per sempre.
Re Mida, di Massimo Malerba stuzzica il desiderio che accomuna molti pendolari costretti a trascorrere innumerevoli ore bloccati nel traffico maledicendo ogni singolo istante passato in una macchina diventata nient’altro che una prigione di lamiere. E se ci fosse qualcuno in grado di liberarvi per sempre da questo incubo? In questa Roma futuristica esiste: é un agente immobiliare dell’agenzia RE Mida che costruisce case dotate di ruote o cingoli in grado di muoversi su apposite sopraelevate preferenziali. Addio all’incubo del traffico e benvenuta alla possibilità di spostarsi ogni giorno nel luogo che più aggrada senza spostarsi da casa ma affittando di volta in volta spazi appositi per “parcheggiare” la propria abitazione su cingoli, una sera a Piazza Navona, un’altra in Via Veneto oppure a Trastevere… Ma è davvero tutto oro quel che luccica?
[testo scheda libro di Beatrice Salvioni]
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