Chi ha visto Jasmin Martin per l’ultima volta ricorda una ragazza molto giovane che stringeva tra le braccia un coniglio cincillà. Insieme a lei c’era un uomo, ma il cappello a larghe falde che indossava rendeva impossibile guardarlo bene in faccia. Jasmin aveva quattordici anni. E Sara, sua madre, ai giornalisti che accorrevano a intervistarla sulla scomparsa della figlia, dichiarava tra le lacrime: «Qualunque cosa vuoi essere, ragazza, ti prego di tornare a casa».
Ma Jasmin non era una delle tante adolescenti che si allontanano dalla propria abitazione per un capriccio. Lei era una studentessa semplice e pulita, perché avrebbe dovuto abbandonare la sua famiglia, le sue lezioni di equitazione o la nonna, a cui era tanto affezionata?
Quando, dopo molto tempo, la polizia identificherà il cadavere della sua amica Linda, le indagini sulla scomparsa di Jasmin prenderanno una direzione inaspettata: frammenti di una realtà in cui un sordido traffico di minorenni viene mascherato dietro il paravento di attività perfettamente legali.
Ma per quanti sforzi possano fare gli investigatori, soltanto Jasmin è in gradi di confessare la verità della notte, smentendo, con un colpo di scena, le voci di chi – nel corso dei dodici anni in cui non si sono avute sue notizie – l’ha creduta morta. Perché Jasmin non è più la ragazzina con il coniglietto tra le braccia, questo è sicuro. Però è viva. E in questo capolavoro di suspance e abiezione, indagine psicologica e paesaggi nordici segnati da cupa freddezza, non può che puntare il dito contro un mostro nascosto nel passato. E iniziare a raccontare la sua storia.
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