Italia, Piemonte, fine XIX secolo. Nel manicomio di Collegno si incrociano i destini di molte anime perse con quelli di uomini illustri.
Come Cesare Lombroso, il famoso psichiatra celebrato per il metodo scientifico con cui riesce a distinguere, grazie allo studio delle dimensioni e della forma dei crani, l'uomo di genio dal delinquente, la brava ragazza dalla prostituta, il criminale dal pazzo furioso.
Il famoso Emilio Salgari che, a seconda dell'ondivagare della sua pazzia, si crede ora capitano di mare, ora scrittore.
Marianna, una prostituta triste dalla vita inguaiata.
E infine, un delinquente nato, talmente pazzo da aver ripudiato persino il suo nome: si fa chiamare con le iniziali U.G. e passa le sue giornate in manicomio a creare una delirante scultura di ossa. Ossa di vacca, di donna, di pollo, non v'è differenza: ogni ossicino viene finemente scolpito con figurine primitive, di grande forza evocativa.
Sullo sfondo, nero e insanguinato, i delitti di un mostro sanguinario e inafferrabile che sventra giovani prostitute.
In un crescendo di orrore e morte, U.G. scoprirà che nemmeno la pazzia potrà salvarlo dal suo passato. Ricordi atroci e avvenimenti deliranti come incubi, sullo sfondo di una realtà che persino i più coraggiosi tra gli uomini avrebbero paura di affrontare...
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