Genio ormai indiscusso della letteratura americana dell’Ottocento, durante la sua breve esistenza Edgar Allan Poe sperimentò l’ostilità e l’incomprensione del mondo a lui contemporaneo. Dai margini ai quali fu relegato, dall’abisso di disperazione in cui fu spinto, lo scrittore lanciò tuttavia la sua sfida all’élite culturale dominante che, se da un lato, di fronte ai suoi testi inquietanti urlò allo scandalo, dall’altro ne subì irresistibilmente il fascino morboso. Concentrando l’attenzione sulla vita di stenti e aspirazioni frustrate del famoso scrittore, e inserendo sapientemente elementi immaginari, Nikolaj Frobenius mette in scena un dramma a tre voci – di Edgar Allan Poe, del critico letterario Rufus Griswold e dell’albino Samuel – tutte tragicamente guidate da un’insana e pericolosa ossessione che, per vie e modi diversi, condurrà i protagonisti al medesimo destino di autodistruzione.
L’esito è un intreccio appassionante, che riesce a varcare i confini del genere storico strappando al passato personalità di straordinaria ricchezza umana e trasformandole sotto gli occhi del lettore in rappresentanti a pieno titolo dell’uomo moderno, schiacciato dalle proprie paure, perseguitato dalle ansie, lacerato da sentimenti ambigui e spesso inconfessabili.
L'Autore Nikolaj Frobenius, nato a Oslo nel 1965, esordisce a ventun anni con una raccolta di racconti. Sale alla ribalta internazionale con il romanzo Il valletto di de Sade, che è stato tradotto in ben quattordici lingue e ha contribuito a conquistargli il favore della critica, che lo ha definito un vero «talento naturale». La sua poliedrica produzione spazia dalla prosa, alla poesia, dal teatro, al cinema (sua è la sceneggiatura del film Insomnia).
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