Delphine ha ventitré anni, veste alla moda, scrive di musica, gioca con il gatto e non sopporta l'altro sesso: il corpo dei maschi le sembra un oggetto orripilante e l'amore una cosa disgustosa, bestiale. Delphine, gli esseri umani, li odia. Odia l'odore della loro pelle quando si accalcano nei locali, odia la loro presenza nei vagoni della metropolitana, odia i loro modi ipocriti e i loro sorrisi privi di significato. Un giorno qualcuno tenta di rapinarla e lei reagisce tagliandogli la gola con un coltello. Tutta l'umanità, secondo Delphine, merita soltanto di essere sterminata. Per questa ragione Delphine uccide. Le sue vittime preferite sono ragazze giovani e belle ma per Delphine soltanto esistenze da fare a pezzi con la complicità di un compagno disperato: Narciso, un uomo talmente ricco e talmente bello da non potersi permettere neanche il lusso di essere amato. E l'amore, tra Delphine e Narciso, è in agguato, duro come una condanna.
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