Cento anni di casi giudiziari che hanno cambiato la nostra percezione della criminalità e del delitto. Un viaggio attraverso la morte, la passione, la vendetta e l’odio, che è anche una chiave di lettura per comprendere il mutamento del nostro Paese a cavallo di due secoli. Il drammatico assassinio di Isolina Canuti, del 1900; la scomparsa della piccola Veronica Zucca, della stessa epoca; i casi di Maria Oggioni Tiepolo, del 1913, e di Gino Girolimoni, del 1924; l’allucinante vicenda della «saponificatrice» Leonarda Cianciulli, alla fine degli anni trenta; Rina Fort e la strage familiare di Milano, nel ’46; la morte di Wilma Montesi, dei primi anni cinquanta; fino al rapimento di Ermanno Lavorini, del ’69, e ai casi più drammaticamente recenti di Marta Russo e delle guardie svizzere Estermann e Tornay in Vaticano. Dai primi del secolo scorso a oggi, per capire che in fondo nulla è cambiato. Si uccide ancora per gli stessi motivi, anche se variano le pene, evolve la capacità investigativa e si diversificano gli effetti sulla pubblica opinione.
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