Eric, Andrew e la loro bambina di sette anni, Wen, si trovano in un cottage sulla riva di un lago, tra i boschi del New Hampshire settentrionale, vicino al confine canadese.
Sono lì per rilassarsi e staccare la spina dalla routine del lavoro e della vita metropolitana: ecco perché hanno scelto per le vacanze un luogo così isolato, lontano chilometri dall’abitazione più vicina e in cui non c’è internet e gli smartphone non prendono.
Gli unici collegamenti col resto del mondo sono il telefono fisso e un televisore che tengono spento, dedicandosi alla lettura.
Wen, intanto, gioca con le cavallette in giardino, attribuendo un nome a quelle che riesce a prendere e infilandole in un barattolo, da cui intende liberarle dopo averle osservate per un po’ ed essersi assicurata che stiano bene, perché da grande vuole fare la veterinaria.
Quando sente dei rumori che si avvicinano, la bambina ricorda che i suoi due papà le hanno raccomandato di rientrare nel cottage, in caso avesse avvistato qualsiasi animale più grande di uno scoiattolo; quello che le si avvicina lungo la strada, però, non è un animale, ma un uomo grande e grosso, che le rivolge un sorriso autentico, contagioso, e si presenta come Leonard, iniziando a chiacchierare in modo affabile, aggirando le sue deboli difese nel mettersi a giocare con lei, aiutandola a prendere altre due cavallette.
Nel barattolo ce ne sono sette, quando sulla strada compaiono altre tre persone, un uomo e due donne, che impugnano strane e inquietanti armi da taglio: attrezzi costruiti con aste di legno e in cima chiodi, viti, lame e spuntoni metallici.
Spaventata, Wen decide di rifugiarsi subito nel cottage, ma Leonard la avverte con calma tristezza che, insieme ai suoi papà, dovrà far entrare in casa lui e i suoi tre compagni e prendere decisioni terribili per salvare il mondo.
La famiglia di Wen si barrica nel cottage, Eric e Andrew, persone posate e istruite, invitano i quattro sconosciuti ad andarsene, prima cercando di ragionare e poi di imporsi, sentendo montare il panico nello scoprire di essere in minoranza e di non poter chiamare aiuto, perché al telefono fisso sono stati tagliati i fili: l’isolamento che cercavano è diventato la loro condanna, proteggere la figlia la loro priorità assoluta e il legame che li unisce l’unica cosa a cui aggrapparsi per cercare di non impazzire quando la situazione sfugge loro di mano.
Diventa presto chiaro, infatti, che i quattro sconosciuti, pur non mostrando atteggiamenti aggressivi, hanno tutte le intenzioni di andare fino in fondo a quella che considerano una missione di importanza letteralmente vitale.
Si scatena, così, un crescendo di lucida follia, in cui ognuna delle sette persone chiuse nel cottage – come sette sono le cavallette rimaste imprigionate nel barattolo di Wen – è convinta di agire per motivi validi, di essere nel giusto e di non voler fare male a nessuno.
Eppure, tra presagi apocalittici, paranoie e rituali di sangue, diventa quello il luogo fuori dal mondo nel quale si deciderà il destino di una famiglia e, forse, dell’intera umanità.
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