Johann "Jack" Unterweger fu un serial killer molto particolare, un vero e proprio Jekyll&Hide moderno dell'omicidio seriale.
Jack infatti non fu mai il classico assassino del "prifilo basso", un individuo comune: si impose in Austria come un grande scrittore.
Quando, a metà degli anni '70, finì in prigione a Vienna, la città in cui viveva, accusato dell'omicidio di una prostituta, scrisse un romanzo autobiografico dal titolo "Purgatorio" che divenne un caso letterario in tutta la sua nazione. Divenne così famoso e apprezzato a ogni livello che una petizione firmata da oltre ottocento intellettuali austriaci ottenne la sua liberazione, sulla base di una semplice considerazione: l'autore di un libro simile è un grande artista, e un grande artista non può essere l'autore della mostruosità di cui Jack viene accusato.
Di questo l'intero paese è convinto. Così il "grande scrittore" torna in libertà. Fu un errore fatale e un clamoroso caso di scicco conformismo ideologico. Un errore in cui cadde un'intera nazione.
Una volta tornato libero Jack Unterweger riprese subito a uccidere: morirono altre quattro prostitute.
Ma siccome ormai era un celebre scrittore e nessuno poteva "osare" sospettare di lui. Addirittura un noto giornale lo incarica di seguire il caso di questo misterioso serial killer. Le cronache firmate Unterweger di questi tristi e sanguinosi eventi sono articoli di livello che infiammano i lettori.
Il successo è tale che Jack, su incarico di quello stesso giornale, viene spedito in America per lavorare su dei casi di quel paese. Negli USA uccide altre due volte, ma viene presto scoperto, catturato e incriminato.
La polizia americana non conosceva la sua storia, negli Stati Uniti d'America la sua fama era nulla e non riuscì proteggerlo. Presto venne dichiarato colpevole: successivamente venne estradato e rinchiuso in un carcere austriaco, dove si suicidò, impiccandosi.
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