Lituania, fine della seconda guerra mondiale. Un bambino di otto anni emaciato e sporco, emerge dalle macerie e dalle stragi del fronte occidentale e vaga senza meta nella neve con un braccio rotto e una catena stretta al collo. Quel bambino è Hannibal Lecter, fuggito dal casino di caccia in cui si era rifugiato con la famiglia per scampare alla violenza delle soldataglie. Gli occhi attraversati da un'indecifrabile espressione, chiuso in un ostinato silenzio, il piccolo Hannibal cresce nell'orfanotrofio russo che lo ospita in una solitudine apparentemente assoluta. Lo zio, un famoso pittore, riesce a rintracciarlo e lo porta a vivere con sé a Parigi. Qui, grazie alle amorevoli cure di sua moglie, Hannibal avrà modo di scoprire e coltivare i sui innumerevoli talenti, che spaziano dalla musica alla letteratura, dall'arte alla medicina. È in questa atmosfera, densa di stimoli e suggestioni, che il giovane comincerà a edificare un vero e proprio "palazzo della memoria", impreziosendolo di visioni spettacolari e insieme agghiaccianti, teatro e sfondo interiore delle più raffinate speculazioni come dei più inconfessabili desideri. Fino al giorno in cui Hannibal decide che è tempo di tornare a casa e bussare alla porta dei demoni che così spesso vengono a fargli visita…
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