Dieci autori, un unico grande scenario: Roma. Roma per chi la ama, per chi la odia, per chi, attraverso questi avvincenti racconti, vuole scoprirne gli aspetti più inquietanti. Autori di talento che hanno macchiato la Capitale di giallo e delle sue tinte più cupe. Dieci racconti che hanno conquistato l'interesse e colpito la sensibilità del noto scrittore Eraldo Baldini, che firma la prefazione.
Dalla Prefazione di Eraldo Baldini
Le città hanno un’anima e un cuore. Tutte. Una parte di quel cuore è nero, ed è una parte a volte nascosta, a volte crudele anche nel suo sfacciato mostrarsi.
Siamo abituati, come lettori di narrativa o spettatori di cinema, a sentir parlare del cuore nero di metropoli come New York, Los Angeles, eccetera. In Italia di vere metropoli non ce ne sono. Ci sono grandi città, che magari pensiamo di conoscere bene perché ci viviamo, o perché sono state nostre mete di vacanze, di viaggi di nozze, di appuntamenti di lavoro, di visite ad amici.
Ma le conosciamo davvero? Vediamo davvero tutte le loro facce, i loro segreti? Sappiamo qualcosa della vita che pulsa nelle loro strade e nelle metropolitane, che si nasconde negli appartamenti e nei bar, che vortica nelle stazioni e nei supermercati, che si spegne o viene troncata in camere d’affitto, negli ospedali, o sulla panchina di un parco?
No, in realtà rischia di essere molto parziale, persino superficiale ciò che sappiamo, che conosciamo. Percepiamo, questo sì. Temiamo. Semmai, sappiamo di non sapere, di non conoscere appieno. Perché se già è difficilissimo analizzare l’anima di una sola persona, figuriamoci quella di una città, che è molto più complessa e multiforme, più grande e più antica.
E non bastano i giornalisti e i commentatori, i poliziotti e gli opinionisti, i sociologi e i tuttologi, ad avvicinarci a quella difficile conoscenza.
Ci vogliono gli scrittori. Il loro occhio e la loro penna, un loro romanzo come una semplice frase possono farci capire più di ogni altra cosa, perché il loro è un linguaggio che parla non solo al cervello, ma anche allo stomaco e al cuore. Da cuore a cuore: da quello della città a quello dello scrittore, e da quello dello scrittore al nostro. E se il cuore delle città è in parte nero, come abbiamo detto, ecco che anche le pagine degli scrittori possono diventare nere. Anzi noir.
Nell’Ottocento, Carlo Lorenzini, in arte Collodi, scrisse che in un Paese irrimediabilmente provinciale non poteva attecchire alcun mistero; e questo ottant’anni prima che Tito Spagnol sostenesse l’assurdità di un «giallo italiano». Perché in molti, in passato, hanno creduto che la nostra Italia così solare, con le sue città apparentemente allegre e colorate, non potesse celare quelle ombre che andavano invece cercate in una Londra brumosa, in una Parigi immensa, o nelle ancor più sconosciute, tentacolari metropoli d’oltreoceano.
Avevano torto. Non era vero allora, e adesso lo è ancor meno. C’è, eccome, quella venatura nera, quell’ombra. Non può essere diversamente, e questo lo sappiamo. Ce lo raccontano la cronaca e i servizi televisivi, e lo vedono i nostri occhi.
Quelli degli scrittori lo vedono meglio. Più a fondo. Scrutano l’emozione e ce la restituiscono. E lo fanno scegliendo come scenario sia la provincia che le città.
Se questa città è Roma, cambia qualcosa?
Sì, forse sì. Perché Roma è più di una città qualunque: è la «Città eterna», è un simbolo, è la Storia, è grande Madre e matrigna. E allora gli scrittori che la raccontano (in questo caso i giovani scrittori presenti in questa raccolta) hanno ancora più emozioni da assorbire e da trasmettere.
Roma, come ogni altra città, può far nascere e riversare nelle pagine (e di lì passare nei nostri incubi di lettori) storie di assassini che agiscono per passione, per destino o per denaro, di un «branco» che preda vittime, di solitudini dolorose, di rancori mai sopiti, di amori «diversi» e nascosti, di vendette repentine o a lungo pensate, di segreti inconfessabili, di violenze piccole e grandi. Ma può anche vedere incrociarsi queste storie con la Storia e col mito: ed ecco il Bosco Sacro animarsi di figure numinose e antiche, ecco scatenarsi una lotta epica fra fazioni vecchie come l’umanità.
È innegabile, dunque: ogni pagina che riguarda Roma può assumere, per lo stesso scenario che le fa da sfondo, lo spessore che danno insieme le immagini e un atavico Immaginario.
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