Giovanni Costa è un autodidatta genialoide con una famiglia modesta alle spalle: suo padre è un pensionato Enel già operaio negli anni Sessanta, impiegato negli Ottanta e caporeparto nei Novanta; sua madre è casalinga; il fratello è camionista; lui, Giovanni, è il primo che a studiato. A scuola era un fenomeno, poi è scoppiato: ha mollato Legge dopo due anni e pazienza per i sedici esami già superati brillantemente. S’è ritrovato a vendere libri porta a porta: salvo poi riuscire a pubblicare, ma senza che questo gli cambi la vita, il suo primo e unico libro.
Giovanni vive in un paese del profondo Nord: ha una ragazza, qualche amico distratto, avventure di scarsa importanza, è sottoccupato e sbarca il lunario con lavori precari. Mentre dedica sempre più tempo a letture impegnative e trasognate riflessioni, si trova ad affrontare le difficoltà di tutti i giorni: il padre che si ammala, i soldi che scarseggiano. Ma in mezzo a tutto ciò è assorbito dal compito più alto che si è dato: interrogarsi sulla verità. Novello enciclopedista, si dedica alle questioni fondamentali della vita, del sapere, della cultura a cui nessuno dà più importanza; come un Don Chisciotte dei nostri giorni, si scaglia senza esisto contro i mulini a vento della mediocrità a cui la vita sembra volerlo condannare.
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