Libri > Notizie > La rivista indipendente di narrativa fantastica omaggia l'autore statunitense
Era doveroso che Zothique, una rivista che già nel nome lo omaggia (Il ciclo di Zothique, ambientato in un futuro remotissimo in cui il sole si è oscurato e sono rinate le antiche arti della negromanzia, è considerato il suo capolavoro) prima o poi dedicasse a Clark Ashton Smith uno speciale. E la notizia è che si tratta del primo speciale e che un altro lo seguirà presto.
Sicuramente con Clark Ashton Smith siamo di fronte ad uno scrittore particolare: il suo punto di vista è cosmico e antiantropocentrico.
Clark Ashton Smith è dotato di una genuina vena poetica, di un tocco macabro e decadente ed è in possesso di un monumentale e bizzarro vocabolario. Può essere considerato come uno degli ultimi esponenti di un fantastico “outré”: la sua prosa decadente, barocca e “visionaria” trasporta la mente del lettore in un’altra dimensione in reami al di fuori del tempo e dello spazio.
È stato una delle colonne del fantastico americano degli inizi del secolo scorso assieme a H.P. Lovecraft e Robert E. Howard. Lyon Sprague De Camp lo definì uno dei “Tre Moschettieri” della celeberrima rivista pulp Weird Tales diretta all’epoca da Farnsworth Wright.
E ci voleva la penna di un esperto di Ashton Smith in Italia come Pietro Guarriello (ricordo alcuni suoi pionieristici articoli su Urania oltre alla curatela del leggendario Ombre dal cosmo per i tipi di Yorick) per sviscerare a fondo la sua figura in una approfondita retrospettiva intitolata Clark Ashton Smith, il recluso di Auburn che sognava le stelle.
L'ho trovato un intervento molto interessante; mi ero sempre chiesto in effetti come mai lo scrittore californiano avesse smesso di scrivere dopo la morte di H.P. Lovecraft.
Sono molte le ragioni in realtà (fra cui la morte dei genitori) come fa ben notare Guarriello. Comunque in questo periodo oscuro che va dal 1937 al 1950 apprendo che conobbe e frequentò addirittura Anton La Vey, il fondatore della Chiesa di Satana che era anche un suo ammiratore tanto da prendere spunto da un suo racconto per elaborare un rituale.
Troviamo poi numerose foto dello scrittore oltre a molte illustrazioni (fra cui viene proposta la splendida riproduzione di Andrea Bonazzi) di riviste dell'epoca su cui comparivano i suoi racconti. Possiamo ammirare anche dei suoi ritratti paesaggistici.
Ci viene mostrata anche la copertina di Le metamorfosi della terra, attualmente il suo libro più raro in Italia (assieme anche ad altri volumi della collana della Fanucci "I Miti di Cthulhu"). Viene anche riprodotta una recensione apparsa su Tuttolibri (La Stampa) del 10 settembre 1977 del ciclo di Zothique.
I 3 racconti inediti qui presentati sono tutti successivi al suo periodo aureo che giunge alla fine nel 1937. E lo stile risulta molto diverso, più asciutto e lontano dagli sfarzosi barocchismi tipici di Ashton Smith. In ogni caso il racconto autobiografico "La vendetta delle storie incompiute" l'ho molto apprezzato.
Fra il molto materiale presente segnalo le lettere che lo scrittore californiano inviò all'illustratore Virgil Finlay e un bel resoconto di un viaggio in pellegrinaggio ad Auburn (ribattezzata Arkham) da parte di 4 suoi ammiratori fra cui Rah Hoffman che lo volevano conoscere.
Infine ci vengono proposte anche 2 accurate recensioni da parte di Lorenzo Pennacchi e di Emilio Patavini ai suoi 2 recenti volumi pubblicati in Italia ovvero Atlantide e i mondi perduti (curato dal compianto Giuseppe Lippi che considerava Ashton Smith alla pari di Lovecraft) e Iperborea e Oltre (a cura di Massimo Scorsone).
In conclusione siamo di fronte ad uno speciale imperdibile per tutti i seguaci e collezionisti di Clark Ashton Smith. La splendida copertina è di Adriano Monti Buzzetti.
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