Il Ragno: Margaret Brundage, Clive Barker, Robert McCammon

Libri > Notizie > Una nuova rubrica che si muove su otto zampe pelose, ricca di approfondimenti e curiosità sul mondo dell'horror e non solo...

Il Ragno: Margaret Brundage, Clive Barker, Robert McCammon Vivo in questa casa da due mesi ormai, cosa inusuale per un ragno della mia specie.
Conoscete la Marmignatta?
Molti mi definiscono la vedova nera italiana, mi piace questo nomignolo, mi fa sentire temuto e importante. Se vi avessi detto di essere un Latrodectus tredecimguttatus non avrei certo colpito la vostra immaginazione. Ma non preoccupatevi, in realtà il mio morso è solo un biglietto per una semplice e fastidiosa cefalea. Febbre, forse una leggera diarrea. Ma non ditelo in giro, tenetelo per voi, essere ritenuto mortale mi fa sentire un ragno di serie A.

Una volta ho letto un divertente consiglio di sopravvivenza, si parlava del morso del diabolico mamba nero. Quello sì che è un animale formidabile e pericoloso. "La migliore soluzione per sopravvivere a un attacco di Mamba nero è evitare un attacco di Mamba nero". Nell’articolo si diceva inoltre: hai venti minuti. prima di morire. Meno male che siamo lontani dall’Africa e dalle coltivazioni di zucchero dove quel diabolico serpente ama prendere il sole. Qui in Italia sono io il protagonista delle paure, con le mie tredici macchioline rosse sul dorso che fanno capire quanto sia letale il mio veleno.

Dicevo di questa casa, dove sono un trasparente ospite, probabilmente sgradito. Non vi ho parlato delle mie passioni, dei miei hobbies, anche i ragni le hanno. Non penserete certo che passiamo il tempo a fare solo ragnatele e inghiottire pezzi di mosche e grilli. Io amo leggere, una passione insana, scelgo le mie case in base a questa esigenza. Sapete, non è facile per una vedova nera italiana (come mi piace questa definizione) fare acquisti in libreria. Vogliamo poi pensare al peso di un bel volumone di Stephen King? Sono lungo 15 millimetri, nonostante le otto zampe la vedo dura.

So cosa state pensando, un ragno letterario, che bufala è questa? Invece è così, pretendo dignità di lettore proprio come voi. Invece di pensare subito di schiacciarmi con un giornale o una pantofola, leggetemi. Fate uno sforzo di fantasia per una volta. Dove ero rimasto? Si, vi parlavo della mia attuale location. Questa casa è molto bella, mi piace, soprattutto è silenziosa. Carla è single, niente bambini, cani o gatti. Le pareti del salone sono mura di libri. Ho scelto proprio bene stavolta, resterò ancora qualche giorno. Carla ama i romanzi horror, una vera fortuna. Uno splendido esemplare di umano con una media di lettura di sessanta libri l’anno.

Non sapete quanto mi sto godendo ora questa copertina. Dalla finestra entra il sole di febbraio, che mi scalda lentamente. Poche volte mi sono imbattuto in qualche copia originale di Weird Tales, ma qui ho trovato una collezione da sfregarsi le zampe. Carla ha lasciato questa copia sul divano, il numero è del 1935 contiene racconti di Robert Bloch, Clark Ashton Smith, John Scott Douglas. Soprattutto si tratta di uno dei numeri con la copertina illustrata da Margaret Brundage. Una donna straordinaria, archetipo del moderno marketing editoriale.

Ho visto tante illustrazioni della Brundage su internet, ma poter poggiare il mio stomaco su una delle sue erotiche illustrazioni è straordinario, eccitante. Vi racconto quello che vedo, che in realtà percorro lentamente millimetro per millimetro: Una donna completamente nuda che esce di notte da un lago, ad attenderla tra gli alberi un viso sconosciuto e il mistero della storia di John Scott Douglas,The Blu Woman. Osservando anche voi, capireste immediatamente il motivo che spinse Wright, il direttore di Weird Tales, ad assumere la Brundage.
Fatto sta che da quel momento in poi la rivista conobbe una insperata crescita della diffusione e delle vendite. Comunque sia le copertine e le illustrazioni furono sempre parte integrante delle riviste pulp dell’epoca, Amazing Stories, Weird Tales, Wonder Stories. Capitava spesso che i racconti nascessero dopo la copertina. Erotismo, terrore, arcane presenze. Miscele esplosive che hanno sempre catturato la mia rete emotiva.

Approfitto di questo per parlarvi dell’ultima lettura di Carla, una donna che continua a sorprendermi. Avrete la pazienza di aspettare che arrivi, con le mie dimensioni, al comodino della camera da letto. Eccolo, in bella vista il Canyon delle ombre di Clive Barker.

Ora che sto scoprendo questo fantastico autore non potrò più farne a meno. Come definire le pagine che ho visto sfogliare di notte e di giorno? Si parte dalla realtà, dalla critica di Barker al vuoto e illusorio mondo hollywoodiano. All’estetica e al futile mito dell’eterna giovinezza cavalcato dai chirurghi estetici. Ma Barker, dotato di una splendida mente malata, ci porta presto nella sua realtà. La stanza infernale, le pitture vive, un girone dell’inferno che sembra animato dalla fantasia di Hieronymous Bosh.
Il Male come fonte di giovinezza, le orge di fantasmi e ibride creature a metà tra l’umano e l’animale. La fame sessuale, la caccia, la ricerca di corpi vivi. La villa che descrive Barker, ambientazione di continue esplosioni di surrealtà, raccapriccio, sesso, ombre e creature dannate, è molto vicina all’ipotesi di un inferno, o di tanti inferni, qui sulla terra. Parlo delle ipotesi più terribili, gli incubi che solo poche volte nella vita possiamo incontrare o immaginare.

Vi ho detto che Carla è una continua sorpresa, una lettrice interessante nel corpo di una semplice infermiera. I miei tanti viaggi e permanenze nelle case, nelle vite delle persone mi hanno ormai portato a credere a realtà parallele. Voi umani sembrate possedere un mondo esteriore, convenzionale, e uno interno, oscuro e impenetrabile. Forse potrei definirlo tridimensionale.
Quanti livelli di esistenza possedete? Ne siete coscienti del tutto?
Non credo, almeno da quello che ho visto.
Ci sono posti dove la realtà si deforma, in un caleidoscopio di emozioni e percezioni sconosciute. Penso che in fondo tutti voi avete dentro una specie di triangolo delle Bermuda, e spesso dovete farci i conti. Un posto dove spariscono le rotte, le posizioni. Dove la bussola non serve più. Dove tenete nascoste le imbarcazioni scomparse, gli aerei? Dentro credo pesino molto tutti questi relitti, ingombrano. Se nelle Bermuda sono impazzite le bussole di un certo Cristoforo Colombo, si può perdere chiunque.

Zone maledette ce ne sono tante, da quella nota nell’atlantico occidentale ai pensieri di un serial killer mentre prepara accuratamente le proprie strategie. Certo, siete proprio creature complesse! Ma di buono c’è che alcuni di voi sono ottimi lettori, e straordinari scrittori: chissà se un giorno nascerà anche un ragno bestseller. Un ragno succhiasangue che estrarrà dal collo dei vostri migliori autori le competenze, le tecniche. Di fantasia non manchiamo, penso di essere buon testimone. Un ragno vampiro con la sete di sangue e di conoscenze, il contagio di una metropoli e poi tutto il mondo.

Ci vorrebbe Robert McCammon per raccontare una storia come questa. Ricordo nitidamente quando osservai di nascosto Carla leggere Hanno sete; non ho mai amato troppo quel genere di storie, ma per l’epopea vampirica ambientata a Los Angeles da McCammon vale la pena stare ore appeso al muro.
Un autore che si è perso per lungo tempo in una zona maledetta, sparendo per dieci anni e poi riproponendoci improvvisamente Speaks the Nightbird un oscuro ritratto della caccia alle streghe del 1600. Secondo me McCammon è stato risucchiato dal triangolo delle Bermuda per fare compagnia alle squadriglia dei TBM Avengers scomparsa nel 1945. Per fortuna, ci è stato restituito.

Il mio tempo per stavolta è finito, ma se vorrete leggermi ancora continuerò a camminare con la mia sagoma inquietante sulle vostre gambe, sui minuti che mi dedicherete per il prossimo numero. Una raccomandazione prima di lasciarci: se ci incontreremo, se proprio non saprete resistere alla tentazione di schiacciarmi, vi prego, almeno fatelo con un buon libro.


Il Ragno: Margaret Brundage, Clive Barker, Robert McCammon
Notizia scritta da: Alessandro Manzetti
Pubblicata il 07/02/2011
Fonte: LaTelaNera.com

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