Libri > Notizie > J. Romano, autore del racconto Distorsione contenuto nella raccolta Carnevale, è stato intervistato per LaTelaNera.com da Fabrizio Vercelli
Proseguendo il suo viaggio di approfondimento dei racconti di Carnevale, Fabrizio Vercelli stavolta ha incontrato J. Romano, autore di Distorsione.
[La Tela Nera]: Il tema de La Maschera, da te trattata ne Il buio sotto la pelle (da Archetipi, la raccolta della collana Camera Oscura del 2009), e il Pierrot presente in Distorsione hanno in comune la necessità di nascondere qualcosa di oscuro e malvagio. Tuttavia, nella società di oggi, non sono rari i casi in cui questi aspetti vengono ostentati, talvolta con perverso orgoglio. Quale di questi due approcci ti fa più paura, e perché?
[J. Romano]: Entrambi gli atteggiamenti mi fanno paura in modo direttamente proporzionale al peso del soggetto/oggetto dell'informazione.
Celare non è un'azione negativa di per sé. Dipende da cosa si nasconde e dai motivi che spingono a farlo. Che mi tengano all'oscuro del colore preferito di una certa attrice o della sua dichiarazione dei redditi, non mi cambia la giornata. Non rivelare che per anni tot cittadini hanno respirato amianto oppure bevuto acqua di una falda acquifera contaminata da una discarica... eh, questo sì che me la cambia. Inizio a essere nervoso, sospettoso, come minimo.
Idem per l'informazione spogliata di ogni possibile dubbio. Benissimo farla giungere al popolo tutto, ma deve essere fatto con intelligenza e rispetto.
Ogni giorno le vite di persone innocenti, vittime di tragedie, vengono date in pasto senza metodo, in modo discutibile, al pubblico.
Hai presente come, vero? A turni! Prima da quotidiani e telegiornali, poi dalle trasmissioni con le vallette che fanno lo stacchetto tra una pozza di sangue e l'altra, infine "l'approfondimento" delle trasmissioni pseudo-importanti-politiche-sociali-con-modellini-mortadella-e-silicone in onda in seconda e terza serata.
Capisci... non c'è filtro. Ed è chiaro che se un metodo intelligente - o forse sarebbe meglio dire decente - non è applicato a livelli importanti, seri, è ancor più naturale non trovarlo nelle trasmissioni di intrattenimento in cui si gioca proprio al dico-non dico perché altro per stare in onda non c'è.
Questo modo di mostrare fa schifo. Non esistono altre parole per definirlo meglio. E tutto questo lo vogliamo noi; lo meritiamo perché continuiamo a non capire che il potere è nelle nostre mani, il potere di celare, o meglio, di risparmiarci la visione di queste trasmissioni passive e inutili.
Per scrivere una storia credibile e solida, per fortuna, non si possono eseguire gli esempi di cui sopra. Non puoi nascondere quello che vuoi e/o mostrare tanto o tutto. Non solo ci deve essere un equilibrio tra il detto e il non detto, si deve gestire anche il peso che hanno nelle dinamiche della storia.
Il classico esempio è quello del mystery, del thriller, del giallo, del noir, ecc...
Il gap viene creato con quello che non si dice, con l'informazione mancante. La ricostruzione - necessaria! - deve essere oculata e credibile rispetto all'andamento della trama e, quindi, delle azioni dei personaggi.
Anche nei due racconti che hai citato nella domanda è presente questo meccanismo, sia nei confronti del lettore che nello svolgimento degli eventi.
In entrambi i casi sono presenti esseri potenti e determinati che per vari motivi rimangono nascosti: ne Il buio sotto la pelle, grazie alla forza di volontà del personaggio che cerca di tenere a bada quanto più possibile la cosa che lo chiama e lo possiede, affinché il suo mondo non crolli e lo rigetti come uno scarto.
In Distorsione, invece, il gioco è doppio: l'antagonista rimane nel buio cercando di vivere un giorno in più fino al momento propizio, in cui potrà saziare la sua voracità. Il protagonista, invece, è a sua volta vittima di un forzato occultamento d'informazioni, necessario e vitale... quindi un buon motivo per tenerlo all'oscuro - almeno fino a un certo punto - di quello che gli accade intorno.
Un dettaglio della tavola all'interno della raccolta Carnevale dedicata al racconto Distorsione:
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