Libri > Interviste > Cristian Borghetti ha posto dieci domande a Sara Bilotti, autrice della raccolta di racconti Nella carne
Sara Bilotti (nella foto a lato, http://www.facebook.com/sara.bilotti1) è nata nel 1971 a Napoli, città dove vive tuttora. Diplomata in danza classica, ha compiuto studi linguistici e filologici e nutre da sempre la passione per le lingue, per l'arte e la cultura orientale.
Nel mese di giugno del 2012 arriverà nelle librerie italiane con la raccolta di racconti Nella carne: si tratta del suo primo libro dopo anni di attività come traduttrice e ghostwriter.
Cristian Borghetti l'ha intervistata per LaTelaNera.com alla vigilia di questo suo debutto.
[La Tela Nera]: Cosa si nasconde sotto la pelle, "Nella carne" di Sara Bilotti?
[Sara Bilotti]: Chiodi. Ricordi conficcati nella carne, impossibili da rimuovere.
[LTN]: Dodici racconti, dodici ferite, dodici modi, possibilità di avere paura? Di affrontare la paura? Dodici, un caso o una scelta?
[SB]: Dodici possibilità, concrete, di oltrepassare la linea sottile. Basta poco, pochissimo, per capovolgere le nostre ordinate esistenze.
Dodici per caso. Non faccio mai scelte consapevoli, quando scrivo. La scrittura rientra per me nella sfera dei bisogni insopprimibili e incontrollabili, fa quel che vuole, io sono solo un mezzo e non ho facoltà decisionali.
[LTN]: Il racconto breve per evocare la paura, perché?
[SB]: È il modo migliore, secondo me. Nel racconto ti ci devi tuffare, devi caderci dentro. Sei su un burrone, e lo scrittore ti dà uno spintone: la discesa è veloce ma terrificante.
[LTN]: Cos'è la paura per Sara? Quanto influisce sulla tua vita e sulla tua scrittura?
[SB]: La paura vera nasce quando devi affrontare i tuoi mostri personali. Se sei sincero con te stesso, i mostri li trovi sempre. La scrittura mi aiuta a esorcizzarli.
[LTN]: Quale effetto ha e quanto è efficace la paura che stilli negli occhi dei tuoi lettori?
[SB]: Sinceramente, non lo so. Non pianifico nulla, non riesco mai a pensare: "adesso scrivo questa cosa, così terrorizzo il lettore". Posso solo sperare di evocare in chi mi legge lo stesso terrore che provo io, quando i miei personaggi decidono di raccontarmi la loro storia.
[LTN]: Di cosa hai davvero paura? Vivi ciò che scrivi, mentre lo scrivi, quando lo rileggi? Ergo, hai paura di ciò che verghi sulla carta? Temi che quest'inchiostro terrificante possa liberarsi dalla carta e…?
[SB]: Vivo ciò che scrivo, e i personaggi invadono la mia vita costantemente, non mi danno tregua, finché non scrivo le loro storie.
Nell'inchiostro, almeno nel mio, sono intrappolate paure reali. Non temo che gli incubi descritti prendano spazio nel reale, poiché essi sono già parte integrante della realtà. Mi limito a descriverli.
[LTN]: Ti piace scrivere di paura? Questa paura ha avuto origine dalle tue letture? Quali sono state dall'infanzia ad oggi?
[SB]: La paura è un'emozione atavica, che si nutre dei nostri incubi, e cresce se abbiamo un rapporto complesso con la parte più vera di noi stessi. Detto questo, sicuramente le mie letture hanno contribuito a sviluppare una certa curiosità nei confronti del Lato Oscuro. Da ragazzina leggevo Poe, da adolescente King, nella prima maturità Altieri e Easton Ellis. Ecco, tra gli innumerevoli autori che ho letto, questi sono stati le mie guide nel Mondo Oscuro.
[LTN]: Smembro il numero dodici (numero dei racconti di Nella carne, Termidoro edizioni): ti faccio due nomi (seconda cifra) Sergio Altieri e Massimo Rainer, un significato (prima cifra) per ognuno.
[SB]: Altieri: saggezza e grandezza. Un faro, per me.
Rainer: determinazione e generosità. Niente è impossibile, per lui, soprattutto se agisce per le persone a cui vuole bene.
[LTN]: L'animale che si nasconde in te? Il veleno che vorresti usare? L'arma che sapresti usare per uccidere?
[SB]: Credevo di essere una farfalla pronta a volare, ma ora so di essere una Lupa. E ne sono fiera.
Non userei nessun veleno, perché potrei uccidere solo in preda a un impeto di follia. Niente premeditazione.
L'arma che saprei usare? Sicuramente un coltello. Arriva la furia, apri un cassetto, tiri fuori un coltello, e addio.
[LTN]: Hai spiccato il volo, volteggi con ali nere e lisce di corvo, qual è il virgulto su cui ti poserai?
[SB]: Una pianta giovane, un fiore appena sbocciato. Perché cresca consapevole, nell'ombra.
Cristian Borghetti è nato a Lecco nel 1970. Ha studiato Filosofia Estetica all'università di Milano. Nell'ottobre del 2006 ha pubblicato la raccolta Ora di vetro. Nel 2011 ha pubblicato Tre volte all'Inferno per Perdisa Editore.
Dall'autunno 2011 collabora con il web magazine di entertainment culturale milanese orasenzombra.
Sito web ufficiale: www.cristianborghetti.it
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