Libri > Interviste > Cristian Borghetti ha posto dieci domande alla scrittrice milanese Elena Mearini, autrice di Unidcesimo comandamento
Elena Mearini è nata e vive a Milano, dove ha lavorato per diversi anni in una compagnia che si occupa di teatro per ragazzi. In seguito si è occupata di laboratori in carceri e comunità.
Nel 2009 pubblica con Excelsior 1881 il suo primo romanzo, 360 gradi di rabbia.
Nel 2011 arriva nelle librerie per Perdisa pop con il romanzo Undicesimo comandamento.
Dal 2010 collabora col settimanale "Vita no profit", raccontando in chiave letteraria fatti di cronaca. Collabora con la rivista letteraria "Atti impuri" e con la casa editrice NoReplay.
Sito ufficiale: http://elenamearini.blogspot.com/
[La Tela Nera]: Elena Mearini a 360 gradi (di rabbia)? Per chiederti chi sei citando il tuo primo lavoro edito da Excelsior 1881.
[Elena Mearini]: Sono una che ama ascoltare il reale, prendersi addosso tutte le voci parlate a volume basso, quelle più scomode da ascoltare. Cerco di farle mie, di farle corpo e carne, per poi tradurle in parola scritta.
360 gradi di Rabbia, e stato il mio primo tentativo di traduzione, fatto per emergenza fisica.
[LTN]: Anoressia e violenza domestica sono temi attuali e forti e tu riesci a scriverne con una prosa quasi poetica, come se avessi provato il morso di queste fiere: sono cose che ti hanno lasciato realmente un segno nella pelle? La tua esperienza riguardo alle cose di cui racconti?
[EM]: Sono entrambe tematiche di cui ogni giorno sentiamo parlare. Sono insurrezioni di un disagio che chiede ascolto e supplica voce. Un disagio particolarmente vivo nel corpo della donna. In quanto tale, posso dire di averlo attraversato ed esplorato, questo malessere che vuole essere visto, amato e guarito.
[LTN]: Ho ascoltato Maddalena Balsamo - che elogio per il reading - leggere il tuo Undicesimo comandamento: la tua prosa è pregna di metafore eleganti eppure forti, ci parli di questo tuo stile?
[EM]: Colgo l'occasione per ringraziare Maddalena, artista di grande valore, capace di esaltare al massimo i silenzi e le parole. Considero la metafora un morso a denti stretti sopra le cose. Lacero, sbrano e racconto il gusto di ciò che mastico.
[LTN]: A tratti, in Undicesimo comandamento - il titolo mi suggerisce il quesito - ho colto una sorta di preghiera, come se la protagonista che si racconta e narra la sua vicenda, nascondesse un'orazione pro salvezza o pro condanna. Ce ne parli? Quanto è influente la religione nella tua vita e nella tua scrittura?
[EM]: Per me la preghiera è una tensione vitale, uno stare da tuffatore sopra il trampolino di lancio, con i muscoli pronti a spiccare il salto. Una pratica che riesce solo con la dedizione, la disciplina e la fede. In quest'ottica, posso dire di cercare la preghiera ogni giorno. Nel respiro, nella scrittura, nella più banale delle azioni. Nello stesso verso, si muovono i miei personaggi.
[LTN]: La bellezza - esteriore e interiore - di una donna messa in pericolo dall'anoressia e dalla violenza? Parli anche e soprattutto di questo nei tuoi romanzi? Qual è il messaggio che vuoi far arrivare ai lettori e alle lettrici?
[EM]: Più che la bellezza, è la messa in pericolo della verità a spaventarmi. Senza verità, non esiste reale bellezza. Vorrei soltanto che tutti ne fossimo consapevoli, e lottassimo per salvarla. Salvare la verità di ciò che siamo.
[LTN]: Le letture che ti hanno influenzato? Gli autori che ami e hai amato?
[EM]: Artoud, Cèline, Hrabal, Pessoa, Calvino... questi i primi che mi vengono in mente. Gli altri, non citati, se ne stanno comunque dentro, in qualche angolo del mio corpo.
[LTN]: La musica che ascolti? Scrivi in silenzio? Quando scrivi?
[EM]: Amo la musica popolare, una musica che tiene in vita la tradizione, la memoria, e affolla di umanità il presente. Scrivo in silenzio, sì. Scrivo in ascolto, ogni volta che mi diventa necessario.
[LTN]: Sei - come il sottoscritto - molto intraprendente riguardo a presentazioni ed eventi: lo trovi un modo realisticamente efficace per la diffusione delle tue idee e dei tuoi scritti?
[EM]: È una maniera per portare avanti la propria convinzione, per farla vivere tra gli altri, offrirle l'occasione del confronto. Possibilità di esistenza e crescita.
[LTN]: Il tuo rapporto con l'editore, l'editor, il pubblico e la critica?
[EM]: In generale, l'attuale mercato dell'editoria lascia poco spazio agli entusiasmi. C'è un andare piatto su strade già viste e percorse. Ho però avuto la fortuna di incontrare professionisti audaci, con la voglia netta di sterzare e buttarsi di lato, alla ricerca di nuove vie.
[LTN]: Il tuo prossimo lavoro?
[EM]: ...In corso.
Cristian Borghetti è nato a Lecco nel 1970. Ha studiato Filosofia Estetica all'università di Milano. Nell'ottobre del 2006 ha pubblicato la raccolta Ora di vetro. Nel 2011 ha pubblicato Tre volte all'Inferno per Perdisa Editore.
Dall'autunno 2011 collabora con il web magazine di entertainment culturale milanese orasenzombra.
Sito web ufficiale: www.cristianborghetti.it
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