Libri > Interviste > LaTelaNera.com ha mandato Cristian Borghetti a fare quattro chiacchiere con l'autore triestino Al Custerlina
Alberto Custerlina vive in provincia di Trieste, lavora come consulente tecnico e - se non è coinvolto in qualche uscita con la mountain bike o lo snowboard - passa tutto il suo tempo libero a scrivere.
Il suo romanzo d’esordio, Balkan bang!, è uscito alla fine del 2008 per PerdisaPop, e gli è valso la segnalazione come "miglior esordiente" dalla giuria del Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2009. Nel gennaio 2010 è stato ripubblicato da Mondadori nella collana Segretissimo.
A luglio del 2010 è uscito Mano nera per Baldini Castoldi Dalai editore, pubblicato nella neonata collana Vidocq. A settembre 2011 è uscito Cul-de-sac, il suo terzo romanzo, sempre per Dalai editore.
[La Tela Nera]: Raccontaci chi è Alberto Al Custerlina, scorrendo le pagine dei tuoi romanzi Balkan Bang! (Perdisa), Mano nera e Cul-de-sac (Dalai)?
[Alberto Custerlina]: Molti pezzetti di Custerlina sono sparsi nei miei tre romanzi e se un lettore riuscisse a identificarli tutti e a ricostruire l’insieme, be', si spaventerebbe. Quello che possiamo dire in questa sede senza annoiare nessuno è questo: ho la classica biografia da grande scrittore (molti lavori diversi, molte esperienze diverse) ma sono ancora uno scrittore piccolo che cerca di crescere a ogni libro.
[LTN]: “Noir con retrogusto Pulp”: questa definizione calza al tuo stile di scrittura?
[AC]: Si, calza abbastanza, anche se io preferisco l’americanissima Crime Fiction, che però da noi si tradurrebbe con Romanzo Criminale e quindi non si può usare. E poi, te lo dico sinceramente, per me la questione sul “noir o non noir” e sulle classificazioni in generi e sotto-generi è finita. Una volta ci discutevo con gran trasporto, ma oggi la ritengo superata da altri problemi ben più gravi che affliggono l’editoria.
[LTN]: Balkan bang! - Mano nera - Cul-de-sac: a te la parola sui tre romanzi. In seconda battuta, a quale sei più legato affettivamente e perché?
[AC]: Vediamo di focalizzare alcuni aspetti dei tre romanzi senza scendere sul piano della trama: tarantiniani, veloci, roventi, ironici e divertenti, vagamente politici, ambientati nei Balcani, irriverenti, a tratti complessi (ma solo se uno vuole scavare a fondo).
Affettivamente sono più legato a Balkan bang!, il primo, che ha avuto un travaglio complicato. Ritengo, però, che il migliore sia l’ultimo, Cul-de-sac: vagamente sperimentale (per il genere), scrittura più matura, meno fumettistico degli altri due.
[LTN]: I Balcani sono l’ambientazione dei tuoi romanzi, perché questa scelta singolare?
[AC]: Io sono di Trieste e il mio sguardo, fin da piccolo, è sempre stato orientato a est. È una questione affettiva, un senso di appartenenza latente, il fascino dell’oriente sulla porta di casa.
[LTN]: Trieste, la tua città: la definiresti è una città “balcanica”, una città nera, un cul-de-sac?
[AC]: È una città che sta sull’orlo di tanti posti: dei Balcani, dell’Italia, della Mitteleuropa, del Mediterraneo. È una città apparentemente tranquilla che nasconde molti segreti neri, alcuni dei quali sono accennati nel mio ultimo romanzo, Cul-de-sac.
[LTN]: Cosa significa scrivere per Alberto Custerlina?
[AC]: Ho fatto molte cose nella mia vita, sia a livello professionale, che a livello amatoriale, ma nulla mi ha coinvolto quanto la scrittura. Ci sono arrivato tardi, le mie prime parole romanzesche le ho messe su carta all’inizio del 2005, ma da quel momento non ho smesso un minuto: in vacanza, a casa, in pausa pranzo, di notte. Ho pubblicato tre romanzi e una manciata di racconti, ma ne ho scritti tre volte tanto, cose che sono nel cassetto in attesa di maturazione. Uno di questi forse vedrà la luce il prossimo anno, completamente riscritto, s’intende.
[LTN]: Senza peli sulla lingua: il valore della scrittura e di uno scrittore secondo Alberto Custerlina?
[AC]: La parola scritta ha un potere enorme, superiore a quella parlata, a causa della sua caratteristica di permanenza nel tempo, e quindi chi la maneggia deve fare molta attenzione. Per me, il valore di uno scrittore sta in questo: l’attenzione con cui usa le parole e i significati che costruisce attraverso la loro manipolazione. Troppo spesso si leggono testi imbarazzanti, soprattutto nella letteratura popolare, che è l’ambito in cui mi muovo come scrittore. Certo, nessuno può dire chi sia lo scrittore perfetto e quali caratteristiche debba avere (è questione di gusti personali), ma di certo possiamo dire quali caratteristiche hanno gli scrittori scadenti: approssimazione delle ricerche nelle fonti, scarsa precisione, linguaggio poco curato, personaggi bidimensionali, abuso dei luoghi comuni, forzature inverosimili solo per ricercare il colpo a effetto. E bada bene: queste sono cose che purtroppo si ritrovano anche in alcuni scrittori blasonati. Viceversa (per fortuna), ci sono molti scrittori ancora immaturi, che però lasciano intuire il loro potenziale proprio perché non commettono gli errori che ho elencato (o ne commettono pochi).
[LTN]: La tua idea di editoria, ovvero, come trasmettere il messaggio contenuto in un libro, nei tuoi romanzi?
[AC]: Onestà intellettuale. È una caratteristica che lo scrittore deve avere per forza, altrimenti la sua malafede traspare dalle pagine che scrive. Per esempio, ci sono molti giovani autori che hanno cavalcato il genere (noir/thriller/giallo) solo perché tirava più di tutti gli altri e quindi rappresentava una facile porta d’accesso alla pubblicazione.
Inoltre, consiglio di sfruttare al meglio le parole più semplici evitando di forzare l’utilizzo di lemmi ricercati solo per darsi un tono.
[LTN]: Perdisa – Mondadori – Dalai, una scalata ai vertici dell’editoria: un traguardo o una nuova partenza? Come ci sei arrivato, come conti di restarci e dove vuoi arrivare?
[AC]: Ci sono arrivato grazie a Luigi Bernardi e ad Alessandro Zannoni che me l’ha presentato per un’intervista. All’epoca avevo un blog (ma già romanzavo) e ho intervistato Luigi, mi pare sullo stato del noir in Italia (credo fosse il 2006). Un anno e mezzo dopo, quando seppi che lui aveva preso in mano Perdisa, gli mandai il manoscritto di Balkan bang! Andò bene. Il resto venne sulla scia del (discreto) successo di quel romanzo: Sergio Altieri e Michele Dalai lessero il libro, gli piacque e mi proposero un contratto ognuno: il primo per una ripubblicazione su Segretissimo, il secondo per nuovi romanzi targati Dalai editore.
Il futuro? Evoluzione è la parola d’ordine. Sono un tipo darwiniano, io.
Riguardo al traguardo, la notizia è che non c’è alcun traguardo, ma solo una strada in salita infinitamente lunga.
[LTN]: A quando il prossimo romanzo di Alberto Custerlina? Qualche indizio?
[AC]: Dovrebbe uscire nel 2013 (lo sto scrivendo e ci metterò più tempo del solito), ma non voglio dare indizi, perché sono in attesa di sviluppi importanti e a me piace parlare a contratti firmati. Comunque, se va bene si festeggia alla grande, se va male si riprova con qualcosa d’altro.
Cristian Borghetti è nato a Lecco nel 1970. Ha studiato Filosofia Estetica all'università di Milano. Nell'ottobre del 2006 ha pubblicato la raccolta Ora di vetro. Nel 2011 ha pubblicato Tre volte all'Inferno per Perdisa Editore.
Dall'autunno 2011 collabora con il web magazine di entertainment culturale milanese orasenzombra.
Sito web ufficiale: www.cristianborghetti.it
|