Libri > Interviste > Lo scrittore horror parla ai lettori di LaTelaNera.com del suo nuovo libro, Pedofobo...
Ivo Scanner è tornato nelle librerie con la raccolta Pedofobo, edita da Cut-Up Edizioni. Sono diciotto racconti orrorifici, visionari, estremi con cui l'autore genovese torna ad affrontare i lati oscuri della contemporaneità. Abbiamo inviato il nostro Matteo Servili a intervistarlo, ecco quanto si sono raccontati...
[La tela Nera]: Ivo Scanner è lo psuedonimo di un noto saggista italiano che ha studiato con attenzione tutte le principali figure dell'immaginario di massa, dal vampiro agli scenari cyberpunk, con particolare predilezione per il macabro, l'orrorifico, il tenebroso. Volevo chiederti per cominciare quali sono i rapporti tra il critico e lo scrittore, tra Ivo Scanner e lo studioso dei fenomeni della cultura di massa?
[Ivo Scanner]: Scanner non potrebbe esistere se non ci fosse il suo alter ego. I romanzi e i racconti di Scanner trasudano immaginario di massa, rielaborano temi e situazioni dei generi letterari e cinematografici. Del resto, lo scanner è proprio questo: un apparecchio per immagazzinare immagini (o testi) e poi trasformarle a piacere. L'alter ego studia e analizza l'immaginario, Scanner lo tramuta in racconti e storie.
[LTN]: Come nascono i racconti di Pedofobo? Qual è a tuo giudizio la cifra tematica o stilistica che li unisce?
[IS]: I miei racconti nascono da suggestioni improvvise o dal riemergere inatteso di ricordi e sensazioni. Intorno a quelle suggestioni, a quei ricordi e a quelle sensazioni immagino una storia, alimentandola degli elementi che raccolgo nella mia memoria: film visti, libri letti, esperienze vissute. Quale sia la cifra tematica o stilistica dei miei racconti lo lascio giudicare ai critici e ai lettori in generale. Nella prefazione al Pedofobo una docente universitaria, Elisabetta Mondello, dà una sua interpretazione (come aveva già fatto in altri saggi più articolati) che trovo interessante. I miei riferimenti letterari e culturali, invece, sono in buona parte rintracciabili nel testo Il mio credo, che ho messo in apertura del volume: lì cito autori e temi che mi sono congeniali e che mi accompagnano nella scrittura.
[LTN]: Tu hai cominciato scrivendo "gialli politici" (penso a La borsa di Togliatti). Come sei passato all'horror puro, al surreale, al macabro dei racconti di Pedofobo?
[IS]: In realtà anche La borsa di Togliatti contiene diversi accenni macabri e surreali, così come il successivo Le mani del Che. Poi va detto che molti racconti di Pedofobo erano apparsi in antologie o periodici diversi anni fa, quindi contemparoneamente all'uscita dei romanzi, perché accanto al romanzo ho sempre praticato la storia breve, la novella (che mi diverte di più scrivere, soprattutto se è molto corta, essenziale). La politica, poi, negli ultimi anni mi sembra diventata molto "horror" e diventa quindi un facile tramite per divagare nel macabro e nell'inquietante. Non vedo contrasto, perciò, tra i miei testi "fantapolitici" e quelli più direttamente fantastici e "orridi".
[LTN]: Nei primi anni Novanta sei stato tra i promotori del movimento neo-noir, che ha contribuito a diffondere in Italia la letteratura di genere (soprattutto il giallo e il thriller). Cosa pensi dell'attuale situazione letteraria nel nostro paese, oggi che molti scrittori sembrano orientati più su una dimensione storica, o epica?
[IS]: Direi che il noir all'italiana (cioè molto annacquato, blando, quasi una semplice variante del giallo classico) continua ad avere un grande successo editoriale. Quando abbiamo cominciato a parlare di neo-noir, agli inizi degli anni Novanta, ancora non si ammetteva che autori italiani firmassero romanzi di genere e non esisteva un fenomeno noir italiano riconosciuto e apprezzato. Pochi anni dopo la situazione si è radicalmente modificata. Le librerie sono state (e sono) inondate da gialli di autori italiani, ai limiti della saturazione. Il progetto neo-noir è stato oggettivamente oscurato dal trionfo del giallo perbenista, del pulp ironico in stile "commedia all'italiana" o del neo-neorealismo ispirato alla cronaca nera. Noi avevamo anticipato i tempi, avevamo capito le potenzialità del noir e l'esistenza di firme italiane che potevano competere con i soliti romanzi americani che dominavano l'editoria nostrana. Ma non abbiamo voluto inserirci nelle logiche della grande editoria commerciale e di conseguenza abbiamo pagato un prezzo in termini di visibilità. Ci consola sapere che della nostra esperienza si occupano università, in Italia e all'estero, e tra gli appassionati continuiamo a essere valorizzati e conosciuti.
[LTN]: Quali sono i tuoi prossimi progetti letterari? pensi di scrivere più narrativa o più saggistica? Insomma, Ivo Scanner comparirà più spesso, dopo un certo periodo di assenza dalle librerie?
[IS]: L'alter ego di Ivo Scanner continua a scrivere saggistica e a curare traduzioni soprattutto vampiresche. Scanner, da parte sua, ha diversi romanzi nel cassetto e altri progetti di antologie, ma non è in linea con le esigenze attuali dell'editoria. Non fa promozione di se stesso, perciò è probabile che le sue apparizioni librarie saranno intermittenti. Ma qualche sorpresa la riserverà ancora.
Ivo Scanner è lo pseudonimo di un noto scrittore e giornalista genovese. Ha pubblicato numerosi racconti per le antologie NeoNoir, movimento letterario di cui è promotore insieme ad altri celebri scrittori, critici e registi come Dario Argento, Alda Teodorani, Antonio Tentori… Nel 1993 pubblica il thriller fantapolitico La borsa di Togliatti, nel 1996 il romanzo breve Orrorismo e Le mani del Che. Nel 1997 pubblica la novelization del film Opera di Dario Argento, mentre del 2003 è l’avvincente Genova ti ucciderà.
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