Satana e Lucifero: due entità distinte e differentemente ribelli
Figure spesso confuse e considerate come un'unica entità, in realtà Satana e Lucifero sono esseri distinti e dalle differenti caratteristiche...
Quasi tutti conoscono Satana, re assoluto degli inferi e avversario per eccellenza del bene, che la maggior parte delle volte è identificato con Lucifero, angelo caduto.
Ma le cose stanno proprio in questo modo?
Per comprendere meglio l’argomento è necessario approfondire lo studio dei testi sacri, di quelli apocrifi e degli esorcismi.
In sintesi la Bibbia sostiene che Lucifero in origine fu creato da Dio come uno splendido angelo: più precisamente un cherubino, e Dio lo circondò di beni e bellezza.
Lucifero occupava quindi un posto di rilievo nei cieli dato che i cherubini, secondo la classificazione delle schiere angeliche, sono posti "oltre il trono di Dio", ovvero molto vicini al loro creatore. Secondo alcuni studiosi i cherubini occupano la Prima Sfera angelica e posseggono, assieme ai Serafini, una perfetta conoscenza dell’amore di Dio.
In questa sede però non desideriamo approfondire le gerarchie angeliche e nemmeno il motivo per il quale un cherubino sia divenuto un angelo caduto, cacciato dal regno dei cieli assieme a coloro che si sono schierati con lui. Il motivo della sua caduta è ampiamente descritto nella Bibbia (per esempio Isaia 14:3-20, e Apocalisse 12:3-4).
Nel Nuovo Testamento Lucifero è identificato con Satana (Luca 10:18, II Corinti XI, 14) e nel Targum (Bibbia Ebraica) con Samaele (Targ e Giobbe XXVIII, 7).
Quindi Lucifero, a seguito della ribellione contro Dio, è divenuto Satana (o viceversa?) che, tradotto letteralmente dall’ebraico significa avversario, contrappositore, contraddittore.
foto: Lucifero in un affresco di Buonamico Buffalmacco al Camposanto Monumentale di Pisa
I principali testi sacri offrono versioni pressoché concordanti, ma sono i testi ebraici e quelli apocrifi a fornirci alcuni interessanti spunti di riflessione e, in particolare, quando si parla della ribellione di Samaele.
La maggior parte degli studiosi sostiene che il serpente dell’Eden fosse Satana mascherato: vale a dire l’arcangelo Samaele. Egli si ribellò il sesto giorno della creazione a causa di un’incontenibile gelosia nei confronti di Adamo, che Dio aveva ordinato a tutti gli abitanti dell’ Eden di riverire.
L’arcangelo Michele obbedì, ma Samaele si ribellò rifiutandosi di adorare un essere che lui considerava inferiore. Alle minacce di Michele, Samaele replicò: "Se egli (Dio) si adirerà, io mi farò un trono al di sopra delle stelle e mi proclamerò Dio".
Michele in tutta risposta lo scaraventò fuori dal cielo, nelle viscere della terra dove, ancora oggi, egli continua a tramare contro il volere di Dio.
Questa versione di poco si discosta dalle altre sacre scritture: ne esiste anche un’altra che a prima vista può sembrare di poco differente ma che, in realtà, apre nuovi scenari in quanto viene distinta la figura di Samaele con quella di Satana.
Pare che il nome Samaele sia un cacofonismo per Shemal, una divinità siriana. Nei miti ebraici Samaele assume una posizione ambigua poiché talvolta è inteso come "capo di tutti i demoni" e, a volte, "il più grande principe del cielo" che regna sugli angeli.
Il titolo di Satana, ossia "nemico", lo identifica sia con Helel, "Lucifero figlio dell’alba", sia con il serpente che nel giardino dell’Eden cospirò per la caduta di Adamo.
Vari studiosi ebraici lo identificano con il "Cosmocreator" o "Demiurgo" gnostico e, sotto quest’aspetto, è interessante la similitudine con il cosmocreatore greco Ofione che era un serpente.
Inoltre Michele guidò gli ospiti del cielo contro il falso cosmocreatore perché era stato nominato arcangelo proprio in quel giorno. Nella cultura greca Ermete (Mercurio) ottenne lo stesso potere planetario e fu aiutato da Pan a salvare Zeus dal titano ribelle Tifone, durante la battaglia mortale sul monte Saphon.
foto: Satana nell'Inferno di Dante Alighieri.
Alcuni studiosi affermano, infatti, che Satana non era Samaele ma, probabilmente, il principe delle tenebre che si era opposto al volere di Dio prima ancora che questi avesse ordinato: "Sia la luce".
Anche in questo caso Satana si ribellò a Dio perché avrebbe voluto che l’universo fosse creato dalle tenebre e non dalla luce. Dio lo punì assieme ai suoi angeli, rinchiudendoli in un carcere buio nelle viscere della terra, dove ancora languiscono con volti spettrali e sono tutt’ora riconosciuti come custodi.
Questa versione contiene al suo interno concetti molto importanti perché che la tenebra fosse esistita molto prima della creazione, non semplicemente come assenza di luce, ma come un’entità positiva, lo credevano tutte le popolazioni del medio oriente e del mediterraneo. I Greci credevano nella "madre notte", mentre gli Ebrei nel "principe delle tenebre".
Il termine "custodi", nome dato agli angeli di Satana nel secondo libro apocrifo di Enoch, riunisce in sé due parole aramaiche: irin, riferito agli angeli in Daniele IV 10, 14, 20 e qaddishin, ovvero "esseri sacri". Una traduzione più appropriata sarebbe "angeli custodi" che si accorderebbe meglio sia con le loro funzioni che con il significato dei loro nomi.
Anche le classiche opere di demonologia come ad esempio lo Pseudomonarchia daemonum, il Dictionnaire Infernal e la successiva Ars Goetia, non ci vengono in aiuto dato che, in esse, non si fa distinzione tra Lucifero e Satana.
Altre correnti di studiosi pongono sostengono che il passaggio da Satana a Lucifero sia avvenuto nel momento in cui il cristianesimo di distaccò dall’ebraismo: questa tesi è suffragata da dai testi sacri e sembra trovare un buon riscontro che cercheremo di sintetizzare di seguito.
Un fatto abbastanza sconcertante è che nel Vecchio Testamento Satana viene menzionato pochissime volte e, addirittura, nel Pentateuco è ignorato. In realtà, leggendo con attenzione la Genesi, si evince che il serpente tentatore che porterà Adamo ed Eva alla perdizione eterna, non è affatto identificato con Satana.
È possibile quindi affermare che Satana prese vita molto tempo dopo Adamo ed Eva e le prime tracce si rinvengono nel Libro di Giobbe che costituisce il ventiduesimo libro della Bibbia cristiana e che, con estrema probabilità, fu scritto agli inizi del V secolo a.C.: in questo periodo gli ebrei erano stati già esuli per vari anni a Babilonia e, in seguito, erano arrivati nell’area persiana.
È interessante notare che nelle culture mesopotamiche e persiane venivano adorati dei molto simili al nostrano Satana: questo vuol dire che le influenze mediorientali hanno influito in maniera sostanziosa a dar vita al principe dell’inferno che noi ben conosciamo.
Come già accennato, è nel Libro di Giobbe che Satana fa la sua comparsa. La storia è nota a tutti: Giobbe viene colpito da una serie di disgrazie causate appunto da Satana che vuole indurre il buon uomo a maledire Dio. Giobbe resiste e alla fine viene premiato.
Quello che ci interessa è il fatto che Satana, prima di tentare Giobbe, chiede il permesso a Dio: gli viene concesso anche se con dei limiti.
Appare quindi chiaro che, in questo caso, Satana non è considerato come l’antitesi di Dio, come il bene contrapposto al male, ma piuttosto come un vettore che causa il male per mettere alla prova la tempra religiosa degli uomini. Sembra che operi in accordo con il Creatore.
Una versione alquanto distante dal Satana tipico della teologia cristiana. Lo studioso Georges Minois sostiene appunto che questo cambiamento avvenne nel momento in cui il cristianesimo iniziò a camminare con i propri passi e a distinguersi dall’ebraismo. Inoltre fa notare che il personaggio Satana conquista la scena nel Nuovo Testamento in cui è citato 188 volte: come non ricordare infatti quando Satana insidia Cristo nel deserto per tre volte e altrettante viene scacciato.
Il seguito lo conosciamo bene e nonostante la teologia cristiana avesse rigettato i fatti narrati nei vangeli apocrifi, mantenne l’idea di Satana come ex angelo: "Tu, portatore di luce, figlio dell’aurora, perché sei caduto dal cielo?" (Isaia 14:12). Il portatore di luce divenne così Lucifero, angelo ribelle cacciato da Dio.
foto: Lucifero dipinto da Franz Von Stuck.
Ricordiamoci anche che l’aspetto del diavolo è mutato nei tempi. Quello paleocristiano aveva, infatti, un bell’aspetto ed era più Lucifero che Satana. Nel tardo medioevo poi avvenne il cambiamento da essere lucente e bellissimo a bestia immonda simile all’antico dio agreste Pan (che influì moltissimo a conferire l’aspetto bestiale e terrificante al diavolo).
Molti eventi successivi, tra cui non possiamo non menzionare il Concilio Lateranense IV, fecero diventare la storia di Satana-Lucifero come angelo caduto un dogma di fede (quasi) assoluto.
Per cui Satana e Lucifero sono due demoni differenti oppure due facce della stessa medaglia?
E quali sono le gerarchie infernali?
Risulta molto difficile rispondere a queste domande, ma noi ci proveremo.
Diciamo che, nonostante gli studi teologici portino a conclusioni differenti e apparentemente coerenti, la prova del nove viene proprio dalle parole dei demoni stessi: naturalmente ci riferiamo agli esorcismi, durante i quali vengono rivelati particolari di estremo interesse per gli studiosi.
A tal proposito, attualmente, esistono due diverse correnti di pensiero riguardo Satana e il suo nome.
La prima, quella classica derivante dalla tradizione ebraica, ritiene che Lucifero sia il nome che il Demonio aveva prima della sua caduta.
La seconda, conosciuta come Amantino-Amorthiana, sostiene che Lucifero sia un demone diverso da Satana, che è comunque il capo. Secondo quest’ultima è Satana che comanda, anche se fu Lucifero a ribellarsi.
Personalmente concordo sul fatto che Satana e Lucifero siano due demoni differenti e distinti.
È possibile trovare anche riferimenti nella Bibbia e più precisamente nel libro di Isaia (13). Lucifero si è ribellato a Dio e Satana si è ribellato a Lucifero sottomettendolo.
Queste indicazioni emergono chiaramente dagli esorcismi.
In particolare, durante una seduta di liberazione di un posseduto, il demonio rivelò che i cinque demoni più potenti degli inferi sono: Satana, Lucifero, Belzebù, Belial e Meridiano. Chiaramente le parole del demonio vanno prese con le molle, ma ci forniscono comunque un’idea delle reali gerarchie infernali.
A questo punto è necessario fare chiarezza circa il reale significato dei vari nomi più ricorrenti del diavolo.
foto: Satana dipinto da William Blake.
Demonio: deriva dal greco e significa "genio". Nella mitologia greco-romana non era considerata un’entità malefica, mentre nel Nuovo Testamento il termine demonio è sempre utilizzato per identificare esseri spirituali maligni.
Diavolo: deriva dal verbo greco che ha il significato di "accusare". Nel Nuovo Testamento con il termine diavolo ci si riferisce sempre a Satana. Erroneamente è ritenuto sinonimo di demonio, ma nella Bibbia la parola diavolo è utilizzata al singolare e fa sempre riferimento al capo dei demoni. Nelle Sacre Scritture la parola diavolo è sinonimo di accusatore, tentatore, assassino, serpente, etc.
Lucifero: nome di derivazione extra biblica che letteralmente significherebbe "stella del mattino". Secondo molti studiosi la traduzione "portatore di luce" è errata.
Il nome deriva dal fatto che, prima di essere cacciato dal regno dei cieli, fu un angelo particolarmente privilegiato da Dio. Quasi tutti i testi utilizzano il nome di Lucifero come sinonimo di diavolo: in realtà, come già spiegato, pare che Lucifero sia il secondo demone più importante nella gerarchia infernale, secondo solo a Satana.
Satana: è il demone più forte, più bello e più intelligente. Il più carismatico e potente tra tutti quelli che si ribellarono. Nell’Antico Testamento viene definito anche satanasso. Satana significa avversario, nemico, oppositore. Gesù nel Vangelo arriva a chiamarlo "Principe di questo mondo" (Gv 12,31; 14,30;16,11) e San Paolo addirittura "Dio di questo mondo".
Nonostante le differenti interpretazioni degli studiosi una cosa è certa: Satana è il capo incontrastato di tutti gli altri demoni. Concetto ribadito più volte da numerosi teologi.
Per esempio Papa Paolo VI, durante un discorso in occasione dell’udienza generale del 15 Novembre del 1972, disse: …ed ecco allora l’importanza che assume l’avvertenza del male per la nostra corretta concezione cristiana del mondo, della vita, della salvezza. Prima nello svolgimento della storia evangelica al principio della sua vita pubblica: chi non ricorda la pagina densissima di significati della triplice tentazione di Cristo? Poi nei tanti episodi evangelici, nei quali il Demonio incrocia i passi del Signore e figura nei suoi insegnamenti? (P. es. Matth. 12, 43). E come non ricordare che Cristo, tre volte riferendosi al Demonio, come a suo avversario, lo qualifica «principe di questo mondo»? (Io. 12, 31; 14, 30; 16, 11) E l’incombenza di questa nefasta presenza è segnalata in moltissimi passi del nuovo Testamento. S. Paolo lo chiama il «dio di questo mondo» (2 Cor. 4, 4), e ci mette sull’avviso sopra la lotta al buio, che noi cristiani dobbiamo sostenere non con un solo Demonio, ma con una sua paurosa pluralità: «Rivestitevi, dice l’Apostolo, dell’armatura di Dio per poter affrontare le insidie del diavolo, poiché la nostra lotta non è (soltanto) col sangue e con la carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori delle tenebre, contro gli spiriti maligni dell’aria» (Eph. 6, 11-12). E che si tratti non d’un solo Demonio, ma di molti, diversi passi evangelici ce lo indicano (Luc. 11, 21; Marc. 5, 9); ma uno è principale: Satana, che vuol dire l’avversario, il nemico; e con lui molti, tutti creature di Dio, ma decadute, perché ribelli e dannate; tutte un mondo misterioso, sconvolto da un dramma infelicissimo, di cui conosciamo ben poco .
Nonostante gli sforzi effettuati da teologi, antropologi e storici, conoscere a fondo la verità su certe tematiche risulta quasi impossibile.
Satana o Lucifero che dir si voglia, ogni persona ha la facoltà e la possibilità di credere o meno al demonio, ma ricordate che lui crede saldamente in noi e nelle nostre debolezze.
Fonti:
Bibbia Sacra, tradotto in lingua italiana da Monsignor Antonio Martini. Prima Edizione, Londra 1828
Dictionnaire Infernal, J.A.S. Collin de Plancy, Parigi 1818
I mille volti del Diavolo, pag. 21-31 Focus Storia n° 72, Ottobre 2012, © Gruner+Jahr/Mondadori S.p.A
I Miti Ebraici, Robert Graves e Raphael Patai, Tea Edizioni, 1988
Il ritorno dell’Anticristo, Massimo Centini, Piemme Edizioni, 1996
Inchiesta sul demonio, Marco Tosatti, Gabriele Amorth, Piemme Edizioni, 2012
L’ultimo esorcista, Paolo Rodari, Gabriele Amorth, Piemme Edizioni, 2012
Manuale di demonologia (ed. non commerciale), Simone Iuliano, Edizioni Youcanprint, 2012
http://www.treccani.it
http://it.wikipedia.org/
http://www.veniteadme.org/dialogo-con-un-esorcista-parte-seconda/
http://www.verginedegliultimitempi.com
http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/audiences/1972/documents/hf_p-vi_aud_19721115_it.html
|