Azazel, angelo caduto e capro espiatorio
Azazel, l'angelo sceso sulla Terra che offrì alle donne ornamenti e vesti molto colorate per sedurre gli uomini (e non solo quello)...
Nella Sacra Bibbia, nella Genesi, si racconta che la stirpe di Adamo (alla decima generazione), era enormemente cresciuta. Mancando il sesso femminile, gli angeli (“i figli di Dio”), trovarono mogli tra le belle “figlie dell’uomo”. Dall’unione di queste differenti creature avrebbero dovuto nascere figli dotati di vita eterna come i loro padri, ma Dio intervenne dicendo: “Il mio spirito non rimarrà nella carne per sempre. Quindi gli anni degli uomini saranno limitati a centoventi”.
Queste nuove creature ribelli erano note come “giganti” (o Nephilim) e le loro usanze non benevole e corrotte portarono Dio a decretare che avrebbe sterminato tutti gli uomini e le donne, assieme ai loro padri corruttori (Genesi, VI, 1-7). Si spiega così l’origine dei giganti in relazione ai loro padri, ovvero i figli di Dio. In Genesi VI, 1 - 4 infatti è scritto: “Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni». C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi”.
La stessa versione, con qualche variante, è possibile ritrovarla nel Giubileo ebraico (Giubilei, IV, 15, 22), in cui è scritto che i figli di Dio furono inviati sulla terra per insegnare all’umanità verità e giustizia: difatti per trecento anni confidarono a Enoch, figlio di Caino, i segreti dei cieli. In seguito però cominciarono a essere attratti dalle donne mortali e contaminarono la loro essenza con rapporti sessuali. Si diceva infatti che giacessero indiscriminatamente con vergini, uomini e animali.
Due angeli in particolare, Azael (o Azazel) e Shemhazai, chiesero a Dio, “Signore, il giorno della creazione non ti avevamo forse messo in guardia che l’uomo sarebbe stato indegno del tuo mondo?”. Dio rispose loro, “ma se distruggo l’uomo che ne sarà del mio mondo?”.
Gli angeli replicarono, “potremmo abitarlo noi”. La risposta di Dio fu secca, “Forse che, discesi sulla terra, non pecchereste peggio degli uomini?”.
Allora gli angeli lo pregarono, “Lasciaci vivere là per un poco e santificheremo il tuo nome”.
Dio allora li mise alla prova permettendogli di discendere sulla terra ma gli angeli non impiegarono troppo tempo per deluderlo, infatti furono subito attratti dalle belle figlie di Eva: Shemhazai ebbe due figli mostruosi, Hiwa e Hiya mentre Azael inventò i cosmetici e gli ornamenti utilizzati dalle donne per sedurre gli uomini.
Dio allora minacciò minacciò di liberare le acque e di distruggere tutti gli uomini e gli animali e Shemhazai pianse amaramente dato che, anche se i suoi figli non avrebbero potuto annegare per la loro elevata statura, sarebbero però morti di fame: per cui si pentì.
Azael invece continuò a offrire alle donne ornamenti e vesti molto colorate per sedurre gli uomini. Per questo motivo nel giorno dell’espiazione i peccati di Israele vengono imputati all’annuale capro espiatorio che viene lanciato al di là di una rupe e offerto ad Azael o Azazel (Yalqut Gen.44; Bereshit Rabbati, 29-30).
Questi fatti sono narrati anche nella Sacra Bibbia, infatti, il “capro espiatorio di Azazel” veniva lanciato vivo ogni anno nel giorno dell’espiazione (Levitico, XVI, 8-10). Egli doveva portare via con sé i peccati di Israele e trasferirli all’angelo caduto Azazel, imprigionato in una caverna sotto un cumulo di pietre. Il sacrificio viene quindi considerato un’offerta ai demoni e, come tale, proibito in Levitico XVII, 7.
In realtà tale usanza ha origini più antiche dal momento che, il Dioniso-capro (o Pan), era una divinità assai potente in Palestina, dove può essere giunto dalla Libia attraverso l’Egitto. A questo dio, sotto il nome di Azazel, tra gli ebrei era usanza sacrificare un capro nel giorno dell’ Espiazione.
Inoltre l’interpretazione della proibizione di cucinare un capretto nel latte della madre (Deuteronomio, XIV), va ricercata nell’antico orientamento religioso della civiltà greca (mitologicamente riferito a Orfeo, già presente nel 6° e forse 7° sec. a. C.), in cui si pensava che la parola d’ordine utilizzata dagli iniziati una volta raggiunto l’Ade fosse : “sono come un capretto caduto nel latte”. D’altronde l’usanza di sacrificare un animale agli dèi è molto antica e pressoché presente in tutte le culture pre-medievali: basti ricordare, per esempio, il culto caprino cretese del Minotrago che si colloca tra quello del Minelafo e quello del Minotauro.
È importante inoltre sottolineare il fatto che i nomi di alcuni angeli caduti sono rinvenibili solamente in mal curate trascrizioni greche di testi originariamente ebraici o aramaici: Azael comunque sembra corrispondere ad Azazel che letteralmente si traduce in “fortificato da Dio”.
Altri sostengono invece che i due angeli furono sedotti dalle demoni Naamah, Agrat e Lilith che un tempo era stata sposa di Adamo.
In quei giorni soltanto Istahar, una vergine, rimase non corrotta. Quando i due angeli tentarono di sedurla ella rispose, “Prima prestatemi le vostre ali”. Appena ne fu in possesso volò via verso il regno di Dio che, come ricompensa, la trasformò nella costellazione della Vergine (o delle Pleiadi). Gli angeli caduti, rimasti senza le loro ali, furono costretti a vagare sulla terra per varie generazioni, fino a che un giorno poterono risalire sulla scala di Giacobbe e ritornare così alla loro antica sede (Liqqute Midrashim, 156).
Si racconta inoltre che il cananita Genum, figlio di Lamech il cieco, che viveva nella terra dei pozzi fangosi (le rive meridionali del mar Morto dove sorgeva la corrotta città di Sodoma), essendo stato allevato da Azael fin dalla tenera età, avesse inventato una grande quantità di strumenti musicali. Quando li suonava, Azael entrava in essi in modo che emanassero suoni talmente seducenti da incantare il cuore di tutti quelli che ascoltavano. Genun radunava compagnie di suonatori che, eccitati dalla musica, si accoppiavano tra di loro in modo promiscuo. Inoltre gli offriva anche molta birra e li faceva ubriacare insegnando loro anche l’arte della costruzione delle armi (frecce, spade e quant’altro), in modo che si uccidessero alla cieca mentre erano sempre in stato di ebbrezza (Adambuch, 92-93).
Gli arcangeli Michele, Gabriele, Uriel e Raffaele dissero allora a Dio che malvagità simili non erano mai accadute sulla terra. Allora Dio inviò Raffaele affinché legasse Azael mani e piedi, lapidandolo con pietre e gettandolo nell’oscura grotta di Dudael, dove egli vive ancora. Gabriele mise contro gli angeli caduti invitandoli a farsi guerra e a sterminarsi. Michele invece incatenò Shemhazai e i suoi compagni in oscure caverne per settanta generazioni. Infine Uriel divenne il messaggero di salvezza che fece visita a Noè (Enoch, IX-X; II Baruc LVI, 11-16; Enoch XVIII, 1-6).
Quindi anche Azazel, come molti altri demoni, viene menzionato nelle sacre scritture e nei testi apocrifi. A tal proposito è interessante mettere a confronto un passo della Bibbia in cui si parla del patto di Dio con Abramo e del sacrificio degli animali (Genesi, XV, 7-18, Nuova Diodati) : “Poi l'Eterno gli disse: «Io sono l'Eterno che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei, per darti questo paese in eredità». E Abramo chiese: «Signore, Eterno, da che cosa posso io sapere che l'avrò in eredità?». Allora l'Eterno gli disse: «Portami una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un montone di tre anni, una tortora e un piccione giovane». Allora Abramo gli portò tutti questi animali, li divise in due e pose ciascuna metà di fronte all'altra; ma non divise gli uccelli. Or alcuni uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma Abramo li scacciò. Verso il tramontare del sole, un profondo sonno cadde su Abramo; ed ecco, uno spavento e una oscurità profonda caddero su di lui. Allora l'Eterno disse ad Abramo: «Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro, e vi saranno schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni. Ma io giudicherò la nazione di cui saranno stati servi; dopo questo, essi usciranno con grandi ricchezze. Quanto a te, te ne andrai in pace presso i tuoi padri, e sarai sepolto dopo una bella vecchiaia. Ma alla quarta generazione essi torneranno qui, perché l'iniquità degli Amorei non è ancora giunta al colmo». Or come il sole si fu coricato e scesero le tenebre, ecco una fornace fumante ed una torcia di fuoco passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno l'Eterno fece un patto con Abramo dicendo: «Io do alla tua discendenza questo paese, dal torrente d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate»”.
Gli uccelli rapaci che calarono sulle bestie morte, secondo quanto scritto nell’ apocrifa Apocalisse di Abramo, sono la rappresentazione di Azazel: “…degli uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma Abramo li scacciò”.
E ancora (Apocalisse di Abramo 13, 4-9): “L'uccello immondo mi parlò e disse: «Che cosa stai facendo, Abramo, sull’altura santa, dove non si mangia o beve né vi è del cibo per gli uomini? Tutto sarà consumato dal fuoco e ti distruggerà». E avvenne che quando vidi la lingua degli uccelli dissi all'angelo: «È questo, mio signore, cos’è?» Ed egli disse: «Questa è una disgrazia, è Azazel»; ed egli disse a lui: «Vergogna, Azazel! La porzione di Abramo è in cielo, e la vostra è sulla terra, l'Eterno, il Potente, vi ha dato una dimora sulla terra… e attraverso di voi giungeranno ira e prove sulle generazioni di uomini che vivono empiamente».
Nello stesso testo apocrifo, nell'Apocalisse, Abramo dice ai malvagi di "putrefarsi nella pancia del verme furbo Azazel, e di essere bruciato dal fuoco della lingua di Azazel."
Anche l’etimologia del nome di Azazel è alquanto discussa: diversi studiosi pensano che il nome asasèl sia derivato da asàs, “forte”, e da el, “dio”, venendo a significare “dio potente”. Altri invece sono convinti che le genesi del nome vada ricercata nella parola ebraica asasèl che a sua volta deriva da es, “capra”, e dal verbo asàl, “andarsene”, e che rimanda alla vicenda biblica del capro inviato nel deserto dal sommo sacerdote nel Giorno delle Espiazioni (Levitico XVI, 3-31).
Come per il nome anche la fisionomia di Azazel, derivata da varie interpretazioni terrene, è mutata nel corso degli anni, difatti nel celebre Dictionnaire Infernal di J.A.S. Collin de Plancy (Parigi 1818) è rappresentato come un demone morfologicamente simile a un capro che impugna uno stendardo.
Anche nell’opera Ars Goetia la descrizione di Azazel di poco si discosta da quella riportata nelle opere Pseudomonarchia daemonum e Dictionnaire Infernal con l’aggiunta del simbolo per evocarlo, noto come sigillo di Azazel (che riprende il sigillo sumero di Azazel).
Secondo alcuni studiosi Azazel sarebbe presente anche nel Corano nel quale talvolta viene identificato con lo stesso Iblis, equivalente del Satana nostrano, anch’egli un angelo caduto e condannato per un peccato di orgoglio.
Il Corano infatti riporta che il Signore ha creato l’uomo a partire dall’argilla e dal fango e che ha creato qualcuno che sarà sulla terra Suo vicario, Suo califfo. Chiede così agli angeli di inginocchiarsi di fronte a costui e tutti ubbidiscono tranne l’angelo Iblis, che rifiuta : “In verità vi abbiamo creati e plasmati, quindi dicemmo agli angeli: «Prosternatevi davanti ad Adamo». Si prosternarono (tutti) ad eccezione di Iblîs, che non fu tra i prosternati. Disse [Allah]: «Cosa mai ti impedisce di prosternarti, nonostante il Mio ordine?». Rispose: «Sono migliore di lui, mi hai creato dal fuoco, mentre creasti lui dalla creta». “Vattene! - disse Allah - Qui non puoi essere orgoglioso. Via!» (Sura VII, Al-A'râf, 11-13)”.
Come già accennato è impossibile non notare una certa somiglianza della rappresentazione di Azazel con quella della divinità greca Pan, ovvero del dio delle montagne e della vita agreste con sembianze caprine, simili a quelle di un fauno. Pan è un dio anomalo nel quadro mitologico greco dato che non viveva nell’ olimpo come gli altri dei e, a causa del suo aspetto terribile, fu abbandonato da sua madre, la ninfa Driope, e costretto così a vagare tra le montagne dell’Arcadia. Urla terrificanti annunciavano il suo arrivo ed era disinibito e completamente dedito ai piaceri sessuali, infatti non di rado stuprava le creature che incontrava nel proprio cammino: per questo motivo, spesse volte, in molte rappresentazioni scultoree viene rappresentato come un grande organo maschile oppure intento alla violenza sessuale o alla masturbazione.
È possibile quindi affermare che Pan abbia ispirato le sembianze di molti attuali demoni (Azazel, Satana e Baphomet, il demone ermetico con significati alchemici dei cavalieri templari), e che dobbiamo a lui la classica identità del diavolo con i piedi di capra e cornuto che ha iniziato a prendere piede nelle rappresentazioni degli artisti medievali e che è giunta ai nostri giorni quasi intatta.
Nella demonologia moderna Azazel è un demone molto potente che lavora a stretto contatto con Satana e che, oltre ad essere il capo messaggero dell’armata infernale, è incaricato della sicurezza degli inferi. A tal proposito non deve stupire affatto l’alto rango di questo demone dato che è uno dei primi angeli caduti che ha seguito le gesta del più celebre Lucifero.
Che sia un demone di rango superiore non vi sono dubbi e la sua fama lo ha portato a divenire protagonista di vari film (e serie televisive d’oltreoceano), di videogiochi e di romanzi: Azazel è infatti il nome di un'antologia di racconti fantasy del grande scrittore Isaac Asimov.
Per cui Azazel è un demone dal passato glorioso, un ex serafino che ha guidato la rivolta degli angeli divenuto poi capro espiatorio e portatore dei peccati dell'intero Israele: un’evoluzione alquanto ingloriosa che non toglie però sostanza all’importanza di questa antica entità, una delle prime a ribellarsi al proprio Signore e ora uno dei grandi signori dell’inferno assieme a Satana, Beelzebub e Astaroth.
L'Autore dell'articolo Ottavio Bosco nasce nel 1974, svolge i suoi studi scientifici a Pisa dove si laurea in Scienze Geologiche. Prosegue la sua formazione ottenendo l’abilitazione all’esercizio della professione di geologo presso l’Ordine dei geologi della Toscana. Attualmente vive e lavora a Pisa dove svolge la libera professione.
Ha collaborato con riviste di divulgazione scientifica (Economia e Ambiente) e ottenuto vari incarichi istituzionali che tutt’ora ricopre.
Con la casa editrice ETS di Pisa ha pubblicato il romanzo Il Purificatore (Febbraio 2011) e La Sindrome di Minosse (Novembre 2012).
Appassionato di horror, fantasy e pulp, esprime il suo hobby della scrittura con uno stile sui generis.
Fonti:
Bibbia Sacra, tradotto in lingua italiana da Monsignor Antonio Martini. Prima Edizione, Londra 1828
Dictionnaire Infernal, J.A.S. Collin de Plancy, Parigi 1825
Geni, Angeli e Demoni, AA.VV., Edizioni Mediterranee, Roma
I mille volti del Diavolo, Focus Storia n° 72, Ottobre 2012, © Gruner+Jahr/Mondadori S.p.A
I Miti Ebraici, Robert Graves e Raphael Patai, Tea Edizioni, 1988
La Dea Bianca, Robert Graves, Editore: Adelphi Edizioni, Febbario 2009
Of The Arte Goetia, Twilit Grotto Esoteric Archives, edizione digitale da Joseph H. Peterson, Copyright © 1999
http://www.corano.it/corano_testo/7.htm
http://www.israel-a-history-of.com/book-of-enoch.html
http://www.treccani.it
http://it.wikipedia.org/
http://www.biblistica.it
http://www.demonicpedia.com/
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