Harry Houdini (Ehrich Weisz) è il famoso mago ed escapista ungherese divenuto famoso in tutto il mondo per i suoi spettacoli e per lo smascheramento dei medium
Ehrich Weisz, conosciuto anni dopo con il nome di Harry Houdini, naque a Budapest il 24 marzo 1874. La famiglia Weisz di origine ebraica si trasferisce negli Stati Uniti quando Ehrich aveva quattro anni e cambia il cognome in Weiss.
La passione di Houdini per le esibizioni si manifesta fin da bambino e il suo primo spettacolo che consisteva in un numero al trapezio avviene a soli 9 anni. Nel 1887 a causa di gravi ristrettezze economiche, lui e suo padre vanno a vivere in una pensione di New York. Qui il giovane Harry riesce a farsi notare dal direttore di un circo e comincia a esibirsi come mago.
La sua carriera di mago inizia a diciasette anni con i classici giochi da illusionista. Durante una di queste esibizioni insieme al fratello Theodore conosce Wilhelmina Beatrice Rahner, o come la chiamava lui Bess, che diverrà sua moglie e assistente.
Dopo lo scarso successo con questi numeri provò con i primi spettacoli di escapologia usando un paio di manette.
Houdini: il successo
Nel 1899 avvenne l'incontro che segnò il suo destino con lo showman Martin Beck che lo ingaggiò e lo esortò a specializzarsi nelle fughe. Nel 1900 iniziò una tournèe in Europa nella quale diede prova delle sue abilità sfidando i corpi di polizia locali facendosi arrestare per poi evadere.
Quando arrivò nel Regno Unito il numero delle manette che effettuò negli uffici di Scotland Yard destò l'interesse di Dundas Slater, il manager dell' Alhambra, che mise in cartellone il suo show per sei mesi. Quando ritornò negli USA nel 1904, Harry Houdini era già diventato uno dei maghi più famosi di tutti i tempi.
Ehrich Weiss, diventato famoso, prese il nome d'arte di Harry Houdini. Harry era il soprannome datogli da suo fratello Theodore e Houdini in onore del mago Jean Eugène Robert-Houdin. Qualche anno più tardi questo divenne il suo nome legale e più precisamente si chiamò Harry Handcuff (manette) Houdini.
Nel 1907 Houdini cominciò a esibirsi in giro per gli Stati Uniti. Il successo che ottenne portò alla nascita di numerosi imitatori e perciò decise di rinnovare il suo repertorio e tentare evasioni via via sempre più difficili. Anni di addestramento sia fisico che nello studio di serrature e lucchetti gli consentirono di liberarsi di catene, lucchetti, camicie di forza e altro ancora.
L'interesse del pubblico fu ancora più forte quando i suoi numeri divennero potenzialmente mortali. Chiuso in un contenitore pieno di liquido, venire sospeso a testa in giù da un cornicione, questa divenne la prassi dei suoi show. I volantini e i manifesti recitavano frasi drammatiche come "Fallire equivale a morire".
Nel corso della sua carriera alcuni di questi trucchi vennero spiegati da Houdini stesso come disarticolarsi le spalle o ingoiare la chiave della serratura e poi rigurgitarla durante il numero.
Nel 1917 divenne presidente de la Società dei Maghi Americani di cui era anche un fondatore. Il suo scopo fu quello di unificare in un'unica entità tutti i prestigiatori americani, sia esperti che principianti. Reclutò interi gruppi di maghi in varie città degli USA. Questo movimento ancora esistente è composto da più di 6.000 membri attivi.
Negli ultimi anni di vita si dedicò a smascherare i medium che millantavano di comunicare con gli spiriti. Dopo la sua morte questa attività verrà portata avanti tra gli altri anche dal mago James Randi.
Harry Houdini: la morte
Sulla morte di Houdini sono nate numerose leggende, alimentate anche dai film sulla sua vita in cui si preferisce spettacolizzare gli avvenimenti reali.
La vera causa della sua morte si può far risalire a un pugno ricevuto da uno studente di boxe che voleva testare la resistenza degli addominali del mago. Per quanto possa sembrare strano questa era una cosa che accadeva spesso ma in quell'occasione preso alla sprovvista non fece in tempo a prepararsi a subire il colpo.
Nei giorni successivi fu perseguitato da forti bruciori allo stomaco. Inizialmente si rifiutò di farsi visitare e si convinse a rivolgersi a un dottore solo quando il dolore fu insostenibile. Gli venne diagnosticata una forma acuta di appendicite che richiedeva un immediato intervento chirurgico.
Ciononostante, Houdini ignorò i consigli del medico e si esibì in una delle sue performance quella sera stessa. Le sue condizioni già precarie peggiorarono. Durante lo spettacolo svenne e anche se riuscì a riprendersi e portarlo a termine dovette essere ricoverato d'urgenza. Quando venne portato all'ospedale gli venne riscontrata la rottura dell'appendice e una temperatura di 40 gradi.
Quell'esibizione al Garrick Theater che volle portare in scena a tutti i costi fu l'ultima della sua carriera. Harry Houdini morì di peritonite a cinquantadue anni il 31 ottobre 1926, la notte di Halloween.
I funerali si tennero il 4 novembre nel Machpelah Cemetery di New York. La sua salma venne trasportata da Detroit usando la bara usata in un suo numero. La notizia della sua scomparsa prematura richiamò migliaia di persone da tutti gli Stati Uniti per rendere omaggio al prestigiatore. La sua tomba, come voluto da Houdini stesso, venne situata accanto a quella di sua madre alla quale venne poi affiancata quella di sua moglie Bess.
Da qualche anno nell'anniversario della sua morte la Società dei Maghi Americani inscena una cerimonia davanti alla sua tomba chiamata Broken wand ceremony. Con questa pratica creata proprio per Harry Houdini si vuole cerebrare un mago che si è particolarmente distinto in vita.
Dopo che il capo cerimoniere termina la formula di rito con cui si rende omaggio ai suoi successi, spezza una bacchetta da prestigiatore e ne lascia i resti sulla lapide come a significare che ora che lui non c'è più anche la sua magia se n'è andata e la bacchetta è diventata inutile.
Harry Houdini: i numeri più famosi
1. Manette e corde
È quello che si può definire il numero classico di Harry Houdini: l'escapologo veniva ammanettato o legato a una sedia con delle corde da cui riusciva a liberarsi in pochi secondi. Fu proprio grazie a uno di questi numeri che venne notato e incoraggiato a portare in scena altre evasioni.
L'evasione con le manette più famosa fu la sfida lanciatagli dal Daily Mirror. Nel 1904 il giornale britannico sfidò Houdini a un'impresa che fu come ammise lui stesso fu una dell'evasioni più difficili della sua carriera. Le manette create per l'occasione furono opera di Nathaniel Hart, un fabbro di Birmingham ed erano più simili a dei ceppi che a delle manette vere e proprie.
Dopo che era passata un'ora senza che fosse riuscito a liberarsi, sua moglie Bess salì sul palco e gli diede un bacio. C'è chi sostiene che nella bocca della donna ci fosse stata la chiave delle manette e che sia riuscito a liberarsi solo con il suo aiuto. Un'ipotesi comunque che non sembra realistica data la grandezza della chiave.
Dovette tagliare la giacca che aveva addosso e ci impiegò quasi due ore ma alla fine riuscì a liberarsi. Per commemorare la sua impresa gli venne regalata una replica in argento delle manette di Hart.
Video: Houdini legato a una sedia riesce a liberarsi in pochi secondi [clicca per guardare]
2. La fuga dal bidone del latte
Nonostante abbia praticato questa fuga per soli quattro anni, questo rimane uno dei suoi numeri più famosi e imitati. Portato sul palcoscenico la prima volta nel 1901, il mago veniva ammanettato e calato in un bidone del latte pieno d'acqua che veniva nascosto da un paravento. Una volta all'interno si chiamava qualcuno del pubblico a salire sul palco e trattenere il fiato. Solo dopo che questi non ce la faceva più e in sala si cominciava a temere sulla sua sorte, Houdini usciva a ricevere gli applausi.
Nelle ultime rappresentazioni veniva anche legato con catene e lucchetti prima di entrare nel bidone. Dopo la sua morte questa fuga verrà riproposta da suo fratello Theodore nella quale il bidone del latte veniva a sua volta inserito in una cassa.
3. Camicia di forza
Almeno due fughe celebri avevano come protagonista la camicia di forza: la cella della tortura cinese dell'acqua e la liberazione dalla camicia di forza sospeso in aria.
Il primo numero è quello che più di ogni altro è entrato nell'immaginario popolare e viene associato con la figura di Harry Houdini. È conosciuto come la tortura cinese dell'acqua anche se era chiamato da Houdini Houdini Upside Down ("Houdini sotto sopra"): il mago immobilizzato dalla camicia di forza e con le caviglie ammanettate veniva immerso in una vasca piena d'acqua a testa in giù. La vasca veniva poi chiusa cosicché sembrasse impossibile uscirne. Venne messo in scena la prima volta al circo Busch a Berlino il 21 settembre 1912.
Video: un mago inscena una sua versione della Chinese Water Torture Cell [clicca per guardare]
Una fuga simile consisteva nel farsi sospendere al gancio di una gru. In un numero eseguito con l'ausilio di una delle gru per la costruzione della metropolitana di New York, si districò dalla camicia di forza dopo essersi lanciato in aria. Erano centinaia, a volte anche migliaia, le persone che si radunavano per assistere a questi spettacoli. L'alta affluenza di pubblico convinse i direttori dei quotidiani locali a ingaggiare il mago a scopo pubblicitario, facendolo sospendere dal tetto della sede del loro giornale.
Video: il mago si libera da una camicia di forza sospeso a mezz'aria [clicca per guardare]
4. La fuga dalla cassa
In questo numero Houdini veniva legato con delle corde o immobilizzato con una camicia di forza e rinchiuso in una cassa, poi sostituita da un contenitore più piccolo.
Così come liberarsi da un paio di manette, le evasioni dai bauli fecero parte integrante degli spettacoli di Houdini diventando un classico, tanto che divennero presto una routine. Per questo motivo come per altri numeri aggiunse una componente di pericolo. In una di queste versioni, la cassa veniva inchiodata e fatta calare in una vasca piena d'acqua.
La prima esibizione di questo genere si svolse all'aperto. In quell'occasione oltre a essere ammanettato, la cassa fu appesantita da novanta chili di piombo. Houdini riuscì nell'impresa riemergendo solo quindici secondi dopo. La cassa fu recuperata più tardi, ancora integra e vuota a eccezione delle manette e della zavorra.
Un'altra variante prevedeva che Houdini venisse sepolto vivo. Come fu ideata in origine fu portata in scena una sola volta perché troppo pericolosa. Sebbene si preparasse sempre a dovere prima di fare un'esibizione pubblica commise un'errore che avrebbe potuto costargli la vita. Aveva provato la fuga in una fossa meno profonda, senza tener conto che il peso della terra sul coperchio sarebbe stato maggiore.
Un numero a cui preferì rinunciare dopo che rischiò di morire ma che poi rispolverò qualche anno più tardi in un'altra versione per smascherare un sedicente fachiro di nome Rahman Bey. Per dimostrare che questo individuo non possedesse alcun potere sovrannaturale, si fece chiudere in una bara e sepolto in una vasca piena di terra. Houdini resistette novanta minuti, trenta più di Bey. Questa fuga venne poi ripetuta una seconda volta il 28 settembre 1926, una delle ultime della carriera.
L'ultima variante ideata da Houdini prevedeva l'utilizzo di quasi ogni oggetto di scena dei suoi spettacoli, come se fosse una summa di tutti i suoi numeri. Una volta immobilizzato con camicia di forza e manette, sarebbe stato rinchiuso in una bara di bronzo e sepolto vivo in una vasca. Un numero che sarebbe dovuto essere portato sul palcoscenico nel 1927 destinato a rimanere irrealizzato.
Harry Houdini: i trucchi da prestigiatore
Oltre che un famoso escapologo, Harry Houdini era anche un esperto di magia "classica".
Fra i suoi trucchi vanno citati almeno questi due:
1. Il trucco degli aghi
È un numero eseguito da diversi maghi al giorno d'oggi ma non tutti sanno che fu proprio Houdini a inventarlo. Il prestigiatore si mette in bocca un certo numero di aghi e un filo. Quando fa uscire il filo, gli aghi sono tutti infilati in esso.
2. Il numero della scomparsa dell'elefante
Richiedeva almeno dodici assistenti robusti e una gabbia grande a sufficienza per contenere l'animale. Una volta mostrato l'interno della gabbia al pubblico per dimostrare che non fosse possibile uscirne, veniva rinchiuso l'elefante e fatto calare giù il sipario. Dopo qualche secondo quando si rialzava il sipario, l'elefante era scomparso.
Houdini lo scettico, lo spiritismo e lo smascheramento dei medium
Nel 1913 la madre di Houdini muore. Questa perdita fu per lui un grande shock che non riuscì a superare neanche dopo molti anni. Come molti che hanno subito una simile esperienza si rivolse a uno spiritista nella speranza di poter contattare lo spirito della defunta.
Un prestigiatore del suo livello capì subito però che quello che aveva davanti era solo un imbonitore che usava dei banali trucchi per ingannare le persone e da quel giorno smascherare i vari presunti medium divenne la sua crociata personale.
Iniziò a frequentare le sedute sotto falso nome accompagnato da un giornalista e un agente di polizia. Negli ultimi anni di vita, spiegare al pubblico le frodi smascherate solo poche ore prima divenne parte degli spettacoli. Furono numerose le truffe scoperte da Houdini, che grazie alla sua esperienza sul palcoscenico riuscì a scoprire dei trucchi che avevano ingannato anche importanti accademici.
Di tutti i medium di cui si occupò tra i più famosi vi fu Madame Margery. Quando smascherò i suoi trucchi davanti a tutti ella si giustificò affermando che l'influenza negativa di Houdini non aveva permesso il contatto con il mondo degli spiriti, una scusa che viene molto usata oggi dai vari parapsicologi o medium quando vengono scoperti.
Alcuni effetti che creava durante le sue sedute rimangono tuttavia senza risposta, come la comparsa di una mano che si materializzava sul tavolo. Nel suo libro A Magician among the Spirits vengono riportate queste imprese, compresa la spiegazione dei trucchi più usati dai medium.
Con questa attività si tirò dietro oltre che le antipatie degli spiritisti anche quella di Arthur Conan Doyle. Inizialmente questo suo interesse li aveva fatti conoscere e diventare amici ma Doyle fraintese il suo interesse per il soprannaturale. A differenza dell'escapologo lui era un fervente credente dell'esistenza degli spiriti e altre creature sovrannaturali. Si oppose duramente a queste pratiche di Houdini, arrivando a sostenere che lui stesso fosse un medium e che le sue famose evasioni fossero frutto di poteri magici.
La sua lotta personale contro mistificatori e imbroglioni gli causarono l'inimicizia di Doyle, ma lo portò a legare con un altro famoso scrittore con cui condivideva l'avversione per la credenza nel soprannaturale: H. P. Lovecraft. Al solitario di Providence e al suo amico M. Eddy venne affidata la realizzazione di un libro che si sarebbe dovuto intitolare The Cancer of Superstition, un progetto mai terminato a causa della morte di Houdini e di cui si sono persi gli appunti.
Prima di morire lasciò a sua moglie un codice con cui avrebbe dovuto contattarla dall'aldilà. Inutile dire che numerosi medium provarono a scoprirlo per poter dire di aver avuto il contatto ma senza successo.
In realtà il medium Arthur Ford fornì il codice in una sua seduta ma solo dopo che fu Bess stessa a rivelarglielo. Il messaggio diceva: "Rosabelle, rispondi, parla, prega, rispondi, guarda, parla, rispondi, rispondi, parla."
Ogni 31 ottobre per dieci anni, sua moglie tenne una seduta spiritica nel tentativo di contattare il mago. Al decimo tentativo fallito tenuto al Knickerbocker Hotel di Los Angeles si arrese e spense la candela posta davanti alla foto di Houdini. Con quella fiamma che era stata mantenuta viva per anni si spensero anche le speranze di poter rivedere Harry Houdini.
Fonti:
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=200252
http://www.queryonline.it/2012/10/31/houdini-halloween-seance/
http://www.unostudioinholmes.org/houdini.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Harry_Houdini
http://en.wikipedia.org/wiki/Harry_Houdini
Houdini La vera storia del mago che sfidava la morte, La Repubblica (23.02.01)
|