Nome completo: Jerome Henry "Jerry" Brudos
Soprannome: The Lust Killer, The Shoe Fetish Slayer
Nazionalità/Paese: Stati Uniti d'America
Data di Nascita: 31 gennaio 1939
Segno Zodiacale: Acquario
Arrestato il: 25 maggio 1969
Condannato il: 28 giugno 1969
Data di Morte: 28 marzo 2006
Arco degli omicidi: 26 gennaio 1968 - 23 aprile 1969
Vittime accertate: 4
Vittime presunte: 4+
Modus operandi: Aggredisce o rapisce giovani donne per poi strangolarle/soffocarle e usare il loro corpi come "manichini" per scattare loro delle foto mentre indossano solo scarpe a tacco alto o intimo rubato. In alcuni casi mutila i copri delle donne o li usa per fare del sesso post-mortem.
Jerry Brudos: infanzia e adolescenza
Jerry Brudos, nato a Webster (South Dakota, USA), è un caso di serial killer che ha ricevuto parecchia attenzione dalla stampa, meritando addirittura il (dubbio) onore di un intero libro dedicato alla sua figura, Lust Killer di Ann Rule.
La sua infanzia segue alcuni dei passi tipici nella “formazione” di un omicida seriale, dai continui traslochi al rapporto conflittuale con la madre dominante (che avrebbe voluto una figlia) e il padre violento, fino ai precoci episodi di feticismo.
La fissazione iniziale di Brudos riguarda in particolare le scarpe e i piedi femminili. Jerry inizia ben presto a rubare biancheria e calzature, passando poi verso i tredici anni a minacciare alcune bambine, obbligandole a spogliarsi per lui per poi fotografarle, episodi che gli valgono i primi problemi con la legge. Nella tarda adolescenza comincia a pedinare le sue coetanee, spesso aggredendole o soffocandole fino allo svenimento per poi fuggire con le loro calzature.
Altro passo quasi classico è il tentativo di arruolamento nell’esercito, ma i suoi comportamenti ossessivi gli meritano ben presto il congedo e Brudos ritorna a vivere con i suoi, lavorando come elettricista.
Ha la prima esperienza sessuale a 23 anni e sposa la sua ragazza, rimasta incinta, soggiogandola psicologicamente e obbligandola a strani comportamenti, quali lo sbrigare i lavori domestici completamente nuda mentre lui la fotografava. La coppia ha due figli e si trasferisce nei sobborghi di Portland, a Salem, dove i problemi di Brudos si cronicizzano nella forma di violente emicranie che, a suo dire, potevano essere placate solo rubando scarpe e biancheria femminile.
Jerry Brudos: gli omicidi e l'arresto del serial killer
A partire dal gennaio 1968 aggiunse anche l'omicidio ai suoi numerosi metodi per placare i mal di testa.
Uccise infatti Linda Slawson, una diciannovenne che vendeva enciclopedie porta a porta ed era finita a bussare a casa sua: la portò nel garage dove le fece perdere i sensi con una bastonata alla testa. Poi la strangolò e scattò delle foto al suo cadavere nudo vestito solo con delle scarpe a tacco alto o biancheria intima che aveva rubato tempo prima. Si liberò del corspo della ragazza scaricandolo nel Willamette River, il lungo fiume che attraversa la parte nordovest dell'Oregon.
Della ragazza si tenne un "ricordo": il piede sinistro, tagliato via dal corpo con un seghetto, a cui faceva spesso indossare delle scarpe da donna.
Nel novembre del '68 uccise Jan Whitney, che rimase con l'auto in panne mentre si stava dirigendo a casa dal college. Brudos la uccise strangolandola e poi si scatenò in atti di necrofilia, facendo ripetutamente sesso col suo cadavere, per giorni, all'interno del garage di casa sua.
Nel marzo 1969 rapì, pistola in pugno, la diciannovenne Karen Sprinker. La portò al suo laboratorio di elettricista, dove prima la costrinse a posare per delle foto ricordo vestita con l'intimo di diverse donne, poi la violentò e uccise.
Un mese dopo rapì da un supermercato Linda Salee, 22 anni, violentandola e poi strangolandola. Si liberò del cadavere della ragazza abbandonandolo sulla riva di un lago nei pressi di Portland.
L’arresto, avvenuto nel 1969 in seguito al riconoscimento da parte di una vittima scampata a un tentativo di sequestro e a successive indagini fra le studentesse del campus locale, interrompe una scia di 4 omicidi con altri possibili casi che la polizia non ha potuto accertare per mancanza di prove.
Brudos, che confessò pochi giorni dopo l’arresto e tentò fin dall’inizio la carta dell’infermità mentale, aveva un modus operandi fisso, che consisteva nell’attirare giovani ragazze in casa o nel garage per poi picchiarle e strangolarle a morte.
Al già conclamato feticismo si innestò ben presto in questo killer una forte necrofilia che lo spinse in alcuni casi ad avere rapporti coi cadaveri delle ragazze, vestendoli e posando per alcuni scatti fotografici. In una occasione particolarmente delirante Brudos giunse a tenere appeso il cadavere di una donna per alcuni giorni, somministrando di tanto in tanto alcune scosse elettriche per “vederlo ballare”.
Due le macabre sorprese che aspettavano gli inquirenti fra i ritrovamenti effettuati in seguito alle indagini: oltre all’enorme collezione di scarpe femminili, infatti, la polizia ha recuperato un piede umano ancora dentro la sua scarpa (appartenuto a Linda Slawson) e un seno femminile (appartenuto a Jan Whitney) conservato nella resina e usato come fermacarte.
Tali dettagli collimano con alcune delle fantasie di questo assassino, che fin da ragazzo aspirava a congelare le donne dentro il freezer per immobilizzarle nelle pose che più gli piacevano.
Arrestato, processato e condannato all’ergastolo (nell’Oregon al tempo non vigeva la pena di morte), Jerry Brudos è morto alcuni anni fa nell’infermeria del carcere, per cancro al fegato. Nella sua cella ha lasciato pile e pile di cataloghi di scarpe da donna, che il serial killer chiamava "i suoi sostituti alla pornografia".
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