Serial Killer > Wiki > Cerchi una vittima? Scrivere e pubblicare un annuncio è un metodo pratico ed efficace per trovarla
Ancora prima dell’avvento di Internet, mezzo che virtualmente permette di contattare chiunque, gli annunci sui quotidiani erano un ottimo mezzo per i serial killer di conoscere le loro potenziali vittime.
In particolare, molto “gettonati” erano gli annunci matrimoniali, espediente usato ancora oggi sia da uomini che da donne per far credere che si è in cerca dell’anima gemella da amare per tutta la vita, ovvero fino a quando non viene uccisa dall’adescatore/trice di turno.
Agli inizi del Novecento la brutta e povera Vedova Nera Belle Gunness (nella foto), definendosi “attraente e ricca”, trovò e uccise ben quattordici mariti.
Il russo Bela Kiss, “uomo di bella presenza e benestante in cerca di una compagna femminile”, dopo aver ucciso la moglie adultera e il suo amante, fece fuori almeno venticinque aspiranti mogli. Con lo stesso tipo di inserzione accalappiava le sue vittime anche il celebre Henry Landru, conosciuto come il Barbablù di Parigi.
Il sedicente fotografo Harvey Murray Glatman non offriva una fede nuziale ma una carriera da modella. Almeno così credevano le ragazze che risposero alle sue inserzioni negli anni Cinquanta e finirono stuprate e strangolate. Harvey Louis Carignan assicurava invece un più modesto impiego nella sua pompa di Benzina di Seattle.
Anche rispondere agli annunci può essere un ottimo modo per procacciarsi le prede. Albert Fish trovò così il giovane Edward Budd che cercava un lavoro estivo in campagna. Il serial killer quando lo andò a conoscere a casa gli preferì la sorellina Grace, che squartò e in parte mangiò.
Gli annunci possono servire anche a comunicare con la polizia, come fece l'italiano Michele Profeta, oppure a cercare qualcuno disposto volontariamente a farsi mangiare, come ha fatto nel 2002 il tedesco Armin Meiwes che trovò in Bernd-Jurgen Brandes l’uomo adatto “da macellare e consumare”. Gli tagliò il pene e se lo mangiò in compagnia del “donatore”, prima di ucciderlo.
Anche in prigione gli assassini seriali continuano a usare i messaggi, sempre più spesso su Internet, per cercare qualcuno con cui almeno comunicare, se non possono più ucciderlo. Lo fanno soprattutto per ottenere vantaggi: le serial killer groupies sono disposte a tutto per il loro “innamorato dietro le sbarre”, dal battersi per lui rifacendo aprire il processo, ad accoglierlo se e quando esce di prigione. In alcuni casi ci può scappare perfino un matrimonio...
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