Serial Killer > Wiki > Il famoso manuale sulla classificazione e investigazione dei crimini violenti
Il Crime Classification Manual (CCM), a cura di John E. Douglas, Ann W. Burgess, Allen G. Burgess e Robert K. Ressler, è il manuale sulla classificazione e investigazione dei crimini violenti, ovvero omicidio, incendio doloso e violenze a sfondo sessuale. Per capire meglio l’importanza e la genesi di questo libro, dobbiamo rifarci agli anni passati, quando si è stretta l’alleanza tra tecnici delle investigazioni e scienziati del comportamento.
Nel 1972 viene creata la Bheavioral Science Unit (BSU), l'unità di Scienze del Comportamento per opera di Jack Kirsch.
Nel 1976 Robert Ressler e John Douglas, agenti FBI, iniziano a intervistare in carcere i serial killer per scoprire i rapporti tra scena del crimine e personalità dell'aggressore. In questa ricerca cura la parte più strettamente psicologica e comportamentale la psichiatra Ann Burgess.
Nel 1979 Ressler e Douglas introducono il concetto di modello organizzato/disorganizzato che ormai tutti conosciamo grazie a romanzi, film e telefilm.
Nel 1983 nasce il VICAP, Violent Criminal Apprehension Program: un programma standardizzato di ricerca e investigazione sui delitti.
Nel 1992 esce la prima edizione del Crime Classification Manual che nasce dall'unione delle competenze degli psichiatri e degli agenti speciali: per la prima volta i reati violenti sono classificati in relazione al movente dell'autore.
Il volume, alla sua seconda edizione negli Stati Uniti e da poco tradotto in Italia, si divide in quattro parti. La prima è una sorta di introduzione in cui sono spiegati concetti come la differenza tra Modus Operandi e signature (firma) e lo staging, cioè la messa in scena effettuata dall'offender per depistare gli investigatori. Si parla inoltre di come si è arrivati alla classificazione dei crimini in base alla gravità e dell'attività del VICAP.
Le parti seguenti illustrano i singoli codici fornendo esempi presi dalla realtà e i case study, che aiutano a capire i criteri di classificazione.
Ogni crimine è classificato in un determinato gruppo a seconda del tipo, del genere e del numero delle vittime, utilizzando un sistema di numerazione a tre cifre.
L'omicidio va da 100 a 199, l’incendio doloso e l'attentato dinamitardo da 200 a 299, lo stupro e le aggressioni a sfondo sessuale da 300 a 399, i crimini non letali da 400 a 499 e i crimini informatici da 500 a 599. Le ultime due categorie sono state presentate per la prima volta nella seconda edizione.
All’interno di ogni gruppo vi è un’ulteriore divisione, per cui all’interno del primo (100-199) avremo: omicidi maturati nell'ambito di un'organizzazione criminale (100-109), omicidi per movente personale (120-129), omicidi per movente sessuale (130-139) e omicidi in relazione all'appartenenza a un gruppo (140-149). A un caso di omicidio che ha una motivazione personale come la vendetta, si assocerà per esempio il codice 125.
Quando è necessario, si può scendere ancora più nello specifico (aggiungendo numeri dopo un punto), oppure associare al delitto più cifre. Nel caso di chi uccide la moglie per avere i soldi dell'assicurazione, avremo come codice: 122, omicidio domestico, 122.02 omicidio con messa in scena e il 107.01 movente per profitto individuale.
L'idea è che più si è in grado di raccogliere informazioni sul crimine per arrivare alla sua classificazione, più elementi utili ci saranno per arrivare al colpevole.
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