Serial Killer > Wiki > Molti serial killer hanno sfogato durante l'infanzia il loro desiderio/bisogno di fare del male sugli animali...
La violenza verso gi animali e quella verso gli esseri umani hanno in comune vittime con caratteristiche simili: si tratta sempre di creature viventi con la capacità di sperimentare dolore e angoscia e di mostrare segni fisici delle sofferenze subite, fino a morire per le conseguenze.
Chi commette le violenze, inoltre, prova lo stesso piacere nel controllare la propria vittima e nel procurarle dolore.
Non stupisce perciò che molti stupratori e serial killer abbiano sfogato durante l'infanzia il loro desiderio/bisogno di fare del male sugli animali, che è un comportamento ben diverso dalla "normale curiosità" che spinge spesso i bambini piccoli a staccare la coda alle lucertole o le ali alle farfalle.
L'abuso sugli animali compiuto da bambini può infatti variare per quanto riguarda la frequenza, la durezza, la cronicità e la gamma. I comportamenti vanno infatti dall'infastidire un animale da parte di un bambino con uno sviluppo immaturo (per esempio, un bambino molto piccolo che tira un gattino per la coda) a gravi torture (per esempio, rubare gli animali domestici dei vicini e dar loro fuoco).
Spesso però gli adulti danno lo stesso peso a comportamenti così diversi, sottovalutando i segnali che potrebbero far capire che si trovano di fronte a un individuo che, da adulto, si potrebbe rendere responsabile di atti violenti verso le persone, compresi gli stupri e gli omicidi.
Fin dal 1953 l'etologo e piscoanalista inglese Bowlby riconosceva che "La crudeltà verso gli animali e verso gli altri bambini è un tratto caratteristico, sebbene non comune, dei delinquenti non empatici. Manifestazioni occasionali di crudeltà senza senso sono ben conosciute in alcune forme di malattie mentali".
La crudeltà fisica nei confronti degli animali è stata inserita fra i sintomi indicativi del disordine della condotta nell'edizione del DSM-III-R (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) del 1987.
Tra i maltrattamenti verso gli animali merita un discorso a sé la zoofilia (dal greco zôon "animale" e philia, "amicizia", "propensione", "amore"), ovvero la tendenza esclusiva ad avere rapporti con gli animali.
In Italia il fenomeno delle crudeltà verso gli animali è sempre stato sottovalutato e solo nel 2010 si sono recepite le direttive europee. Adesso la legge 544 del codice penale prevede, tra l'altro, che: chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La pena è aumentata della metà se l'animale muore.
Nell'infanzia e nell'adolescenza di molti serial killer si riscontrano i seguenti comportamenti comuni, raggruppati sotto il nome Triade di MacDonald: enuresi, piromania e proprio l'aver commesso torture sugli animali.
I serial killer, dunque, mostrano molto precocemente la mancanza di empatia che li porta da adulti ad accanirsi sugli esseri umani, ridotti a giocattoli come lo erano gli animali che hanno torturato da bambini.
Riportiamo di seguito alcuni serial killer, o presunti tali, che durante l'infanzia e/o adolescenza hanno torturato animali, spesso finendo con l'ucciderli:
Ted Bundy, il "killer dei campus" condannato per due omicidi ma sospettato di aver ucciso più di 40 donne, da bambino è stato testimone di atti di violenza da parte di suo padre ai danni di animali. Anche lui, seguendo l'esempio paterno, ha ammesso di averne torturati diversi.
Jeffrey Dahmer, il noto "cannibale di Milwaukee", da bambino impalava cani e conficcava chiodi nei gatti.
Albert De Salvo, lo "Strangolatore di Boston", da giovane richiudeva in gabbia gatti e cani e si divertiva a lanciargli contro delle frecce attraverso le sbarre.
Edmund Kemper, condannato per l'omicidio di 8 donne, inclusa la madre, a 13 anni uccideva i gatti del vicinato, a volte seppellendoli vivi, poi metteva le loro teste su dei pali e compiva riti con i suoi "trofei". Tagliò a fette la testa di un gatto con un machete, decapitò il proprio gatto e successivamente lo fece a pezzi, proprio la stessa cosa che fece anni dopo con il corpo di sua madre.
Kip Kinkel a 15 anni assassinò i propri genitori e incendiò la caffetteria della sua scuola provocando, la morte di 2 alunni e ferendone altri 22. In precedenza si era vantato di aver decapitato gatti, vivisezionato scoiattoli e fatto saltare in aria una mucca.
Peter Kurten (1883-1932) iniziò la sua carriera di serial killer, 12 vittime accertate, torturando animali, quali cani, galline, agnelli e caprette.
Henry Lee Lucas da bambino aveva tagliato la gola di animali vivi e aveva catturato spesso piccoli animali per scuoiarli ancora vivi.
Bobby Long, condannato per stupro e nove omicidi, ha torturato e aggredito sessualmente il cane di famiglia.
Pedro Nakada, l'Apostolo della Morte peruviano, in gioventù era solito sfogare la propria frustrazione e rabbia sugli animali e arrivò addirittura a cuocere vivo in padella il gattino di famiglia.
Richard Ramirez, il "night stalker" che vanta 13 vittime accertate, fu convinto da suo cugino Mike, reduce del Vietnam atrocemente segnato dall'esperienza della guerra, che uccidere fosse la cosa più eccitante del mondo, perché "ti dava il potere e ti faceva sentire un dio". I due insieme vedevano foto di mutilazioni e torturavano piccoli animali.
Arthur John Shawcross, soprannominato il "Genesee River Killer", dall'età di 8 anni fino all'adolescenza intrattenne relazioni di sesso orale sia con bambini maschi che femmine, e con animali da allevamento. Uccise una gallina durante un "gioco sessuale".
Gerard Schaefer, geloso dell'affetto del padre nei confronti della sua sorella, sfogava la sua frustrazione uccidendo animali domestici.
Patrick Sherril, che ha ucciso 14 colleghi in un ufficio postale per poi suicidarsi, rubava piccoli animali del vicinato e permetteva al suo cane di attaccarli e mutilarli.
Earl Kennety Shriner violentò un bambino di sette anni e lo uccise. Gli tagliò il pene, lo soffocò e l'accoltellò nella schiena e al collo. La polizia disse che "era uno che metteva i petardi nel sedere dei cani e strangolava i gatti con la corda".
Luke Woodham a 16 anni pugnalò a morte sua madre e successivamente andò a scuola dove sparò ai suoi compagni, uccidendone 2 e ferendone altri 7. Precedentemente, Woodham aveva raccontato nel suo diario di come aveva picchiato, bruciato, torturato e ucciso il suo cane.
Michael Wayne Echols (18), Jessie Lloyd Misskelley Jr. (17), Charles Jason Baldwin (16) vennero arrestati nel 1993 per il brutale omicidio di tre bambini di otto anni a West Memphis. In precedenza, compiendo riti satanici, avevano ucciso, spellato e mangiato alcuni cani.
Eric Harris, 18 anni, e Dylan Klebold, 17, sono i responsabili del massacro della Columbine High School in cui uccisero 12 studenti e un professore prima di suicidarsi. Al primo piaceva schiacciare la testa dei topi con un righello e successivamente dargli fuoco, mentre il secondo sparava ai pettirossi.
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