Serial Killer > Wiki > Serial Killer che vivono, cacciano e uccidono insieme, in due...
Il criminologo Ruben De Luca, studiando oltre 2200 casi di omicidi seriali nazionali e internazionali, ha stimato che quelli commessi in coppia sono stati poco più del 9% (in Italia il valore scende al 5%).
Circa una vittima su dieci ha quindi incontrato una coppia assassina: due individui che hanno prima condiviso le stesse fantasie omicide, poi le hanno realizzate insieme.
Possono essere due perfetti sconosciuti che si incontrano per caso e scoprono di avere macabri interessi comuni, come Henry Lee Lucas e Ottis Toole.
Più facilmente sono il sesso e un amore malato che uniscono in matrimonio e nel crimine un uomo e una donna, come nel caso dei coniugi Birnie e Ken Gallego o gli inglesi Rosemary West e Fred West.
L’omicidio può essere anche un "vizio di famiglia", come nel caso degli strangolatori delle colline, Ken Bianchi e Angelo Buono.
Meno comune è il caso di due donne che uccidono insieme, spesso commettendo crimini orribili, come le assassine di neonati Amelia Sach e Annie Waters.
Cosa spinge due persone a cacciare insieme una preda, catturarla e ucciderla, spesso dopo averla torturata a lungo?
Di scuro alla base di tutto c’è la sindrome clinica chiamata in psichiatria "disturbo psicotico condiviso", e più conosciuta come "folie a deux" (follia a due): due individui, non necessariamente assassini se presi singolarmente, trovano nell’altro non un complice occasionale ma un partner con cui alimentare fantasie sempre più violente e metterle in pratica. Oppure donne con bassa autostima e personalità dipendente, trovano un compagno manipolatore che prima le soggioga sessualmente, poi le trasforma in assassine. Più raramente l’opposto.
Per spiegare alcune dinamiche delle coppie criminali è necessario inoltre ricordare la "Teoria della dominanza", introdotta dagli etologi Colin Wilson e Donald Seaman.
Coppie Assassine: La teoria della dominanza
È noto da tempo che tutti gli animali in una comunità organizzano la propria vita in base a una rigida gerarchia sociale al cui vertice si trovano gli individui dominanti e alla base quelli sottomessi. Il posizionamento di ciascun soggetto in tale scala è essenzialmente il risultato di lotte e aggressioni.
Benché per fortuna nella nostra società il "grado" di ognuno venga in genere stabilito per altre vie, in quanto animale sociale anche l’essere umano si comporta in questo modo e quindi anche tra gli uomini esistono degli individui che per loro natura innata sono dominanti.
Queste considerazioni, che di per sé non sembrano molto pertinenti, diventano significative se si leggono alla luce di due fatti assolutamente singolari.
Il primo è che il numero dei soggetti dominanti, in proporzione alle dimensioni della comunità in esame, è sempre lo stesso: uno su venti, ovvero il cinque percento della popolazione.
Tale rapporto è stato riscontrato con costanza ed è valido, secondo gli studi di zoologi come Wilson e Seaman, per tutte le specie di animali sociali, anche per l’uomo.
Il secondo è che tale cinque percento, in certe condizioni, e in particolare nelle situazioni di sovraffollamento, reagisce allo stress in modo che può essere anche molto violento. Sarebbe quindi la crescente sovrappopolazione a far aumentare i comportamenti criminali.
Wilson e Seaman fanno però la seguente considerazione: è vero che nelle zone troppo affollate, e quindi inevitabilmente povere, il crimine è sempre esistito, ma al contrario non sono sempre esistiti gli assassini seriali, la cui proliferazione, quindi, deve dipendere anche da altri fattori.
Uno di questi fattori è da individuarsi nel bisogno di autostima, teorizzato negli anni Quaranta dallo psicologo americano Abraham Maslow, nella sua tesi della "Gerarchia delle necessità".
Coppie Assassine: Gerarchia delle necessità e la Piramide di Maslow
Secondo Maslow gli atti degli esseri umani sono sempre volti alla soddisfazione di bisogni che formano i gradini di una piramide. Inizialmente, l’uomo cerca di soddisfare dei bisogni fisiologici, quali la fame o la sete, e solo quando le sue preoccupazioni in tal senso svaniscono egli si rende conto di necessitare di altre cose.
Nasce così l’esigenza di avere un tetto, un rifugio: si parla di bisogno di sicurezza, cui segue poi il bisogno d’affetto, l’aspirazione ad avere amici, una vita relazionale soddisfacente.
La penultima tappa è rappresentata dal bisogno di stima, la necessità di sentirsi apprezzato, percepito dalla comunità come un membro utile.
L’ultima, invece, dai cosiddetti metabisogni, primo fra tutti il bisogno di auto-realizzazione, che è l’ambizione individuale a "essere ciò che si vorrebbe essere", a "fare ciò che si vorrebbe fare".
Si capisce allora come la gerarchia delle necessità di Maslow possa diventare una chiave per comprendere perché i serial killer nascono e si moltiplicano nelle società ricche, quelle in cui, soddisfatti i bisogni primari, l’uomo si rende conto di non sentirsi "completo" senza appagare altre esigenze.
Quella di sesso, prima, e quella di autostima, poi.
Quando credono di non poter soddisfare tali esigenze, gli individui con spiccate caratteristiche di dominanza sperimentano una frustrazione tale da indurli a uccidere per raggiungere comunque l’obiettivo.
Questo spiega perché ai nostri tempi il numero dei serial killer stia aumentando, ma Maslow ha anche teorizzato il perché si formino coppie assassine formate da uomo e donna.
Attraverso interviste sulla vita sessuale fatte a studentesse, lo studioso nel 1936 individuò infatti che le coppie – anche quelle "normali" – si formavano seguendo tre tipi di combinazioni di dominanza, così composte:
- le donne a dominanza alta erano promiscue e orientate alla sperimentazione di pratiche sessuali anche estreme.
- le donne a dominanza media tendevano in genere ad avere invece un solo uomo e guardavano soprattutto all’aspetto romantico del sesso, erano sensibili al corteggiamento e all’eccitazione anteponevano la stabilità del rapporto.
- le donne a dominanza bassa, infine, pensavano che il sesso servisse solo alla procreazione.
Ciascuna di queste tre categorie era poi caratterizzata da un comune particolare molto rilevante: tutte le donne sceglievano come compagno un uomo con dominanza poco superiore alla loro, ma che appartenesse allo stesso gruppo.
Nelle coppie assassine formate da un uomo e una donna, soprattutto se lui è un sadico sessuale manipolatore, tale sbilanciamento è più evidente.
Gli assassini che agicono in coppia non si trasformano necessariamente in assassini seriali. Spesso l’omicidio si riduce infatti a un singolo evento – anche se prevede più vittime – ed è considerato dalla coppia come l’unica soluzione possibile per uscire da una determinata situazione, diventata con il tempo insostenibile.
Come abbiamo ricordato al’inizio, le coppie assassine non sono formate solo da un uomo dominante e una donna sottomessa, anche se è il caso più comune. È necessario perciò analizzare le diverse combinazioni.
Coppie assassine composte da uomo e donna
Nel suo testo Team Killers. A comparative study of collaborative criminals, Jennifer Furio riassume le caratteristiche peculiari della coppie assassine composte da un uomo e una donna, scrivendo che:
- nella maggioranza dei casi uomo e donna sono partner sessuali e la natura dei loro delitti è, prevalentemente, ma non sempre, di tipo sessuale
- di solito la donna è più giovane dell’uomo, e in media più giovane della donna serial killer che agisce da sola.
- in genere, la donna conosce il partner tra i venti e i venticinque anni ed è vulnerabile dal punto di vista emotivo.
- la coppia di questo tipo è organizzata: la donna funge da esca per attirare le vittime, quasi sempre di sesso femminile, tuttavia la sua gelosia e ambivalenza nel partecipare agli omicidi può portare a una scarsa accuratezza nel nascondere le prove.
- l’uomo controlla le azioni della sua partner più di quanto non faccia lei stessa, quasi che ella sia una sorta di bambola da manovrare.
- la donna accetta di avere un ruolo nei delitti perché teme di sentirsi altrimenti esclusa dalle fantasie sessuali del partner: per non perderlo, cerca di assecondare il suo volere.
- con il passare del tempo e la progressione degli omicidi, la donna diviene sempre meno sicura e cova risentimento nei confronti dell’uomo: per questo motivo, spesso decide di confessare e di patteggiare la pena collaborando con gli inquirenti.
La casistica dimostra che il più delle volte ci troviamo di fronte a una donna che uccide assieme a un sadico sessuale, combinazione omicida che merita una più dettagliata trattazione.
La donna in coppia con un sadico sessuale
Il criminal profiler Roy Hazelwood, assieme agli psichiatri Park Dietz e Janet Warren, dopo aver condotto una serie di interviste su quindici detenute che avevano commesso crimini in coppia con un soggetto dalla personalità dominante e con istinti sadici sessuali, giunse a suddividere il processo di plagio della donna da parte del sadico sessuale in cinque fasi:
1) Selezione.
Pare che il sadico sessuale sia in grado di identificare donne sole, passive e vulnerabili, e/o che attraversano periodi di difficoltà. Sfrutta poi tale vulnerabilità per far diventare la donna parte del suo scenario di dominio, controllo e sesso violento, perché trasformare delle "brave ragazze" in vittime umiliate è schiave sessuali gli conferma che "tutte le donne sono puttane".
2) Seduzione.
Il sadico corteggia la donna, mostrandosi attento alle sue necessità, affettuoso, romantico e generoso. Continua poi l’opera di manipolazione finché lei non accetta di soddisfare i suoi perversi desideri sessuali.
3) Corruzione del comportamento sessuale.
Il sadico convince la donna ad avere comportamenti sessuali via via sempre più trasgressivi, spesso combinati tra loro: foto e video erotici, sesso orale, sesso anale, uso di oggetti estranei, bondage. Dopo, usa il rinforzo positivo (esprime gratitudine, le fa complimenti per quanto è stata brava), che alterna col rinforzo negativo (la ignora o la rifiuta dicendosi insoddisfatto), per obbligarla a ripetere l’esperienza. Con il passare del tempo, in questo modo il sesso violento diventa la normalità.
4) Isolamento sociale.
Dopo aver corrotto il comportamento sessuale della donna, il sadico le impone un graduale isolamento sociale, finché il mondo della donna diventa tanto circoscritto che in esso non c’è più spazio per nessuno, oltre che per lui.
5) Punizione.
A questo punto, per completare la trasformazione, il sadico ricorre a punizioni fisiche e psicologiche. Dato che la donna è stata disposta ad avere rapporti sessuali in maniera tanto degradante che nessuna donna "decente" avrebbe accettato, non può essere che una puttana, e pertanto merita di essere punita. Tra le punizioni, è contemplata anche la possibilità di costringerla a partecipare a degli omicidi.
Coppie assassine composte da 2 uomini
La maggioranza delle coppie uomo/uomo rientra nella casistica degli amici: a volte si tratta a di casi di mutua concordanza di personalità che non di rado hanno commesso crimini in maniera indipendente prima dell’incontro, ma secondo Jennifer Furio esiste quasi sempre una struttura dominante/sottomesso, anche se non è presente un rapporto omosessuale.
Per quanto riguarda in particolare le coppie gay, la seconda tipologia più frequente, la studiosa americana ne riassume così le principali caratteristiche:
- le coppie omosessuali presentano le medesime dinamiche di quelle eterosessuali, con il partner più debole che asseconda il dominante e partecipa agli omicidi per non sentirsi escluso.
- gli omicidi commessi da omosessuali maschi sono caratterizzati da un grado di sadismo più elevato rispetto alla controparte femminile (le coppie lesbiche).
- la gelosia tra omosessuali di solito è più marcata che non nelle coppie eterosessuali; il dominato si lamenta sempre più dei tradimenti del dominante.
- il risentimento fa sì che spesso il sottomesso possa denunciare il partner. Per finire, abbiamo coppie "familiari": fratelli, padre/figlio, o cugini. Riguardo questi ultimi, uno dei casi più famosi è quello che vide protagonisti Ken Bianchi e Angelo Buono, meglio noti come gli "Strangolatori delle colline".
Coppie assassine composte da due donne
Secondo Jennifer Furio, anche nelle coppie assassine composte da due donne è presente un membro dominante e uno sottomesso e manipolabile. Le donne che uccidono in coppia, spesso, se non sempre, vivono una relazione sentimentale tra loro e gli omicidi, almeno per una delle due assassine, possono far accrescere il coinvolgimento emotivo nei confronti della partner.
Le motivazioni che spingono una coppia donna/donna a uccidere possono essere di diverso tipo: sessuali, ma anche e soprattutto di profitto.
Mentre nelle coppie uomo/donna, infatti, le vittime sono quasi sempre scelte dall’uomo sulla base di requisiti estetici, nelle coppie donna/donna gli obiettivi sono selezionati per via della loro fragilità e della maggiore possibilità di essere controllati: a morire per loro mano sono quindi persone anziane o malate, o bambini.
Solitamente questo tipo di coppia opera in ambiente sanitario, secondo il modello dell’"Angelo della Morte", e la cattura è sovente determinata da un risentimento dell’elemento più debole, che preso dalla gelosia e dalla frustrazione per la sempre minore attenzione ricevuta può decidere di denunciare la compagna.
I casi di coppie di serial killer composte da due donne sono rarissimi: in tutta la letteratura criminale se ne contano solamente dieci, l’ultimo dei quali avvenuto nel 2002 negli Stati Uniti: protagoniste della vicenda sono state Felicia Blakey e Ameshia Ervin, che hanno ammazzato tre uomini per derubarli.
Il primo caso di duo femminile di cui si abbia notizia risale invece alla fine dell’Ottocento, con Amelia Sach e Annie Waters, conosciute come le "Finchley Baby Farmers", che uccisero forse oltre venti neonati a loro affidati e per lo più figli di prostitute o frutto di scandalosi per l’epoca rapporti extraconiugali.
Vennero entrambe giustiziate per impiccagione il 3 febbraio del 1903. Vengono giustiziate nello stesso giorno: 3 febbraio 1903. Stando a quanto riportano le cronache, delle due era Amelia Sach la figura dominante: Annie Waters era ritardata e in grado solo di eseguire ordini, peraltro senza avere coscienza del male che faceva.
Questo wiki è in parte estratto dal saggio In due si uccide meglio – quando i serial killer uccidono in coppia per gentile concessione degli Autori.
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