Il Pesce Siluro, il Coccodrillo del Po

Tra leggenda metropolitana e realtà, il siluro è un pesce d'acqua dolce che può arrivare a pesare oltre i 100 chili

Il Pesce Siluro, il Coccodrillo del Po

Se ne parla anche in Radiofreccia, il film di Ligabue con Stefano Accorsi, che sfida la sorte per pescarne uno con le proprie mani.

Dicono averlo visto venir fuori dall'acqua per inghiottire galline, anatre, cani. Qualcuno teme che possa ingoiare pure i bambini.

Secondo alcuni è una leggenda metropolitana, secondo altri è un discendente degli antichi mostri marini, capitato chissà come nel letto dei nostri fiumi.

Tuttavia del terribile pesce siluro, nome scientifico silurus glanis, esistono documentazioni approfondite.

Il pesce siluro ha il corpo allungato, cilindrico nella parte anteriore e compresso nella parte posteriore, non ha squame e la sua pelle è ricoperta da grandi quantità di muco. La testa è massiccia e appiattita dorso-ventralmente, ha due paia di lunghi barbigli, due dei quali più corti, la bocca grande con numerosi denti, gli occhi di piccole dimensioni. Predatore da basso fondale, bocca grande senza dentatura, mascella terribile.

Non è una specie autoctona, ma è presente anche nei nostri fiumi e laghi da alcuni anni. Nei luoghi di origine, Europa orientale ed Asia, dove raggiunge dimensioni ragguardevoli, un tempo si riteneva che assalisse anche l'uomo per divorarlo, e si citavano esempi di grossi siluri che, sezionati, avrebbero mostrato nel loro apparato digerente resti di corpi umani. Ma queste notizie sono prive di ogni fondamento reale.

Vero è invece il maxi-esemplare di oltre un quintale pescato a Turbigo (Milano), nel laghetto dell’Arbusta qualche anno fa. Vero è invece l'esemplare lungo 2 metri e 25 centimetri, del peso di 70 kg, pescato nell'agosto 1952 nel lago di Morat ed esposto nel museo di zoologia di Locarno, in Svizzera.

Stando ad alcuni esperti, il siluro prediligerebbe le acque tranquille, poco profonde e a fondale molle con presenza di ricca vegetazione. Durante le ore diurne, mentre i pescatori si divertono, tende a rimanere immobile sul fondo, affossandosi nel fango. Ma quando ha fame, non c'è rivale che tenga. Il siluro divora tutto: invertebrati di fondale, pesci, anguille e ciprinidi. Gli esemplari di maggior dimensioni si nutrono persino di rane, ratti, e uccelli selvatici.

La storia dell'orribile pesce siluro, una sorta di pesce gatto gigante, che infesta le nostre acque interne è, a prima vista, difficilmente distinguibile tra leggenda e fatto reale. La leggenda riferisce di due sommozzatori che immersisi in un laghetto furono aggrediti da misteriosi mostri, così enormi che potevano facilmente aggredire un uomo. I due risalirono velocemente e i loro capelli erano divenuti bianchi dalla paura.

Un’altra variante afferma che nelle fauci del famelico pesce è rimasto intrappolato un cane che si stava abbeverando sulla riva di un fiume.

Nel settembre 2007 due sub professionisti dichiarano al giornale Brescia Oggi di aver avvistato a 25 metri di profondità, un siluro lungo più di cinque metri nelle acque del Garda (di fronte a Gargnagno).

Nel Po esiste da tempo una taglia per fermarlo. 26 centesimi per ogni chilogrammo di pesce siluro. Questa è la taglia istituita dalla provincia di Rovigo per fronteggiare la diffusione del gigantesco pesce siluro nelle acque del bacino del Po, dove ormai ha raggiunto il 27% della biomassa. Già nel 2000 fu avviata una simile iniziativa, e in 18 mesi furono conferiti nei diversi punti di raccolta ben 350 quintali di pesce. Altra iniziativa la cattura nei canali di bonifica quando i livelli sono bassi, con reti o tramite elettrostorditore. Anche la Provincia di Ferrara ha messo in atto ormai da 10 anni un vero e proprio Piano di limitazione di questo vorace predatore proveniente dall'Est europeo (assieme all'altra specie invasiva, il carassio), in collaborazione con i pescatori sportivi e l'Istituto di Biologia dell'Universita' di Ferrara.

Nel Ticino in un anno sono stati catturati siluri per un totale di 2 tonnellate, nell'ambito di un progetto Life finanziato da Ue, Regione Lombardia e Parco del Ticino. L'obiettivo è di salvaguardare due specie ittiche in declino: la trota marmorata e il pigo, specie endemica del bacino padano e fermare l'avanzata di specie invasive, in primis il siluro ma anche il rodeo amaro e la pseudorasbora. Secondo gli esperti dal momento della sua comparsa, il siluro (che nei paesi d'origine può raggiungere i tre quintali) è andato sempre allargando il proprio areale e allo stato attuale vive una vera e propria esplosione demografica: è stata infatti segnalata la cattura di esemplari nell'Arno, nel Tevere, e persino nel fiume Pescara, in Abruzzo.

Questo gigante delle acque dolci rischia di compromettere gli equilibri ecologici: oltre ad entrare in competizione alimentare con lucci e storioni, fa strage di cavedani e barbi, ma gli esemplari più grandi non disdegnano nutrie e nidiate di uccelli acquatici. Tra le specie minacciate dal pesce siluro anche alcune specie rare di anfibi tipiche della Val Padana come il pelobate fosco, la rana di Lataste, le raganelle. Il rapporto peso/fabbisogno alimentare è di circa 1 a 10: un siluro di dieci chili può mangiare ogni anno circa 100 chili di pesce. Quasi certamente questo pesce è stato immesso nei laghetti di pesca sportiva negli anni '70, e poi liberato nei fiumi una volta che i gestori si sono resi conto del danno che arrecavano. Nelle nostre acque temperate si è adattato molto bene, cresce rapidamente e si riproduce raggiungendo anche il quintale di peso.


Il Pesce Siluro, il Coccodrillo del Po
Articolo scritto da: Alessio Valsecchi
Pubblicato il 30/11/2009

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