Alla scoperta della storia e dei significati di uno dei simboli esoterici più noti e conosciuti...
Il nostro autore Ottavio Bosco prosegue il suo viaggio attraverso il "mondo" dei misteriosi simboli esoterici, facendo luce sulle origini, la storia e i significati dei più conosciuti e "visti".
Oggi sulle pagine di LaTelaNera.com è il turno dell'Oroboros, spesso protagonista di loghi, copertine di libri e album musicali oltre che i più svariati tatuaggi.
L'Ouroboros (detto anche Uroboro, Oroboro, Oroborus, Uroboros, Uroborus, Ourorboros) è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che nell'atto di mordersi la coda, formando così un cerchio e "ricreandosi" continuamente.
Qual è il significato dell'Oroboro?
Si tratta di un simbolo - associato all'alchimia, all'ermetismo e allo gnosticismo - che rappresenta la teoria dell'eterno ritorno, la natura ciclica di tutte le cose. È associabile a tutto ciò che può essere rappresentato attraverso un ciclo che, dopo aver raggiunto la propria fine, ricomincia dall'inizio ancora una volta, all'infinito.
L'Uroboro può essere associato anche al simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto gli opposti che si completano a vicenda.
D’altronde il serpente è uno dei più vecchi e più diffusi simboli mitologici e le sue caratteristiche hanno, molto spesso, spinto l'uomo alla sua associazione a temi sovrannaturali e ultraterreni. Per esempio il suo veleno è associato, come le piante e i funghi, al potere di guarire, avvelenare, o donare una coscienza espansa (addirittura l'elisir di lunga vita o d’immortalità): il cambiar pelle lo rende inoltre un simbolo di rinnovamento e rinascita che può condurre all'immortalità.
Il serpente è stato un simbolo fondamentale presso le popolazioni precolombiane, mediorientali, presso gli egizi, i celti e tante altre, ma forse è meno noto ai più il fatto che fosse un animale sacro anche presso le popolazioni del Nord e Centro America: in questo caso raffigurava e simboleggiava la rinascita. Il serpente perde la propria pelle quando è giunto il momento propizio ed è passionale fino alla morte.
È anche mutevole in base alla situazione, talvolta tranquillo per ipnotizzare l’avversario, altre volte rapido e letale con il suo morso velenoso. Passionalità e voglia di uccidere quindi.
Presso il pueblo il serpente richiama il lampo e il tuono che conducono alla pioggia per ottenere buoni raccolti.
Il serpente è rappresentato in moltissime culture e nelle più disparate situazioni: per esempio il serpente che avvolge con le sue spire un bastone o un albero indica il potere (bastone) che si afferma attraverso l'evoluzione (serpente) fino a permeare l'intero pianeta.
In assoluto però l'Uroboro col serpente che si morde la coda è simbolo gnostico dell'iniziazione e del potere dei maghi e degli occultisti: raffigurato attorno alla stella di Salomone, indica l'alta iniziazione occultistica.
Alcune sette gnostiche adoravano il serpente del paradiso che aveva destato nel cuore dell’uomo la bramosia della conoscenza. Questo serpente divenne un emblema alchimistico riprodotto nel libro di Cleopatra sulla fabbricazione dell’oro. Il corpo del serpente, metà chiaro e metà scuro, manifestava all’adepto che nel mondo materiale il bene e il male, la perfezione e l’imperfezione si congiungono insieme nella materia. Secondo gli alchimisti la materia è "uno e tutto".
Il terribile serpente del paradiso fu mutato dagli alchimisti nel benefico Urobos e questo, a sua volta, si trasformò nel dragone degli alchimisti. Una bella incisione contenuta nel libro di Lambsprinck La Pietra Filosofale, mostra il dragone che vive nella foresta e che si morde la coda.
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