Gloomy Sunday, la canzone maledetta che uccide

Gloomy Sunday di Rezsö Seress, conosciuta anche come la canzone ungherese del suicidio, č una canzone maledetta e killer?

Sul mondo della musica girano tutta una seria di aneddoti e curiositŕ che ne fanno indubbiamente un universo affascinante. Molti di questi parlano di tracce misteriose, nascoste, nelle quali poter individuare questa o quell’altra voce, rumori o strani lamenti.

Si tratta per lo piů in veritŕ di trovate pubblicitarie ben architettate per consegnare alla storia i brani in questione e, in effetti, per decenni, migliaia di persone sono state lě, di fronte al loro giradischi ad armeggiare con puntine, levette e bottoni per variare la direzione o la velocitŕ dei loro vinili, nella speranza di riuscire a scovare queste mitiche ghost tracks.

E c’č chi giura di aver sentito venir fuori da quei dischi voci di dannati, pianti di bambini, istruzioni per conquistare il mondo o il canto del diavolo.

Quella di Gloomy Sunday, č tutta un’altra storia.

Nessuna trovata di marketing, nessun mistero sovrannaturale, solo una serie di sfortunati eventi - si potrebbe dire - o forse, come credono i piů, una maledizione che si insinua tra le note e si abbatte infausta su chi ne ascolta le note struggenti.
Ma andiamo con ordine.

Gloomy Sunday č il titolo inglese della canzone ungherese Szomorú vasárnap composta nel 1933 dal musicista Rezsö Seress.

Il testo della canzone, in due strofe, fu scritto da Seress a Parigi, dopo che la fidanzata l’ebbe lasciato a causa del suo scarso successo professionale e della sua ostinazione nel voler perseverare nella carriera musicale nonostante i fallimenti. Fu composto di getto, ispirato dal dolore di quel momento e parla di un amore profondo e del suicidio come unico modo di dimostrare il proprio amore a chi non crede nella sua sinceritŕ.

Ma non č questo il motivo che ne fa una canzone maledetta quanto la "strana coincidenza" che, in effetti, il suo nome iniziň presto a essere legato a una serie di morti misteriose.

Il primo caso documentato si verificň proprio a Budapest nei primissimi mesi del 1936. Il calzolaio Joseph Keller fu trovato morto nella sua casa. Si intuě subito che si trattava di suicidio e la polizia scoprě, vicino al corpo, una lettera di addio in cui citava le parole di una canzone uscita qualche tempo prima. Gloomy Sunday aveva mietuto la sua prima vittima.

Ma ne arrivarono tante altre e, il fatto che l’Ungheria presenti, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanitŕ, il piů alto tasso di suicidi in Europa, sembra non bastare a spiegare questo dilagare di morti e soprattutto il nesso con la canzone che veniva spesse volte riportata nelle lettere che accompagnavano i gesti estremi.

Si contarono almeno 17 di queste oscure coincidenze tra suicidi e Gloomy Sunday. Nella maggior parte dei casi le vittime si erano tolte la vita gettandosi nel Danubio e portando con sé copia della canzone. Per questo motivo, in tutta l’Ungheria, la canzone fu vietata nelle trasmissioni radiofoniche e nelle esibizioni pubbliche.

Nonostante questi eventi il successo era ormai un dato di fatto tanto che Saress spinto dalla fama raggiunta decise di rincontattare l’ex fidanzata, sua musa, per dimostrarle che la sua perseveranza era stata premiata e tentare una riconciliazione.

Pochi giorni dopo la ragazza fu trovata morta, si era avvelenata e nel biglietto ritrovato accanto al suo corpo erano scritte le parole "Gloomy Sunday".

Presto la canzone, trainata anche dalla curiositŕ che si era creata intorno alla "maledizione", si diffuse nel resto d’Europa. Anche qui si ha notizia di strani eventi legati al suo ascolto.

A Berlino durante un concerto dal vivo, un giovane richiese alla band di suonare Gloomy Sunday. Tornato a casa si sparň lasciando scritto che quella canzone gli era entrata in testa e lui doveva "spegnerla".

Sempre a Berlino, una settimana dopo, una giovane commessa si impiccň nel suo appartamento, nella stanza fu ritrovata una copia del testo di Gloomy Sunday.

A Roma, un ragazzo che passava in bicicletta sul lungotevere, sentě un vagabondo che la suonava alla chitarra, scese dalla bicicletta e dopo aver dato all’uomo tutti i soldi che aveva si gettň nel fiume.

A Londra una donna fu rinvenuta morta nel suo appartamento. Si era suicidata ingerendo una dose massiccia di barbiturici. I vicini chiamarono la polizia allarmati dal volume spropositato dello stereo nell’appartamento adiacente, che trasmetteva in ripetizione sempre la stessa canzone: Gloomy Sunday.

La cattiva fama del pezzo in tutta Europa, e l’incremento dei suicidi in Inghilterra, portň la BBC a vietarne la trasmissione all’interno dei suoi palinsesti e anche nightclub, pub e altri locali seguirono l’esempio. Questo divieto rimase in vigore addirittura fino al 2002. Stessa cosa avvenne in Francia e in altri paesi.

La reputazione della canzone maledetta giŕ ribattezzata "La canzone ungherese del suicidio" si diffuse ancora di piů tanto che la Chappel & Company, decisa a cavalcare l’onda, si occupň della sua diffusione in America.
La versione originale venne tradotta in inglese da Sam M. Lewis e cantata da Paul Robertson. Il Musicologo Sigmund Spaeth accolse l’esordio americano della canzone scrivendo: «In europa la gente ha iniziato a commettere suicidi come risultato dell’ascolto di una canzone chiamata Gloomy Sunday [...] Essa ha raggiunto questo con le parole inglesi di Sam M. Lewis ma nessun suicidio».

Spaeth perň si sbagliava.

Nel maggio del 1936, Philip Tangier Smith Cooke, studente del Horbart College di Geneva nello stato di New York, fu trovato senza vita, la sera del ballo di fine anno. Un amico interrogato poco dopo il fatto disse che poco prima il giovane gli aveva detto "č una domenica tetra (gloomy sunday), lo farň stanotte".

In ogni caso, l’infausta nomea, i divieti di trasmissione, i boicottaggi alla radio e nelle esecuzioni, non scoraggiarono il successo della canzone e un numero sempre maggiore di artisti si interessň al caso, tanto che dal 1940 in poi la troviamo inserita nel repertorio di grandi nomi della musica: Billie Holiday, Ray Charles fino alla piů recente Bjork. Interpretazioni che conferirono alla canzone un successo e una fama ancora crescenti.

E i suicidi?
Beh si č smesso di chiedersi se siano state le note di Gloomy sunday a esserne causa o se tutta questa storia piů che una maledizione sia il frutto di una serie di coincidenze decisamente strane. Certo č che da Billie Holiday in poi, la versione diffusa non č piů quella "maledetta" composta da Seress ma presenta un testo "edulcorato" ampliato di una strofa nella quale la chiusura della canzone non fa piů riferimento al suicidio ma č stata resa meno cupa e piů speranzosa sottolineando come il gesto estremo non sia una soluzione reale ma sia stato solo immaginato.

Con la diffusione su larga scala della nuova variante la canzone perse molta della sua aura funesta diventando un successo replicato e diffusissimo. I nuovi interpreti e le nuove versioni, fecero perdere il ricordo del vero autore della canzone e Seress fu dimenticato da tutti.

Nel 1968 arriva la notizia del suo suicidio. In un cupo lunedě di Gennaio, l’autore di Gloomy Sunday si toglie la vita gettandosi dal balcone del suo piccolo appartamento all’ottavo piano di un palazzo di Budapest. Negli ultimi tempi il suo umore era peggiorato e lui aveva parecchie volte dichiarato un grande rammarico per non essere riuscito a continuare la sua carriera con altri successi del calibro di Gloomy Sunday.

Nessun rancore Seress, ma in questo caso un "per fortuna" appare inevitabile.


Szomorú vasárnap
(versione originale Ungherese)

Szomorú vasárnap száz fehér virággal
Vártalak kedvesem templomi imával
Álmokat kergető vasárnap délelőtt
Bánatom hintaja nélküled visszajött
Azóta szomorú mindig a vasárnap
Könny csak az italom kenyerem a bánat...

Szomorú vasárnap
Utolsó vasárnap kedvesem gyere el
Pap is lesz, koporsó, ravatal, gyászlepel
Akkor is virág vár, virág és - koporsó
Virágos fák alatt utam az utolsó
Nyitva lesz szemem hogy még egyszer lássalak
Ne félj a szememtől holtan is áldalak...

Utolsó vasárnap



Gloomy Sunday
(traduzione letterale inglese)

It is autumn and the leaves are falling
All love has died on earth
The wind is weeping with sorrowful tears
My heart will never hope for a new spring again
My tears and my sorrows are all in vain
People are heartless, greedy and wicked...

Love has died!

The world has come to its end, hope has ceased to have a meaning
Cities are being wiped out, shrapnel is making music
Meadows are coloured red with human blood
There are dead people on the streets everywhere
I will say another quiet prayer:
People are sinners, Lord, they make mistakes...

The world has ended!



Gloomy Sunday
(versione inglese a 3 strofe)

Sunday is gloomy,
My hours are slumberless
Dearest the shadows
I live with are numberless
Little white flowers
Will never awaken you
Not where the black coaches
Sorrow has taken you
Angels have no thoughts
Of ever returning you
Wouldn’t they be angry
If I thought of joining you?

Gloomy sunday

Gloomy is sunday,
With shadows I spend it all
My heart and I
Have decided to end it all
Soon there’ll be candles
And prayers that are said I know
But let them not weep
Let them know that I’m glad to go
Death is no dream
For in death I’m caressin’ you
With the last breath of my soul
I’ll be blessin’ you

Gloomy sunday

Dreaming, I was only dreaming
I wake and I find you asleep
In the deep of my heart here
Darling I hope
That my dream never haunted you
My heart is tellin’ you
How much I wanted you
Gloomy sunday



Fonti:
Fredrick J. Spencer, Jazz and Death: Medical Profiles of Jazz Greats (University Press of Mississippi, 2002)
Harry Witchel, You Are What You Hear: How Music and Territory Make Us Who We Are (Algora Publishing, 2010)
Stephen Miller, The peculiar life of Sundays (Harvard University Press, 2008)
Sigmund Spaeth, A History of Popular Music in America (Random House, 1948)
Stack, Krysinska, Lester, Gloomy Sunday: did the "Hungarian suicide song" really create a suicide epidemic?
D.P. MacDonald, Overture to death
it.wikipedia.org/wiki/Gloomy_Sunday
en.wikipedia.org/wiki/Gloomy_Sunday


Gloomy Sunday, la canzone maledetta che uccide
Articolo scritto da: Laura Platamone
Pubblicato il 11/12/2010

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