L'automobile Porsche su cui James Dean morì è stata perseguitata da una lunga serie di sventure, tanto da essere considerata maledetta
Tra il 1953 e il 1957, mentre si diffondeva il mito delle gare automobilistiche, la casa automobilistica Porsche presentò il prototipo della Porsche 550 Spyder, una vettura leggera (590 kg) e aerodinamica che consentiva di raggiungere velocità di 220 km/h con un’accelerazione fino a 100 km/h in 10 secondi.
Un gioiellino d’aspetto snello, elegante, pronto a ruggire con il suo motore il verso della libertà.
Nel 1955 il film Gioventù bruciata confermò il talento dell’attore James Dean, da allora simbolo di un’adolescenza irrequieta, che si ribella alla staticità dei genitori, cercando soluzioni diverse, avventate ed estreme. Quello stesso anno Dean perse la vita.
La concomitanza tra il periodo di produzione dell’automobile e la data di morte dell’attore la dice lunga sul modo in cui il veicolo incise sull’esistenza di Dean. Quest’ultimo, infatti, acquistò uno dei 90 modelli prodotti di Porsche 550 Spyder, e la ribattezzò "Little Bastard" (piccola bastarda).
In una delle scene clou di Gioventù bruciata, James Dean, nei tormentati panni dell’adolescente Jim Stark, si trova coinvolto in una sfida automobilistica: Jim e un rivale dovranno correre verso una scogliera, al volante di due auto rubate, e l’ultimo a saltare fuori dall’auto sarà il vincitore. È Jim a lanciarsi per primo, mentre il rivale, rimasto impigliato nello sportello, cadrà in mare, uccidendosi.
Ma la morte, scampata dal Jim personaggio, raggiungerà di lì a poco il James uomo: quando rinomini la tua auto "Piccola Bastarda", del resto, devi aspettarti che prima o poi ti combini qualcosa, o metta in atto una terribile vendetta.
Il 30 settembre 1955 James Dean e la Porsche 550 Spyder percorrevano la Statale 46, diretti a una corsa automobilistica cui avrebbero dovuto partecipare a Salinas (California). James aveva 24 anni, la sua carriera era al suo apice (dei tre film cui deve il suo successo, La valle dell’Eden e Gioventù bruciata erano appena usciti, e Il Gigante, da poco concluso, non era ancora nelle sale), e stava facendo ciò che lo rendeva più vivo: correre in auto.
Ma a quale velocità?
Quella irruenta del James Dean ribelle, del Jim che si lancia verso la scogliera, del possessore di un’auto capace di andare a 200 km/h?
O piuttosto la velocità moderata del James Dean testimonial, che aveva partecipato a uno spot televisivo sulla guida sicura?
"Guidate con calma" aveva detto "Perché la vita che salvereste potrebbe essere la mia".
Quel pomeriggio di settembre, l’ironia tragica del destino diede un sapore amaro alle sue parole: Donald Turnupseed, un ventitreenne che di certo si era perso lo spot guida sicura, a bordo di una Ford Berlina gli tagliò la strada.
Le due auto si scontrarono, e l’attore perse la vita.
Ma è più corretto pensare che in sella alla Porsche 550 Spyder Dean concluse la sua carriera, o che piuttosto la rese eterna?
Durante un'intervista l’attore aveva detto: "Se uno riesce a gettare un ponte tra la vita e la morte, se riesce cioè a vivere anche dopo morto, forse allora è stato un grand'uomo"
Da bravo sostenitore del Carpe diem, l’attore si giocò tutto in un istante.
Ma in quell’istante, la sua immagine si congelò.
Prima di quell’anno, per il mondo, non era nessuno.
Dopo quell’anno, non ce ne sarebbero stati altri.
Sarebbe stato quel giovane ribelle amante delle corse, per sempre.
In uno schianto d’automobile, da uomo si era trasformato in icona, in leggenda.
Senza James Dean al volante, le gare automobilistiche rimasero per la 550 Spyder un sogno.
Ma la Piccola Bastarda decise di onorare il suo soprannome, rendendosi artefice di una misteriosa serie di incidenti, che moltiplicarono a specchio quello in cui il suo padrone aveva perso la vita.
Fu acquistata da George Barris, ma mentre veniva trasportata da un camion si sganciò dai sostegni, spezzando la gamba di un meccanico.
Il suo motore fu installato sull’auto da corsa di un medico, che durante una competizione si ferì gravemente, oltre ad uccidere uno degli addetti al controllo della gara.
Un suo semiasse, montato sull’auto di un altro pilota, causò un altro gravissimo incidente stradale. I suoi copertoni, ancora, in mano ad un altro proprietario, rischiarono di causarne la morte.
Voci, più o meno accertate, narrano di molti altri incidenti a carico di componenti della Porsche.
Si cominciò presto a parlare di "maledizione", e più precisamente della Maledizione della Porsche di James Dean.
Mentre i pezzi della Piccola Bastarda andavano a riempire le pagine della cronaca di pericolosi incidenti, il corpo principale dell’auto era ancora in possesso di George Barris. Un ragazzino, che voleva rubarne un pezzo, si tagliò un braccio e dovettero amputarglielo.
Carrozzeria e telaio vennero scritturati per una mostra vagante sui temi della sicurezza stradale. Al modico prezzo di 50 centesimi si poteva sedere al posto di guida (magari immaginando di essere liberi e ribelli come James Dean, con indosso i suoi jeans e la sua giacca rossa), e fare proprio il monito di una targa che recitava "Questo incidente poteva essere evitato".
Ma la Porsche 550 Spyder, nonostante le buone parole, non sembrava tagliata per evitare gli incidenti. Nella successiva tappa della mostra, il camion che la trasportava fu tamponato, l’automobile schizzò fuori e travolse un altro veicolo, uccidendone il conducente.
Nell’Oregon lo stesso camion, a causa della rottura del freno, andò a distruggere la vetrina di un negozio.
A New Orleans i sostegni su cui poggiava cedettero, e l’automobile si frantumò in undici pezzi. Si decise di mandarli a Los Angeles, e quel che rimaneva della Piccola Bastarda fu caricato su un treno, che non arrivò mai a destinazione. Era il 1960. Barris si rivolse a degli investigatori privati, sospettando un furto a opera di collezionisti, e promise una taglia di un milione di dollari, ma non la ritrovò.
Sembra che nel 1996 sia riapparsa in Italia, e restaurata da uno specialista. Ma altre voci dicono che non è più riapparsa, e altre ancora che, dopo la tappa in Italia, fu acquistata da un misterioso sceicco saudita, che ogni tanto la espone a Las Vegas.
Le sue sorti sono dunque avvolte in una scia di mistero, come quelle del suo proprietario: c’è chi dice che fosse solo, sull’auto, chi non pensa si sia trattato di un semplice incidente. Chi, addirittura, non crede che egli sia davvero morto.
Un’automobile capace di sparire così, facendosi beffe dei migliori investigatori, potrebbe essere dappertutto, e riapparire quando più le aggrada. Se il vostro meccanico vi propone un nuovo pezzo per la vostra Porsche, dunque, diffidate.
E se vi svela, gongolante, che quel pezzo è inestimabile poiché appartenuto alla vettura di un famoso attore, datevela a gambe. L’automobile di James Dean, del resto, non può che guidare libera, e ribelle senza una causa.
Un lungo video su James Dean e la sua passione per la Piccola Bastarda:
https://youtu.be/o_sj5HNKX0A
Un video ricco di foto di James Dean:
https://youtu.be/k74wE9lbJnA
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/James_Dean
http://www.culturagay.it/cg/saggio.php?id=251
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/08/14/la-vita-del-giovane-james-dean-distrutta.html
http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1184&biografia=James+Dean
http://www.cineblog.it/post/18828/se-james-dean-non-fosse-morto
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