Altri reperti con la presunta forma di aereo sono stati ritrovati presso le rovine di antiche civiltà
Tempo fa ti abbiamo fatto conoscere l'incredibile storia dell'Aliante di Saqqara, la cui esistenza potrebbe lasciar supporre che qualcosa di simile a dispositivi per il volo fossero in qualche modo noti fin da tempi remoti. Ma il reperto di Saqqara (uccello, aereo o aliante che sia), non è l'unico OOPArt di questo tipo conosciuto.
Pur senza dar troppo credito all’archeologia misteriosa, appare quanto meno curioso infatti che altri reperti con la presunta forma di aereo siano stati ritrovati presso le rovine di altre civiltà, quelle mesoamericane, che al pari di quella egizia possedevano conoscenze e tecnologia tanto avanzate da non riuscire a comprenderne tuttora alcuni loro misteri.
Una serie di monili d’oro furono scoperti nell’America Centro-meridionale: essi sono databili attorno al 500-800 d.C. e facevano parte della cultura pre-lnca Sinù. Anche in questo caso, così come per l'Aereo di Saqqara, la forma è parecchio ambigua.
Si potrebbe congetturare che essi hanno una forma zoomorfa, benché non sia affatto chiaro quale animale o volatile o insetto riproducano. Questa circostanza appare inconciliabile con le altre rappresentazioni di animali ritrovate in queste medesime aree, ove la fauna è ritratta fin nei dettagli e gli animali sono perfettamente riconoscibili.
Perché, poi, la testa è disgiunta di circa tre quarti rispetto al resto del corpo?
I monili sono stati comparati con tutti i volatili, pesci, insetti e mammiferi allora viventi in quelle zone, ma nessuno è risultato somigliante con sufficiente convinzione. Più lo si osserva, inoltre, sia dall’alto che di profilo, e più dà il senso di qualcosa di meccanico, non legato alla natura.
Le ali, infatti, sono rigide e disposte rigorosamente a delta rispetto al corpo, curvano leggermente inclinata verso il basso; su di esse vi sono due spirali in rilievo, la cui esatta copia è presente anche sulla testa. Il "timone" è triangolare, piatto e perpendicolare alle ali. Sulla parte laterale sinistra del "timone" vi è un simbolo indecifrabile (per alcuni molto simile alla lettera aramaica Beth o B, cosa che potrebbe far sorgere ulteriori controversie sulla sua origine, benché tale ipotesi sia stata scartata).
Arthur Young, esperto disegnatore di elicotteri e aeromobili, analizzando un esemplare di questi, ha confermato che alcune caratteristiche ricorderebbero davvero i particolari propri di un aero. Sussistono, però, alcune anomalie di base: le ali, per prima cosa, sono collocate troppo indietro e non sono disposte correttamente per il volo, così come la coda presenta delle difformità in tal senso.
Lo stesso Young suggerì una possibile e affascinante soluzione: la testa, così astrusa in quanto quasi spiccata dal resto del corpo, non è l’ipotetica cabina di pilotaggio, ma una sezione movibile che permette due diverse configurazioni al velivolo, una per il decollo e il volo, quando tale parte è ritratta all’indietro e rientrante nella fusoliera, l’altra per il rallentamento e l’atterraggio, allorché essa è posizionata in fuori come nel monile. In tal modo i principi dell’aerodinamica sarebbero salvaguardati e si otterrebbe un dispositivo per il volo all’avanguardia.
Curiosamente, persino le spirali su ali e testa richiamerebbero il senso del movimento in ascesa e discesa. Nella simbologia amerinda, infatti, spirali simili con uguale orientamento indicano che la parte su cui sono raffigurate può eseguire un movimento di ascesa o discesa. Essendo le spirali proprio su ali e testa, ciò suggerirebbe che queste fossero mobili e permettessero il decollo e atterraggio.
In ogni caso, per i monili amerindi come per l’aliante egizio, siamo innanzi a un manufatto artistico, realizzato forse ad imitazione di un oggetto (velivolo) funzionante più grande, costruito dalle popolazioni mesoamericane di allora oppure semplicemente a loro conosciuto nei dettagli.
|