Libri > Recensioni > I Vermi Conquistatori, di Brian Keene, edito da Edizioni XII nel 2011 al prezzo di 15,00 euro. Leggi la trama.
Raramente un romanzo dell’orrore è stato così atteso in Italia come I vermi conquistatori (The Conqueror Worms). Questa è infatti considerata l’opera maggiore di Brian Keene (1967), autore americano vincitore di ben due Bram Stoker Award (il più importante premio letterario dedicato all’horror) e di uno Shocker Award e considerato uno dei più grandi scrittori horror viventi, nonché acclamato dai fan come il “nuovo Stephen King” o meglio come l’antitesi di Stephen King, soprattutto di quello degli ultimi anni.
È stata così grandissima la soddisfazione degli appassionati, quando una piccola ma intraprendente casa editrice come le Edizioni XII ha annunciato che avrebbe finalmente tradotto in italiano un libro di Keene e, per di più, il suo libro più celebre.
Dopo mesi di spasmodica attesa e alcuni imprevedibili ritardi, ecco che finalmente I vermi conquistatori sono arrivati in libreria e tra le nostre mani di avidi lettori. E non deludono affatto l’attesa, rivelandosi un piccolo capolavoro del genere, ricco di humour e privo di sbavature.
Precisiamo innanzitutto che l’approccio di Keene all’horror è diametralmente opposto a quello di King. Lo stile è minimalista e privo di fronzoli. L’affabulazione è veloce e ironica, e ricorda scrittori sudisti come Joe R. Lansdale.
La bravura di Keene si rivela nel non annoiare mai il lettore, nel rifuggire dall’uso di triti cliché del genere, nel costruire personaggi a tutto tondo e credibili e nel presentare in maniera assolutamente verosimile gli elementi fantastici, non esitando a pescare nel folklore mitologico come nell’immaginario pulp per evocare creature disgustose e inquietanti, dietro cui è facile scorgere i demoni che si agitano nell’animo umano e contro cui tutti noi dovremo prima o poi fare i conti.
I vermi conquistatori è un romanzo che rientra a pieno titolo nel genere apocalittico. All’improvviso, senza che ve ne sia una spiegazione razionale (per quanto poi venga suggerita una possibile interpretazione attinente alla magia nera), comincia a piovere e non la smette più. In tutto il mondo.
L’esito è consequenziale: le acque salgono e invadono spazi sempre più ampi di terraferma. I pochi sopravvissuti cercano scampo sui grattacieli o in zone montuose, ma per quanto potranno resistere ancora?
Come se non bastasse, nelle zone ancora emerse vengono fuori da sottoterra degli enormi vermi biancastri, grossi come autobus e affamati di carne umana, mentre dagli abissi marini risalgono in superficie esseri mitologici come la sirena o il Leviatano, versione riveduta e aggiornata di Cthulhu. H.P. Lovecraft è, infatti, apertamente citato più volte.
Voce narrante della storia è Teddy Garnett un ottantenne reduce dell’aeronautica, barricatosi nella sua casetta sui Monti Appalachi ridotti ormai a un arcipelago, eroe decisamente atipico che comincia a scrivere il resoconto degli eventi a partire dal quarantunesimo giorno di pioggia. Numero di certo non scelto a caso, visto che il Diluvio Universale, secondo la Bibbia, durò esattamente quaranta giorni.
Garnett cercherà stoicamente di superare tutte le calamità, insieme a uno sparuto ed eterogeneo gruppetto di sopravvissuti...
I vermi conquistatori: una storia apocalittica esemplare e una lettura imprescindibile per ogni appassionato.
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