Libri > Recensioni > Il 18° vampiro, di Claudio Vergnani, edito da Gargoyle Books nel 2009 al prezzo di 14 euro. Leggi la trama.
Non sono tanti i libri in grado di far venire il mal di pancia mentre li si legge, ma nell’ultimo anno a me è già capitato due volte: il primo è stato Il Diacono di Andrea G. Colombo e il secondo questo Il 18° Vampiro di Claudio Vergnani.
Due buone notizie, quindi: entrambi sono autori italiani e tutti e due hanno pubblicato con la Gargoyle Books, a dimostrazione di come in realtà sia dalla parte di chi scrive che da quella di chi pubblica la situazione editoriale italiana non è poi messa così male.
Ambedue i libri citati parlano dell’Apocalisse, ma in modo diverso. Colombo ci racconta una fine del mondo più classica, con la discesa nel mondo di un demone. Vergnani invece la fine del mondo (o meglio del micro mondo dove è ambientato Il 18° Vampiro) è conseguenza della rottura di un equilibrio che fino ad allora aveva permesso la convivenza tra uomini e vampiri.
È inutile dire che i vampiri di Vergnani nulla hanno da che spartire con le (tristi) figure che negli ultimi tempi libri e cinema ci hanno propinato, ma è utile invece evidenziare come i veri protagonisti del romanzo non siano loro ma un gruppetto variopinto di ragazzi, ognuno con i suoi problemi o stranezze, il cui unico scopo nella vita è quello di combattere i vampiri.
Tra sopralluoghi, missioni e piccole battaglie la loro guerra sarà stravolta dall’arrivo di un Maestro con cui dovranno confrontarsi mentre attorno a loro il mondo corre veloce verso il caos.
"I morti. Sono ritornati. Camminano per le strade. Sono arrivati. È un po' che ci assaggiano, ma ora ci divoreranno tutti e si spartiranno la terra".
Il 18° Vampiro è un libro di oltre 500 pagine, 500 pagine che ti entrano dentro fin dalle prime righe, grazie alla straordinaria capacità narrativa di Vergnani che si dimostra a suo agio nel trattare l’argomento. Alternando la narrazione del passato con quella nel presente, l’autore riesce perfettamente a innestare all’interno della cultura italiana, ma soprattutto dei nostri luoghi, un elemento "estraneo" come il vampiro, rendendo verosimile l’esistenza di un mondo che spesso ci provoca quel mal di pancia citato all’inizio.
Il realismo è la marcia in più di questo romanzo, dietro cui c'è senza dubbio un grandissimo lavoro di studio e di ricerca, il tutto condito con uno stile che va dallo splatter fino all’ironico, senza mai stancare o annoiare.
Le vicende dei cacciatori di vampiri si seguono con facilità e leggerezza, grazie soprattutto alla caratterizzazione dei personaggi, uno migliore dell’altro. Su tutti, forse per stazza e forza fisica, spicca sicuramente Vergy col suo alternare serietà a battute esilaranti quanto paradossali in una situazione come quella in cui si trovano, ma anche gli altri hanno tanto da dire, sintetizzando dentro sé stessi l’instabile avanzare di un mondo sull’orlo del baratro.
|