Libri > Recensioni > Il paziente zero, di Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini, edito da Marsilio nel 2011 al prezzo di 18,50 euro. Leggi la trama.
Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini nel loro Il paziente zero ci portano ad affrontare il tema della malattia, come se all’interno del racconto fosse un argomento secondario, ma che scava nella paura di ritrovarsi, come Christophe Douvier, ad affrontare un problema così grande da soli.
Lo trovava solo una voce fastidiosa, inutile, subdola, come il suo male. Anch’esso era stato ingannatore. Era nato, cresciuto e continuato ad alimentarsi della sua esistenza, delle sue gioie, della sua emotività.
La paura, oltretutto, di essere delle cavie da laboratorio per sperimentare nuovi farmaci e nuovi rimedi, come se i medici fossero degli stregoni che ci ballano intorno, in attesa che “lo spirito maligno” esca dal nostro corpo.
“Aveva fretta. Fretta di arrivare, fretta di vedere le tinte dell’alba spegnere l’incendio di una notte che avrebbe voluto dimenticare, scacciare come un incubo, ma che invece avrebbe marcato quello che gli restava da vivere”.
Mi sento particolarmente vicina a questa frase, molto toccante e precisa nella sua brutalità:
“Il paziente oncologico doveva poter percepire il proprio medico come alleato nella lotta contro la malattia, come sostenitore nell’affrontare la disperazione, il sentimento di impotenza e angoscia che solitamente accompagna una diagnosi di tumore.”
L'idea del libro nasce dalla notizia secondo la quale studi recenti avrebbero dimostrato che, la "squalamina", un derivato dalla cartilagine di squalo, contenga proprietà tali da avere efficacia su alcuni tipi di tumore. Si continua a studiarne gli effetti, ma ogni notizia, si sa, deve essere attentamente vagliata... e il paziente zero è il termine che definisce il primo paziente che dimostra determinati sintomi di una patologia.
Ma non si parla solo di questo.
C’è tanta carne al fuoco ne Il paziente zero, a cominciare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, da feroci assassini che uccidono solo per il gusto di farlo e, non ultimo, il popolo di un’isola del Pacifico il cui coinvolgimento, arrivati ben oltre la metà del libro, avrà una spiegazione e si fonderà con gli altri elementi.
Intrighi e complotti, sparatorie e rapimenti, risvolti scientifici e quant'altro. Alla fine del romanzo ci si accascia stanchi e spossati, con l’idea di aver partecipato attivamente a tutta la storia.
Un thriller dai contorni forti, che forse avrei alleggerito in qualche passaggio, giusto per risparmiare un po’ di pagine, ma come accaduto per altri romanzi, bisogna solo avere la pazienza di aspettare e l’attesa sarà ricompensata dal finale.
Questa mia recensione vuole finire con alcune riflessioni che faccio con me stessa e con voi: quanti interessi girano intorno alla salute dei pazienti? Quanto ancora si potrebbe fare per la ricerca? Sicuri che si stia facendo tutto il possibile?
E se all'improvviso non ci fossero più malattie? Certo, è solo un'utopia, ma..
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