Il saggio di Biancamaria Massaro cerca di dimostrare in modo definitivo che Charles Manson non è stato, come molti ritengono, “il più grande serial killer di tutti i tempi insieme a Jack lo Squartatore” e nemmeno un adoratore di Satana, sebbene le notizie che lo riguardano presenti su Internet, soprattutto in siti amatoriali che si auto referenziano tra loro, sostengano il contrario.
Nella prima parte del saggio, oltre a raccontare l’infanzia, l’adolescenza e la giovinezza che Manson ha passato in diversi istituti, riformatori e carceri americani, sono analizzati i fermenti culturali e le tensioni sociali degli anni Sessanta, indispensabili per comprendere come un piccolo criminale sia riuscito in pochi mesi a trasformare la Family, la comunità hippie che aveva fondato, in una setta, spingendo alcuni suoi seguaci a uccidere in suo nome.
La seconda e la terza parte sono dedicati alla genesi della Family - partendo dalle Charlie’s Girls, le prime ragazze che seguirono Manson - e ai delitti che commisero i suoi membri, dando ampio spazio anche a quelli meno noti. Si ripercorrono inoltre le indagini e il lungo processo in cui il pubblico ministero, Vincent Bugliosi, dimostrò che Manson era ossessionato dal diventare un cantante famoso - il quinto Beatles - e dalla sua personalissima Apocalisse razzista, l’Helter Skelter.
Nella quarta parte si affronta proprio il tema dell’Helter Skelter, lo scontro imminente e inevitabile tra bianchi e neri profetizzato da Manson, e le conferme che credeva di aver trovato nelle canzoni dei Beatles e nell’Apocalisse di Giovanni.
Nella quinta parte e nella conclusione, partendo da una sintetica ma esauriente spiegazione di cosa si intende per “sette”, in particolare quelle sataniche, si chiarisce come la Family sia stata una setta – ma non di ispirazione satanica – e che tipo di assassini siano stati i suoi membri, provando, in particolare, a spiegare come nacque e come si alimenta ancora oggi la fama satanica di Manson stesso.
In appendice sono presenti: un elenco di giovani meno conosciuti che hanno frequentato la Family, uno studio sul trattamento delle donne e dei bambini all’interno della comunità e una breve storia del satanismo che completa il capitolo quinto.
Il saggio, che si apre con la prefazione del criminologo Ruben de Luca, si conclude con una cospicua biblio-sitografia italiana e straniera e l’elenco di alcuni programmi televisivi e radiofonici italiani che hanno parlato di Manson e della Family.
|