Venezia, XVIII secolo. Leda, bellissima e letale, è in una casa grande, dalle pareti color oro e dal soffitto celeste senza nuvole. La sua pelle è già calda e dall'interno le viscere ribolliscono. Le sue dita si sfaldano, poi le mani, le braccia, il volto. Viene a far parte di un unico fluido cristallino che cola sul pavimento e ristagna prezioso in una pozza trasparente. Leda è il suo desiderio realizzato. È pura, splendente, rifulge. Lei è vetro.
Che diritto abbiamo noi di uccidere? Di quanti colori può brillare il vetro? L'uomo è un assassino per natura? Qual è la formula segreta?
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