Inchieste "particolari" su assassini morbosi e spietati, che hanno davvero poco da invidiare ai serial killer romanzati protagonisti di molti thriller dei giorni nostri, sono avvenute anche nel passato.
Anche all’epoca della Repubblica di Venezia, la Serenissima.
In questo saggio Davide Busato, attraverso la consultazione della documentazione d’archivio del Consiglio dei Dieci, la più potente e temibile magistratura veneziana, ricostruisce le vicende legate ad alcuni "famosi" criminali di quei tempi.
Assassini, sadici e stupratori che, per il loro modus operandi, potrebbero essere considerati dei serial killer se si applicassero loro le categorie della criminologia moderna.
Si tratta di indagini complesse, a volte osteggiate, risolte con intelligenza e mestiere dalla polizia o dagli "Avogadori da Comun", servendosi quando possibile dei limitati mezzi scientifici disponibili al tempo.
Il tutto sullo sfondo una vitalissima e inquietante Venezia, ritratta realisticamente a tinte fosche.
Tra le pagine (insanguinate) di questo volume il lettore potrà così conoscere le storie di Veneranda Porta da Sacile, la prima omicida seriale femminile della Serenissima.
Ma anche di Daniel Lanza, il maestro di Francese a caccia di vittime tra le calli nel Carnevale secentesco, di Marcantonio Brandolini, l’abate avvelenatore in sentore di stregoneria, e di Francesco Panizzi, l'assassino di San Paterniano.
E poi Paolo Orgiano, lo stupratore vicentino dal "terribil vizio". I conti Giusti di Verona e il rapimento della bella Angela Lonardi. Il conte Lucio della Torre e l’efferato omicidio di Noale. Giovanni Guidetti, l'avvelenatore francese.
E tanti altri ancora.
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